giovedì 9 maggio 2024

Gli scritti di San Paolo — SECONDA EPISTOLA A TIMOTEO

 (segue da qui)

Le note di Paolo sono in corsivo grande.

La versione marcionita è in caratteri grandi e dritti

Le aggiunte anti-marcionite sono in piccole dimensioni, a caratteri dritti.

Le altre aggiunte sono in piccole dimensioni, in corsivo.

Nell'epistola agli Ebrei le citazioni dell'Antico Testamento sono a caratteri grandi in corsivo. 

SECONDA EPISTOLA A TIMOTEO

I Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, 2 al diletto figlio Timoteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.

TIMOTEO DEVE CUSTODIRE L'INSEGNAMENTO DI PAOLO

3 Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati hanno servito, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; 4 mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. 5 Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. [1]

[1] 1. I versetti 3 e 5, nel loro stato attuale, insegnano che gli ebrei e i cristiani servono lo stesso Dio o, il che equivale alla stessa cosa, che il Dio cristiano era conosciuto dagli ebrei. Ma la dottrina che costituisce l'essenza delle epistole pastorali è che il cristianesimo è stato una rivelazione, la rivelazione del Dio buono; e, in 1 Timoteo 1:13, Paolo dice che egli era in passato bestemmiatore. I nostri due testi contengono un'interpolazione che confuta quella dottrina e deriva da un cattolico.

6 Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. 7 Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. 8 Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. 9 Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, 10 ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, 11 del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro. 12 E' questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno. 13 Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù. 14 Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che abita in noi.

[1] La versione primitiva diceva semplicemente come in 1 Timoteo 6:20: «Custodisci il buon deposito». Il resto è l'opera di un cattolico che aveva legami col movimento montanista.

NOTA DI PAOLO 

15 Tu sai che tutti quelli dell'Asia, tra i quali Figelo ed Ermegene, mi hanno abbandonato. 16 Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s'è vergognato delle mie catene; 17 anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato. 18 Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Efeso, lo sai meglio di me.

DOVERI DEL BUON SACERDOTE

II Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù 2 e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri. 3 Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4 Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. 5 Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. 6 L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra. 7 Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa. [18 Ricordati di Gesù Cristo risorto dai morti, del seme di Davide secondo il mio vangelo, [1] 9 in cui io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! 10 Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11 Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; 12 se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; 13 se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.

[1] Timoteo è invitato a riflettere per trovare l'applicazione pratica della massima secondo la quale il lavoratore deve essere il primo a raccogliere il frutto del suo lavoro. Quella nota dall'aspetto misterioso riassume la dissertazione di 1 Corinzi 9:3-14 ad esclusione di 12b. Si veda la Prima epistola ai Corinzi, pag. 57. Essa è stata scritta all'epoca e nel contesto in cui la questione del salario del clero fu posto per la prima volta, vale a dire da un sostenitore del movimento montanista. Il pensiero che esprime è tanto volgare quanto pratico. Ma, siccome quel pensiero è astutamente allegato ai versetti 3-5 che proclamano in termini molto elevati la legge della sofferenza, i commentatori hanno fatto delle acrobazie per adattare questo a ciò. Il lettore che vorrà prendersi la briga di passare in rassegna le traduzioni di 6 vedrà che spesso esse storpiano il testo.  
[4] «Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, in cui io soffro». L'autore soffre in Gesù proprio come parla in 1:9 della grazia che ci è data in Cristo Gesù e in 3:12, di coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù. Allo stato attuale del testo l'espressione «in cui» riferisce al vangelo: ciò che non dà alcun significato. Dunque 8b è un ritocco. Deriva da un teologo cattolico preoccupato di combattere il Cristo spirituale. D'altronde, al di fuori di quella preoccupazione, la menzione del seme di Davide è un dettaglio inspiegabile. 

14 Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta. 15 Sforzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità. 16 Evita le novità [1] di chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell'empietà; 17 la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, 18 i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19 Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20 In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli. 21 Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona. 

[5] Adotto la lettura dell'Ambrosiaster «novità di parole» che si adatta meglio al contesto. Per il resto si veda l'Introduzione.

22 Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. 23 Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. 24 Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, 25 dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità 26 e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà.

GLI UOMINI DEGLI ULTIMI GIORNI

III Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. 2 Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, 3 senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, 4 traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, 5 con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro! 6 Al loro numero appartengono certe tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni genere, 7 che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità. 8 Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede. 9 Costoro però non progrediranno oltre, perché la loro stoltezza sarà manifestata a tutti, come avvenne per quelli. [110 Tu invece mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del prossimo, nella pazienza, 11 nelle persecuzioni, nelle sofferenze, come quelle che incontrai ad Antiochia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali persecuzioni ho sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte. 12 Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. 13 Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo. 14 Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso 15 e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. 16 Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. [1IV Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti [1] e la sua apparizione e il suo regno: 2 annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. 3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4 rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. 5 Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.

[1] Le donnicciole denunciate qui devono essere le profetesse del montanismo e la follia di cui gli avversari sono accusati deve indicare le stravaganze di cui i montanisti davano mostra. La nostra interpolazione è affine a 1 Timoteo 2:11-14 e i due brani si chiariscono reciprocamente. 

[1] Timoteo deve custodire l'insegnamento ricevuto a causa dell'autorità di Paolo che glielo ha dato (questo è il senso di «sapendo da chi l'hai appreso», perché si deve, con la Vulgata, leggere «chi» al singolare). Egli dovrebbe custodirlo, perfino se non avesse letto le Scritture nella sua infanzia, perfino se non le avesse mai lette. Stando così le cose, la conoscenza delle Scritture che è menzionata dopo come un secondo motivo di fedeltà, non può essere in ogni caso che un motivo aggiunto. Ma questo secondo motivo interviene qui solo come un espediente che serve a introdurre il pomposo panegirico delle Scritture che segue. Ma questo panegirico è una pura digressione. Ha la sua ragion d'essere non nel contesto con il quale non ha alcun legame, ma in sé stesso e in ciò che dice. Cosa dice? Che tutte le Scritture sono ispirate da Dio, che tutte fanno conoscere al cristiano la via della salvezza, che tutte anche lo dirigono sulla via della giustizia e lo allontanano dal male. Queste Scritture non possono indicare che l'Antico Testamento, poiché solo esso esisteva all'epoca in cui Timoteo era bambino. È quindi l'Antico Testamento che è lodato qui, e quest'elogio non può essere che una una riabilitazione in risposta a Marcione che rigettava questo libro come lo strumento di una religione cattiva.

[2] Il giudizio non può che essere di origine cattolica, perché il Dio buono non giudicava. «L'apparizione» appartiene al vocabolario primitivo ma il testo è corrotto e bisogna leggere con la Vulgata «per la sua apparizione».

6 Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento della mia dipartita. 7 Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 8 Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno [1] e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.

[1] «Quel giorno» è il giorno in cui la corsa sarà  del tutto completata, quando avrà luogo la «dipartita» (letteralmente l'analusis, vale a dire la rottura del legame che lega l'anima al corpo). Allora l'anima arriverà al cielo e conquisterà la vita eterna come il corridore arrivato alla meta conquista la corona (1 Timoteo 6:12). Il Signore, che fa funzione di arbitro, constaterà che la corona è meritata.

ALTRE NOTE DI PAOLO 

9 Cerca di venire presto da me, 10 perché Dema mi ha abbondonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11 Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. 12 Ho inviato Tìchico a Efeso. 13 Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. 

14 Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; 15 guardatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione.

16 Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. 17 Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. 18 Il Signore mi libererà dal ogni atto maligno [1] e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

[1] Questo testo, che non ha senso, ne ottiene uno quando si sopprime «ogni atto»: «Il Signore mi libererà dal Maligno» (si veda Galati 1:4). Il verbo rusetaï indica l'azione di strappare qualcuno dagli abbracci di un nemico. L'interpolatore cattolico è stato costretto a mettere la parola «atto» al singolare poiché il «Maligno» era al singolare, e il singolare era possibile solo con l'espressione «ogni».

19 Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo. 20 Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l'ho lasciato ammalato a Milèto. 

21 Affrettati a venire prima dell'inverno. Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli.

22 Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!

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