venerdì 18 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Conclusione generale»

(sente da qui)

Conclusione generale

Ho quasi l'impressione di allineare delle banalità, cercando di dimostrare che i vangeli non hanno alcun valore storico, così tanto questo punto di vista è stato sviluppato, non solo dai non credenti, ma anche dagli autori cristiani.

La critica protestante è pienamente d'accordo. Per essa, i vangeli non sono che dei documenti religiosi, che presentano ciò che Gesù era per la fede e la devozione degli ambienti nei quali sono stati composti. Non intendo sostenere nient'altro.

Anche degli autori cattolici devono convenire: gli evangelisti non hanno inteso raccontare una storia, ma «stabilire uno strumento dimostrativo», [12] trasmettere «nella prospettiva della catechesi ecclesiastica.... la conoscenza del Cristo necessario alla salvezza» (Marrou).

Questo, i primi autori cristiani lo sapevano bene, e Origene ce ne avverte, in una frase sulla quale sarò obbligato a tornare: «Innumerevoli sono i passi (dei vangeli) dove si sente, a meno di non essere totalmente ottusi, che molte cose furono scritte come se fossero accadute, ma non sono accadute in senso letterale». [13]

Non insisterò quindi nemmeno sul valore storico dei vangeli in generale. Ma importa ora esaminare il valore di ciascuno dei quattro vangeli in particolare. 

NOTE

[12] BONSIRVEN: «Enseignements de Jésus-Christ», introd.

[13] ORIGENE: «De principiis».

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