sabato 3 novembre 2018

«Gesù, il Dio fatto uomo»Le Apocalissi (168 A.E.C. — 40 E.C.) (I): Introduzione

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LE APOCALISSI
(168 A.E.C. — 40 E.C.)


INTRODUZIONE

La diffusione del buddhismo, del cristianesimo, e dell'islam sono tre dei più grandi eventi della Storia. Essi sorgono come gigantesche maree che travolgono tutte le piccole azioni degli uomini, travolgendo ogni cosa di fronte a loro, e provocando tre divisioni tra l'umanità.

Di quei tre cataclismi, solo l'Islam ha un'origine chiara; laddove le origini del cristianesimo sono così oscure, per lo storico critico, come quelle del buddhismo.

Spesso si è detto che il cristianesimo nacque nella piena luce della Storia. Questa è un'illusione. È vero che la Storia dell'Impero romano da Augusto a Marco Aurelio è nota con qualche grado di precisione. La luce della Storia illumina solo i vertici, e il cristianesimo nacque in una valle oscura. Il primo secolo e mezzo della sua esistenza è immerso in una notte oscura dove brillano alcune braci sparse.

L'illusione risiede in questo: che al posto di una vera Storia di origini cristiane vi è stata sostituita una Storia sacra. Quando la comunità cristiana diventò numerosa, vi sorse un desiderio di sapere le origini della sua fede. L'agiografo pio e abile da noi conosciuto come Luca produsse una narrazione vivente in due parti, la prima che è il vangelo e la seconda che è gli Atti degli Apostoli. Questa è Storia sacra — ossia, una leggenda religiosa in una forma storica, in cui non si fa nessuna distinzione tra articoli di fede e tra fatti, e in cui una storia santa è intrecciata ad una Storia umana.

Il nostro compito è di separare il santo dall'umano, collocare ciascuno sul suo proprio piano, qua il piano del fatto e là il piano della fede. In una maniera simile è stata analizzata la Storia sacra di Israele. Quei racconti meravigliosi della creazione del mondo, del peccato dell'Eden, di Caino e Abele, del Diluvio, della longevità dei Patriarchi, amici di Jahvè, non si guardano più come fatti abbelliti e trasformati della preistoria degli israeliti, ma come miti del culto privi di storicità, che formano una parte integrale della fede nei giorni del giudice Samuele o del re Giosia.

L'opera di dissociazione della Storia sacra del cristianesimo è più difficile della dissezione dell'ebraismo. I critici non sono ancora unanimi nel riconoscere che la storia di Gesù nel complesso si deve trasferire dal piano dei fatti a quello dei credi. Molti sono stati fuorviati, come io la vedo, da una falsa analogia storica nell'immaginare che il cristianesimo non sia più comprensibile senza l'uomo Gesù di quanto lo sia l'islam senza l'uomo Maometto. Essi falliscono di percepire che Maometto è un profeta, laddove Gesù, dai testi più antichi in nostro possesso che lo riferiscono, è un dio, un volto, una maschera, una persona dell'unità divina. [1] La differenza è di importanza capitale. La teologia giudeo-cristiana non permette nessun passaggio dallo stato umano al divino, e la deificazione di un uomo da parte di monoteisti ebrei è altamente improbabile. C'è un buon motivo per considerare Gesù, dal punto di vista della Storia, come interamente divino — ossia, come una creazione poetica nel senso ampio della parola.

Si obietta che la Storia delle origini cristiane deve cominciare con una vita di Gesù. Io tenterò di rispondere a questa obiezione e propongo che cosa, se non erro, non è stato ancora tentato — cioè, delineare una Storia del cristianesimo, non senza un Gesù, ma con un Gesù tenuto su quel piano spirituale, che è al di fuori del fatto storico e non misurato dal tempo, e che è realmente il suo piano. La storia di Gesù è intrecciata a quella del cristianesimo. L'idea di Gesù venne in esistenza con la germinazione di una nuova teologia in una mente ebraica. Gesù crebbe in spasmi man mano che questa nuova teologia si estendeva fino a diventare capace di convertire un mondo.

La formazione di Gesù fu lenta al principio, poi esplosiva, e infine piena e completa. In essa risiede l'evoluzione cristiana, che è una Rivoluzione di Anime, la più radicale di tutte. Una rivoluzione fatta, come la maggior parte di altre, in scismi, querele, agonia, e sangue. Grande è il prezzo che l'uomo paga per un dio!

Noi dobbiamo cominciare la nostra ricerca di Gesù risalendo ad un secolo e mezzo prima della nostra era. Il vangelo di Luca, lontano dall'essere il nostro punto di partenza, sarà il nostro obiettivo. Che traccia strana e tortuosa collega i due! Con quali bizzarri palcoscenici, quali brancolamenti, quali ripensamenti, raggiungiamo quella scena armoniosa e pacifica sulla quale si costruisce, dopo terribili dibattiti, la concordia dei fedeli!

Io osservo tre grandi periodi nella Storia di quei tre secoli. Il primo è caratterizzato dall'apparizione, a lunghi intervalli, di testi segreti e misteriosi, chiamati Apocalissi; il secondo è contrassegnato dall'azione eruttiva e anarchica di profeti cristiani, e il terzo dalla composizione dei vangeli che fissano e regolano la fede. 

NOTE

[1] Il più antico testo cristiano, 1 Tessalonicesi, datato all'incirca nel 50-51, ha questa frase in cui Dio e Gesù assieme non si considerano al plurale (3:11): “Ora Dio stesso, nostro Padre, e il nostro Signore Gesù ci appiani...”. In Apocalisse 11:15, “...al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà...”; 21:22: “il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello è; 22:3-4, “i suoi servi lo serviranno,  vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome (di Dio e dell'Agnello). Signore si applica indifferentemente a Dio e a Gesù.

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