mercoledì 26 agosto 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZARiserve di Guignebert a riguardo della tesi mitica.



Riserve di Guignebert a riguardo della tesi mitica.

Nel paragrafo che dedicava, nel suo Jésus, alla «critica delle tesi mitiche», Guignebert non era meno categorico. Couchoud aveva attribuito a due passi della Bibbia una grande influenza sulla formazione della credenza cristiana, come la si trova nelle Epistole di Paolo, prima di ritrovarla nei Vangeli: [35] si tratta del capitolo 53 del Libro di Isaia, che dipinge le sofferenze del servo obbediente dell'Eterno, così come del Salmo 22. Ora Guignebert scriveva: «L'influenza sovrana di Isaia 53 sulla costituzione della leggenda della Passione, non è attestata da nulla. Non è significativo che Marco, che si serve di numerose Scritture, non sembra in alcun momento attribuire un'importanza particolare al vecchio profeta e che non cita da nessuna parte il passo essenziale, ossia quello stesso famoso capitolo 53 ?» [36]

Marco non lo cita, ma non lo utilizza affatto? In un altro passo della sua grande opera su Gesù, [37] Guignebert nota il posto che «l'appello ai ricordi dell'Antico Testamento [38] occupa negli episodi più importanti» della carriera di Gesù, come la rievocano i Vangeli; «tra l'altro, vale la pena di sottolineare il capitolo 53 di Isaia, di cui si è potuto dire che Gesù sofferente lo ha davanti gli occhi, lo vive e lo realizza punto per punto». Opinione simile espressa a riguardo del Salmo 22, «che domina tutto il nostro racconto della Passione». «All'ora nona», è scritto in Marco, «Gesù emise un gran grido «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» verso iniziale del Salmo. [39]

E Guignebert conclude così le sue riflessioni a questo proposito: «Così evidente è l'influenza sui nostri Vangeli di alcune di queste Scritture... che ci si è potuto domandarsi seriamente... se l'insieme del racconto della Passione, come lo si trova oggi nei nostri Sinottici, non fosse composto semplicemente per mezzo di testi dell'Antico Testamento, al di fuori di ogni realtà. Da parte loro, i miticisti si soffermano con una predilezione tutta particolare su questo racconto incoerente della Passione, dove si compiacciono di vedere un testimone insigne contro la storicità dei Vangeli. Quelle opinioni estreme non hanno ricevuto i suffragi che di una piccola minoranza di critici, ma non sono da scartare con disprezzo». [40]

Perché dunque Guignebert scartava nondimeno, come Loisy, l'idea che i sentimenti e i pensieri che derivavano, all'epoca considerata, da passi biblici, come il capitolo 53 di Isaia o il Salmo 22, avrebbero potuto essere all'origine del cristianesimo? «Perché all'inizio dell'era cristiana», ha scritto, «Isaia 53 non passava per messianico e sono i cristiani che, più tardi, sono andati a domandargli come completare la povera tradizione di cui disponevano sulla Passione del Signore». [41]

NOTE

[35] Si veda COUCHOUD, Le mystère de Jésus (1924), capitolo L'apocalypse de Paul, pag. 134-137.

[36] Jésus, pag. 70.

[37] Jésus, 3° parte, La mort de Jésus et la foi de Pâques, capitolo primo, Jésus à Jérusalem, pag. 503.

[38] Sul significato di Testamento, si veda più oltre, pag. 64, nota 50.

[39] Marco 15:34. Il Vangelo cita quelle parole in aramaico (si veda più oltre, pag. 13, nota 1), prima di darle in greco. Per l'esame di questo verso, si veda più oltre, pag. 206-208. — Sulle improbabilità del racconto, si veda GUIGNEBERT, Jésus, pag. 595-596. — Sull'assenza di testimoni, si veda più oltre (pag. 26), una citazione di Loisy.

[40] Jésus, pag. 503-504.

[41] Jésus, pag. 71. In realtà, in questo passo, Guignebert negava persino l'utilizzo di Isaia 53 da parte dei Vangeli, ma si può, per il beneficio della sua tesi, dare alla sua argomentazione un valore più generale.

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