sabato 19 settembre 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZAIl nome di Gesù nell'Ascensione di Isaia.



Il nome di Gesù nell'Ascensione di Isaia.

Anche a questo riguardo, l'Ascensione di Isaia è preziosa.

Quando Isaia, pervenuto nella sua visione, al sesto cielo, aveva desiderato salire fino al settimo, un angelo, posto alla testa degli angeli del sesto cielo, volle proibirgli l'accesso al cielo superiore; ma una voce si fece sentire, che permise al santo Isaia di salire.

L'angelo che lo accompagna gli spiega: «Colui che ti ha autorizzato», è «il Figlio di Dio»,  [65] «il tuo Signore, ma il suo nome [66] tu non puoi udire, finché non ti sarai spogliato di questa carne» (capitolo 9, verso 5). [67] Così, fin dall'inizio, l'autore dà al Figlio di Dio il titolo di Signore, e questo non è affatto il nome che Isaia non ha diritto di sentire.

Isaia sale un po' più in alto, ancora rivestito della sua carne, e l'angelo, suo compagno, gli dice, nel verso 13 dello stesso capitolo: «In verità, egli discenderà nel mondo alla fine dei giorni, il Signore che sarà chiamato Cristo [68] dopo che sarà disceso e che sarà divenuto simile alla vostra forma e che si crederà che è carne e uomo». [69] Così è rivelato ad Isaia l'appellativo di Cristo che il suo Signore, il Figlio di Dio, riceverà dopo la sua discesa nel mondo, ma non ancora il suo nome sacro.

Nel verso 30, Isaia è «trasfigurato e diviene come un angelo», e su ordine dell'angelo che lo accompagna, egli adora il Signore, Figlio di Dio, che aveva visto poco prima. 

Tuttavia «gli occhi del suo spirito essendo aperti», egli vede una «grande gloria», che il suo Signore stesso adora.

È il Padre del Signore, e nei versi 7 e seguenti del capitolo 10, Isaia racconta: «E udii la voce dell'Altissimo, il Padre del mio Signore, dire al mio Signore il Cristo, che sarà chiamato Gesù: «Esci e discendi tutti i cieli...». Dio traccia a suo figlio la missione che deve realizzare: discendere, trasformandosi, fino al mondo terreno, discendere fino alla dimora dei morti, [70] annientare i principi, gli angeli e il dio di questo mondo, che hanno rinnegato l'Altissimo, [71] risalire nella gloria al settimo cielo e assidersi alla destra di Dio.

La fine del capitolo 10 ripercorre la visione della discesa del Figlio di Dio, di cielo in cielo, fino alla terra; il capitolo 11 è dedicato alla vita terrena del Figlio di Dio: Isaia vede la sua crocifissione, la sua discesa verso l'angelo della dimora dei morti, la sua resurrezione, la sua risalita al settimo cielo e la sua glorificazione.

Non una sola volta, nel corso del soggiorno terreno del Figlio di Dio, il nome di Gesù è pronunciato; se si descrive la sua nascita soprannaturale, non è detto quale nome gli danno Giuseppe e Maria. [72] Questo nome è quindi menzionato, nel corso di tutta l'Ascensione di Isaia propriamente detta, in un solo verso, giusto poco prima che l'Altissimo enuncia la missione di suo figlio «il Signore Cristo, che sarà chiamato Gesù». [73]

Così, nell'Ascensione di Isaia, il titolo di Signore è dato fin dall'inizio al Figlio di Dio; l'appellativo di Cristo è legato al suo soggiorno in forma umana sulla terra; l'appellativo di Gesù, alla sua missione divina. Le indicazioni dell'Ascensione di Isaia convergono con quelle dell'Epistola paolina ai Filippesi. [74]

NOTE

[65] Le parole: «il Figlio di Dio» sono state tratte dal testo latino.

[66] Il testo latino reca: «nomen».

[67] Sul testo del verso, si veda più oltre Appendice 1, pag. 250.

[68] Si ricorderà che il Cristo è l'equivalente greco dell'ebraico il Messia, vale a dire l'Unto (del Signore). — Non si ha per questa frase che il testo etiope.

[69] Per il confronto di questo verso con un passo dell'Epistola ai Romani, si veda più oltre Appendice 2, pag. 259.

[70] Dove egli spoglierà l'angelo della morte, dopo l'annuncio fatto precedentemente dall'angelo, compagno di Isaia (capitolo 9, verso 16).

[71] Si veda più oltre, pag. 57-58: Il Principe di questo mondo nel Vangelo di Giovanni.

[72] Questa nascita è raccontata peraltro in termini tali che si potrebbe pensare che l'autore cristiano di questa parte dell'Ascensione di Isaia credeva che il Figlio di Dio non avesse rivestito che un'apparenza di uomo; è quel che osserva TISSERANT stesso, editore cattolico dell'opera (nota a 11:8-10), «nondimeno», aggiunge, «mi sembra che il racconto è solamente ispirato dal desiderio di esprimere nella maniera più categorica possibile la nascita verginale». — GOGUEL stima in Jésus de Nazareth, op. cit., pag. 116, nota 1, che il racconto della «nascita soprannaturale costituisce una chiara aggiunta e... è apparentato alle leggende... recenti», non raccolte nel Nuovo Testamento canonico, cioè ufficiale della Chiesa cattolica. Quel che ne sia a questo riguardo, ciò che importa qui, è che non è detto quale nome danno al neonato Giuseppe e Maria, punto che Goguel non ha rilevato. — Per l'apparenza di uomo rivestita dal Figlio di Dio, si veda sopra, pag. 69-70, e più oltre Appendice 2, pag. 259.

[73] Per l'esame dettagliato, a questo riguardo, del testo dell'Ascensione di Isaia, si veda l'Appendice 1.

[74] Non più che per l'interpretazione della crocifissione nell'Ascensione di Isaia, noi non possiamo indicare alcun riferimento (si veda pag. 54, nota 27), perché a nostra conoscenza, gli appellativi del Figlio di Dio nell'Ascensione non sembrano mai essere stati rilevati, almeno in Francia. GOGUEL, nella sua opera già citata, Jésus de Nazareth, pag. 117, constata «l'affinità tra il mito», che si trova «dietro l'interpretazione cristiana», dato dall'Ascensione di Isaia, «e l'Epistola ai Filippesi», seppure percependo tra loro delle differenze. Noi utilizzeremo più avanti (si veda pag. 124, nota 63) alcune delle osservazioni di Goguel.

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