sabato 26 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «La data di nascita»

(segue da qui)

La data di nascita

Qui, le contraddizioni sono evidenti e irriducibili. 

Lo pseudo-Matteo, che è ebreo, e che sa che lo scettro non deve uscire dalla casa di Giuda prima della venuta del Messia, fa nascere logicamente Gesù «al tempo del re Erode» (il grande), quindi al più tardi nel 4 A.E.C. (2:1).

Ma il prologo dello pseudo-Luca, per mandare Maria a partorire a Betlemme, invoca lo spostamento causato dal grande censimento del 7 E.C., undici anni dopo la morte di Erode.

Per tentare di levare questa contraddizione, la Chiesa sostiene timidamente che avrebbe potuto esserci un censimento precedente, sotto Erode. È impossibile: Erode non avrebbe lasciato fare un censimento fiscale in un regno ancora libero, Giuseppe ci avrebbe segnalato questa anomalia. Il censimento di Quirino nel 7 E.C. è proprio il primo effettuato in Giudea, dove lasciò d'altronde dei brutti ricordi e provocò una rivolta sanguinosa. Lo pseudo-Luca non ammette neppure incertezza: «Questo PRIMO censimento fu fatto da Quirino, governatore della Siria» (2:2). Il censimento era proprio il primo, e Quirino era legato di Siria proprio nell'anno 7.

È chiaro che il redattore (tardivo e romano) del prologo di Luca non si è curato della cronologia: egli ha associato vagamente la leggenda di Gesù al censimento, perché questa operazione aveva colpito l'animo degli ebrei come il primo segno della servitù. Scrivendo circa 150 anni dopo, egli non doveva più conoscere tanto bene la data del censimento e non aveva probabilmente degli archivi a sua disposizione.

Ma l'autore di Luca ha introdotto così una nuova inconsistenza: facendo nascere Gesù nel 7 E.C., dimentica che, pochi versi prima, lo ha fatto concepire (in virtù dello Spirito Santo) sotto Erode il Grande, soltanto sei mesi dopo Giovanni il Battista. Per cui la gravidanza di Maria avrebbe durato undici anni! Pochissimi commentatori hanno rilevato questa assurdità.

Facendo nascere Gesù nell'anno 7, il prologo non concorda più con il capitolo 3 dello stesso vangelo, che situa la «comparsa» di Gesù nell'anno 15 di Tiberio (quindi nel 29), all'età di trent'anni: se Gesù è nato nel 7, non può avere «circa trent'anni» nel 29. E se ha 30 anni nel 29, non può essere nato, né sotto Erode il Grande, né nell'anno 7. È impossibile far concordare tutte quelle informazioni.

Il capitolo 3, che formava in origine l'esordio autentico dello pseudo-Luca, prima dell'aggiunta del prologo sull'infanzia, fornisce, in apparenza, una notevole precisione: «Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode (Antipa) tetrarca della Galilea...». Dunque nell'anno 29 della nostra era... Sì, ma cosa è successo in quell'anno memorabile? Ci si ricorda che il vangelo di Marcione, che esordiva con quelle parole, faceva scendere allora Gesù dal cielo: era un evento. Lo pseudo-Luca ha conservato (e anche arricchito con l'aiuto di Giuseppe) questa formula storica, ma ora serve solo a introdurre questa frase banale: «La parola di Dio fu diretta a Giovanni nel deserto». Non vale più la pena di invocare così tante concordanze, per condurci nel deserto! Nel passare da Marcione a Luca, la precisione ha perduto tutto il suo significato.

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