martedì 21 giugno 2016

Di cosa noi conosciamo secondo Anne Skjønsberg

FROTTOLE: Raccontare frottole significa affastellare pensieri e fatti bizzarri, insomma raccontare storie. La Chiesa affastella molti pensieri e molta legna di cui si serve per rispondere alle difficoltà presentate dai miscredenti che contestano le frottole raccontate loro.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)

Finalmente è arrivato, dopo The Amazing Colossal Apostle, un'altra ricostruzione delle origini cristiane che assumesse in linea di principio la conclusione a cui era arrivato il dr Detering nel suo The Fabricated Paul (ovvero che tutte le lettere paoline sono fabbricazioni del II secolo EC).

Devo ringraziare la norvegese Anne Skjønsberg per il suo libro The Jesus story Myth or Reality?: What do we know?, dove appunto emerge un sincero tentativo di una ricostruzione del genere.
Skjønsberg rivela fin da subito gli studiosi alla cui influenza è palesemente debitrice: Detering e Robert Eisenman in primis, ma anche Robert Price, Elaine Pagels e il duo Freke & Gandy.

Dedica appena quattro righe, a dire il vero, per citare le opere totalmente pseudo-scientifiche di Acharya e questo costituisce in effetti da solo un grosso limite del libro. Nella mia esperienza, fin troppo spesso ho visto che ricorre alle assurde possibilità ventilate da Acharya solo chi si ritrova a corto di genuina conoscenza storica (e francamente non mi capita sovente di dare dell'ignorante a qualcuno). Spero che la sua recente scomparsa possa almeno servire a disperdere nell'etere virtuale i cosiddetti esperti in “astroteologia”, lasciando solo al demente ciarlatano di turno il malsano entusiasmo nell'abusare dell'altrui fiducia.  Ad ogni caso, la menzione di Acharya en passant risulta piuttosto circoscritta e non infetta fortunatamente la buona qualità del libro, in quanto Skjønsberg  voleva solo alludere, citando l'astroteologia della guru americana, alla possibilità di una generica influenza sincretica (“forse alcuni dei miti detti a proposito del dio Sole sono dietro le storie su Gesù”) sui vangeli: a quello scopo, se fosse stata più attenta e meno boccalona, avrebbe potuto benissimo citare piuttosto la scala Rank-Raglan e notare come il Gesù evangelico vi figura in ben quarta posizione. Salvo questo errore piuttosto madornale (ma sono ottimista che in futuro non vedrò più dementi astroteologi figurare tra i miticisti), comunque, apprezzo la sincera onestà nella confessione di ciò che è veramente evidente una volta che sposti le epistole paoline nel II secolo (coll'inevitabile corollario dell'identità del Paolo storico con Simon Mago): 

Hermann Detering sottolinea che Paolo in parecchi scritti fu considerato Simon Mago e che Simon Mago scrisse parecchie lettere a seguaci in Asia Minore. Quelle lettere erano probabilmente più tardi presentate come le epistole paoline − forse una gran quantità rielaborata. Il nome dell'autore potrebbe essere stato cambiato da Simone Atomo a Paolo, in quanto Simon Mago era malvisto tra i cristiani ortodossi. Le lettere potevano non essere presentate come provenienti da Simon Mago, un eretico ed anticristo, se le lettere dovevano avere credibilità presso i cristiani.
Ma potrebbe anche essere che Marcione solamente cambiò lettere da Simon Mago (oppure altri) che erano in circolazione, e che Simone realmente utilizzò il nome 'il piccolo' oppure Atomo (ossia Paolo) circa sé stesso. Negli anni più antichi furono fatti parecchi errori e modifiche consapevoli oppure inconsapevoli nel materiale che ci è pervenuto, perfino nelle lettere di Paolo. Tutte le edizioni che possediamo oggi erano copiate da cristiani che molto certamente hanno revisionato i testi per adattarli alla dottrina da loro professata. Hermann Detering scrive:

L'Anticristo (Simone) lo incontriamo anche come il Figlio di Iniquità nell'ebraica Apocalisse di Elia. Qui viene anche detto che egli perseguitò i santi con estrema agonia. In un certo senso, sembra come che questo abbia a che fare con Simon-Paolo prima della sua conversione al cattolicesimo! Invero, questo aspetto del ritratto di Simon-Paolo (Paolo come persecutore) sembra essere stato consapevolmente ignorato dall'autore marcionita delle lettere paoline. Egli non aveva alcuna ragione di riportare questo fatto perchè il suo eroe non necessitava di giustificarsi per la persecuzione dei santi (vale a dire le più antiche chiese giudeo-cristiane), i quali per lui, come un antico rappresentante della chiesa giudeo-cristiana, furono una questione indifferente. Fu il redattore cattolico il primo a introdurre i passi sulla persecuzione in Galati, presumibilmente sulla base della presentazione in Atti. Infatti Paolo era ora divenuto un patrono della chiesa pure per i cattolici.  E nella misura in cui la memoria dell'attività persecutoria di Simon-Paolo era presente tra i giudeo-cristiani, questo doveva essere mitigato e compensato mediante l'introduzione di un'esperienza di conversione. La conversione di Paolo, perciò, è molto probabilmente per nulla affatto un fatto biografico, ma solo storico nella misura in cui riflette l'inizio del cattolicesimo con la sua fraternizzaione di Paolo e dei dodici. Solamente ora divenne innanzitutto possibile per giudeo-cristiani e marcioniti vivere pacificamente l'un con l'altro sotto un comune tetto cattolico. Il Simon-Paolo storico fu molto probabilmente non un convertito, ma un rinnegato! − In quanto uno gnostico fuorilegge, Simone è finalmente identico al nemico, o l'uomo ostile, di cui si parla non soltanto nella letteratura pseudo-clementina, ma anche negli scritti ebraici diretti contro Simone, dove è menzionata “la dottrina fuorilegge e irrazionale dell'uomo ostile”, precisamente la dottrina di Paolo. Anche Paolo domanda ai galati: “Sono io divenuto vostro nemico dicendovi la verità [del vangelo]?” (Galati 4:16)

Non è fino al secondo secolo che udiamo di Paolo e del vangelo di Luca e poi allora solo dall'arci-eretico Marcione. Allora esistono più di duecento anni da quando presero luogo gli eventi di cui raccontano i vangeli. Quanti assai dettagli e dati storicamente accurati era possibile ricordare e veicolare durante il primo secolo? Quanto possiamo dire noi oggi su cosa accadde un centinaio d'anni fa − per esempio, la Prima Guerra Mondiale in Europa, di cui abbiamo sia film che cronache, e ora Internet, provvisti di informazione di quel tempo? Gli scrittori dei vangeli non vissero nella regione dove gli eventi son detti di aver preso luogo e loro non erano ebrei. I loro commenti riguardo gli ebrei mostrano che non era un evento storico ciò che descrissero. Cosa dobbiamo allora credere di ciò che scrissero?
La mia conclusione è che in quei documenti parecchie storie furono mischiate assieme, numerosi documenti posti assieme, numerose persone presentate come una sola e anche piuttosto un sacco di fantasia.
Che Simon Mago e Marcione, comunque, fossero dietro la maggior parte di quelle lettere, io lo trovo molto probabile.

(mia rapida traduzione dalla posizione 7450-7490 dell'ebook)

Da Robert Eisenman, indipendentemente da Robert Price, Skjønsberg accetta la conclusione in merito a Giacomo come messianico non cristiano dalle simpatie filozelote e anti-establishment con possibili legami con gli esseni e coi posteriori ebioniti. Sul fatto che Giacomo sia dietro lo Stefano di Atti degli Apostoli, come intuì Eisenman, anch'io lo trovo parecchio probabile.

Da Detering, Skjønsberg accetta come abbiamo visto la stretta identità Paolo = Simon Mago (e la conseguente rivalutazione della gnosi). Egli perciò, proprio come il miticista Robert Price nel suo magnum opus The Amazing Colossal Apostle, vede Marcione un simoniano sulla via di istituzionalizzare il nascente cristianesimo, imitato in questo dai proto-cattolici.

L'essenismo da un lato, e il proto-gnosticismo dall'altro, sono i due mondi che giunsero a confliggere una volta che l'esponente del secondo si intromise nel primo. Due mondi che non Marcione, ma solo la nascente “Grande Chiesa” riuscì fatalmente nell'impresa di amalgamare.

Con quelle premesse, Skjønsberg non può che rifiutare il paradigma di Doherty/Carrier che lei apprende grazie a Freke e Gandy, e che riassume così:
Questo è ciò che [Freke e Gandy] hanno elencato riguardo la datazione delle scritture:
Le lettere paoline       50 circa
Gesù è un mistico dio-uomo che muore e risorge 
il vangelo di Marco    70-110 circa
Al mito di Gesù è dato un contesto storico e geografico
I vangeli di Matteo e di Luca 90-135
Sono aggiunti dettagli della nascita e resurrezione di Gesù e la storia viene abbellita. 

Il vangelo di Giovanni 120 circa
Una teologia cristiana è sviluppata. 

Atti 150-177
Essendo ora creata l'illusione di un Gesù storico, Atti viene creato per raccontare dei suoi discepoli. 

Lettere degli apostoli 177-220 
Sono fabbricate lettere attribuite a Paolo e agli apostoli.
(mia rapida traduzione dalla posizione 7662 dell'ebook)

Tuttavia Skjønsberg accetta la fondamentale tesi miticista che “i vangeli furono probabilmente scritti sulla base di alcune (o qualcosa dalle) cosiddette genuine lettere paoline, basati sulla presunzione che Paolo, menzionando Gesù Cristo (oppure forse piuttosto l'unto salvatore), si stava riferendo ad una persona storica”.
Paolo/Simon Mago scrisse e predicò agli ebrei della Diaspora. Da ciò segue che alcune congregazioni ebraiche devono essere stati i primi cristiani. Allora la domanda successiva è perchè gli ebrei divennero il capro espiatorio tra i cristiani nei primi anni. ... Poichè i vangeli nel Nuovo Testamento presentano una forte attitudine anti-ebraica, questo indica che i vangeli non furono scritti fino a piuttosto qualche tempo dopo le Guerre Giudaiche -- cioè dopo l'anno 135 -- quando i non-ebrei erano la maggioranza tra i cristiani ortodossi. Su questo sfondo, io presumo che le scritture dei primi secoli erano scritte quasi come spiegato da Freke e Gandy, ma con la differenza che le lettere paoline parzialmente devono essere state scritte da Simon Mago e parzialmente scritte o modificate da Marcione. Da cià segue che le lettere parzialmente devono essere state scritte intorno agli anni 50/60 e parzialmente attorno all'anno 140, a dipendere da chi ne era l'autore. Le scritture più antiche devono allora essere state scritte come segue:
I rotoli del Mar Morto 150 AEC - 70 EC
Lettere di Simon/Paolo 50-80 Parti di quelle lettere erano presumibilmente scritte da Simon Mago.
Vangelo di Tommaso 50-100
Presumibilmente scritto da un gruppo simoniano in Alessandria.
Alcune delle lettere di Paolo
120-140 Fabbricate da Marcione.
Cristo è un mistico dio-uomo che muore e risorge.
Vangelo di Marco 100-140
Il mito circa l'uomo Gesù è creato.
I vangeli di Matteo e di Luca 120-140
Dettagli sulla nascita, vita e morte di Gesù sono aggiunti. Le profezie nell'Antico Testamento sono utilizzate per rendere la descrizione degna di fede. A causa di questo, Gesù doveva essere nato in Palestina.
Vangelo di Marcione 140 circa
Vangelo di Luca è modificato.
Nag Hammadi 120-150
I vangeli gnostici sono scritti.
Vangelo di Giovanni 150 circa
Il vangelo è apparentemente scritto in origine come un'introduzione ad un'iniziazione.

Attorno all'anno 150, Policarpo, Papia, Giustino Martire e altri stabilirono un movimento contro Marcione e i gruppi gnostici, e modificarono i vangeli così da poterli adattare alla loro dottrina. Utilizzarono profezie dell'Antico Testamento in un maniera appropriata alle loro dottrine.  Utilizzarono gli esseni e Apollonio di Tiana come esempi della vita e delle dottrine di Gesù. Marciarono contro la dottrina dei filosofi greci e altri maestri di sapienza di tempi più antichi, ma utilizzarono una tale dottrina, specialemnte le parabole, quando serviva al loro scopo. Quindi otteniamo i seguenti scritti:

scritti apocrifi
150-200 basate su leggende note.
Atti 150-177 L'uomo Paolo è creato come un'alternativa a Simon Mago. La sua vita e la sua dottrina è presentata.
Le lettere apostoliche. 150-220 Le cosiddette lettere pastolari di Paolo e le altre lettere ora nel Nuovo Testamento sono scritte.
Attachi agli eretici da 150 in poi
Ireneo, Tertulliano e gli altri.
Nella mia opinione, il cristianesimo venne in essere allo scopo di ridurre l'influenza della teologia di Marcione e della dottrina degli gnostici.
(mia rapida traduzione dalla posizione 7800-7829 dell'ebook)

Uno dei Trentasei Stratagemmi, antichissimo trattato militare cinese sull'arte della guerra, recita
“Uccidere con una spada presa a prestito

 Prima della lettura del libro di Anne Skjønsberg io mi domandavo quale fosse stata la spada “presa a prestito” dai proto-cattolici nel loro feroce antagonismo, a tratti dai toni quasi isterici, a Marcione, una volta intrapresa la decisione di cooptarne e sanitizzarne la letteratura eretica (le originarie epistole 'paoline' più un vangelo). In fondo, quella gente aveva capito cos'era la posta in gioco contro l'uomo del Ponto. Celso descrive perfettamente le rivalità all'epoca tra gnostici e proto-cattolici, quando ancora la chiesa marcionita contendeva il titolo di “Grande Chiesa” a quella proto-cattolica:
E non si creda che io non sappia che tra loro alcuni ammettono di avere lo stesso dio degli Ebrei, altri un dio diverso al quale quello si oppone e dal quale è venuto il figlio. Anzi so benissimo dell'esistenza di una terza categoria di persone che chiamano alcuni Cristiani col nome di psichici e gli altri col nome di pneumatici.
Vi sono poi alcuni che professano di essere Gnostici, altri che, pur accogliendo Gesù, desiderano vivere ancora secondo la legge ebraica, come la massa degli Ebrei, e altri sono poi Sibillisti. Conosco anche dei Simoniani, i quali, venerando Elena o Eleno come loro maestro, son detti Eleniani; ci sono i Marcelliani, seguaci di Marcellina, e gli Arpocraziani, seguaci di Salòme, ed altri ancora seguaci di Mariamme ed altri di Marta. I Marcioniti poi riconoscono il loro capo in Marcione. Altri ancora ne conosco: e chi si è trovato come suo capo un maestro o un demone e chi un altro, brancolando ed aggirandosi tristemente in una gran tenebra ancor più nefanda ed impura di quella dei devoti di Antinoo in Egitto.
A vicenda costoro si scagliano le ingiurie più orribili, dicibili ed indicibili, né potrebbero rassegnarsi alla concordia a nessun patto, poiché si odiano l'un l'altro senza remissione. Così chiamano Circi e «astuti mestatori» gli aberranti. Altri son chiamati «marchio dell'orecchio», altri «enigmi», altri ancora «scandali»; alcuni «Sirene danzanti» e «seduttrici che sigillano le orecchie con la cera e che trasformano in bestie con la testa di porco chi dà loro retta». E da tutti questi, che tanto son disuniti e che tanto turpemente si accusano nelle loro rivalità, sentirai dire: «Il mondo è stato crocifisso per me ed io per il mondo...». E poi i Cristiani esperti nelle scritture sostengono di averne una conoscenza superiore a quella degli Ebrei!

(Origene, Contra Celsum, 5:61-65, mia enfasi)

Per dare un assaggio dell'odio isterico congenito in ogni cattolico verso Marcione (e tutto quello che il suo semplice nome rappresenta), invito il lettore a percepire quel medesimo odio nelle parole di un folle apologeta cattolico di Internet:
Successivamente dal Ponto, una regione dell’Asia minore, si presentò Marcione, altro esponente gnostico, che propose una radicale opposizione al giudaismo e all’Antico Testamento (R.M. Grant, “Gnosticism an Early Chrystianity”, Columbia University Press; Edizione riveduta 1967). Tutti e due questi personaggi furono decisamente respinti, addirittura Policarpo, vescovo di Smirne, discepolo dell’apostolo Giovanni, che in quel periodo (inizio del pontificato di Aniceto, n.d.r.) era presente a Roma, rispose così al tentativo di saluto da parte di Marcione: Ti conosco! Ti conosco! : tu sei il primogenito di Satana (Ireneo di Lione, “Adversus haereses”, III, 3, 4) e (Eusebio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, IV, 14, 7). Nello stesso modo si comportò l’apostolo Giovanni con un altro gnostico, un certo Cerinto, incontrato alle terme di Efeso (Eusebio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, IV, 14, 6). (mia enfasi: ovviamente il folle apologeta cattolico omette prudentemente − e vergognosamente − di riportare l'augurio di morte messo in bocca all'apostolo Giovanni all'indirizzo di Cerinto)

Visto? La bestia cattolica, dopo 2000 anni e rotti, avrà certo mutato il pelo, ma non il vizio, considerando come manifesta dopo 2000 anni contro Marcione lo stesso odio che nutriva per lui il folle apologeta Policarpo. Ecco perchè uno studioso serio e competente come Richard Carrier, che pure non è sospettabile affatto di essere filo-cristiano, non contemplerà mai, almeno pubblicamente, la concreta possibilità che le lettere paoline furono una fabbricazione marcionita, o che il Paolo storico fu in realtà Simone il Mago. Perchè un ipocrita consensus dominato da folli apologeti cristiani potrà certo chiudere un occhio dinanzi a chi nega la storicità di Gesù (previa accettazione della genuinità delle epistole), ma non potrà mai far passare liscia la sfacciata proclamazione che il proto-cattolicesimo fu posteriore alla gnosi.   La cosa migliore dell'opera di Richard Carrier è che lui prende le ipotesi tradizionali (ad esempio, che Paolo scrisse le lettere) e, a differenza dei teologi tradizionali, egli trae da quelle ipotesi precise conclusioni logiche. Anche se non possiamo essere certi sulla validità di quelle assunzioni, il suo caso è un  valido scenario che risponde al quesito 'che cosa se?'.
Naturalmente esiste una buona probabilità che tutta la letteratura cristiana è spuria, ma allora in quel caso non possiamo davvero dire nulla di nulla.

Ricordo che il dr. Carrier dice esplicitamente in OHJ che lui non sfiderebbe mai il consensus casomai lui non potesse fare un caso abbastanza forte contro di esso, perfino se coltivasse i suoi legittimi personali dubbi intorno a quel consensus. Paraddosalmente, proprio perchè lui si basa su ciò che dice il consensus intorno alle epistole, Carrier riesce a fare un fortissimo argomento contro la storicità di Gesù.


Tornando al contributo originale del libro di Skjønsberg, io lo identifico di certo nel riconoscimento della “spada presa in prestito” dai proto-cattolici contro Marcione. Non fu solo Giovanni il Battista (come pensavo, e come pensa anche il prof Vinzent) come ponte ideale ma cooptato tra Gesù e l'Antico Testamento, ma anche un personaggio tanto caro a Robert Eisenman: Giacomo.
Io considero indiscutibile che il Simone su cui scrive Flavio Giuseppe sia lo stesso mago Elima e il Simone che praticò la magia in Samaria, menzionati ambedue in Atti. Come abbiamo visto, Simon Mago visse attorno all'anno 60 EC e fu onorato dai suoi numerosi aderenti e tardi seguaci come un uomo saggio, come un salvatore ed un dio, e rivestito pure dal titolo “Cristo”. Anche Apollonio fu onorato come un uomo saggio di origine divina. Simon Mago fu contro l'ortodossia ebraica e fu esperto in filosofia greca ed egiziana. Presumibilmente egli fu un forte oppositore dell'ortodossia ebraica. Egli ebbe parecchi seguaci. Gli calza bene il termine mistico. E' allora naturale dargli l'epiteto di Mago. Nei luoghi dove Simon Mago guadagnò aderenti, società erano formate e incontri erano pianificati.  Come abbiamo visto, questo accadde, per esempio, a Roma, dove fu onorato come un dio. Come Simone fu chiamato Cristo, Salvatore e figlio di Dio, devono esserci stati quelli tra i seguaci di Simone che per prima chiamarono sé stessi cristiani. Ma nel secondo secolo, quando il successore di Simone Marcione ebbe numerosi sostenitori, gli oppositori di Marcione avrebbero a quanto pare cercato di convertire quelle qualifiche, che devono essere state generalmente conosciute, su qualcun altro rispetto a Simone. Ricercando nei ricordi storici scritti − come per esempio le scritture dell'Antico Testamento − furono trovate predizioni che potevano essere elaborate ulteriormente. Questa fu forse la principale ragione dietro l'inclusione dell'Antico Testamento nel canone cristiano. Dovremo anche notare gli sforzi attivi dei cristiani nello screditare Marcione.
Marcione (85-160) sembra essere il vero autore del vangelo di Luca, nella mia opinione, ma dal suo tempo, alcuni hanno modificato il testo così che esso corrisponde alla desiderata dottrina della fede. Lo stesso sembra applicarsi alla maggior parte delle lettere assegnate a Paolo. La conclusione di Hermann Detering che quelle lettere sono composte di numerose lettere, comprese alcune che in origine probabilmente provenivano da Simon Mago, sembra altamente ragionevole. Più tardi quelle lettere furono abbellite da copisti ed editori e perciò impugnate dai cristiani ortodossi, che quindi cooptarono le lettere di Marcione − che divennero le epistole paoline del Nuovo Testamento − nel loro campo.
Esistevano parecchie leggende in circolazione che furono riportate come eventi apparentemente reali del tempo. Questo lo possiamo vedere dagli scritti apocrifi di cui abbiamo conoscenza oggi. Gli scritti che furono accettati dai cristiani ortodossi sono difficilmente più credibili di quelli che non furono accettati. Come menzionato, fu solo dall'anno 367 che noi possediamo un manoscritto che dice quali scritti dovrebbero essere accettati come il canone cristiano − circa trecento anni dopo l'esistenza di Gesù.
Giustino Martire (100-165) dalla Samaria fu, come menzionato, il primo, a parte gli scritti del Nuovo Testamento, ad affermare che Gesù fu un uomo ucciso sotto Ponzio Pilato. Giustino, che proveniva dalla Palestina, sebbene non un ebreo, deve aver viaggiato per buona parte dell'Impero romano, molto probabilmente dell'Asia Minore, prima di giungere a Roma. Egli deve aver udito di Apollonio di Tiana, del quale fu detto che visse sia ad Antiocha in Siria e sia in Efeso.  Egli deve essere stato consapevole di Giosuè Redivivus e di Simon Mago, che provenivano entramvi dalla Samaria. Giustino fu a Roma al tempo di Marcione e fu all'incirca della stessa età come lui, e poichè essi per qualche tempo devono esser appartenuti allo stesso circolo, egli deve aver conosciuto gli scritti e la teologia di Marcione. Fu tra quei due che ci fu così tanto disaccordo in materia di teologia che Marcione fu espulso dalla Chiesa? Sembra così a me. Forse fu Giustino e il suo gruppo che per prima cambiarono gli scritti di Marcione e crearono la persona Gesù e il cristiano Paolo come sono presentati nel Nuovo Testamento. Giustino nei suoi scritti ha incluso un numero di testi che troviamo nelle epistole paoline e in altri scritti del Nuovo Testamento, sebbene senza far menzione di chi in origine li scrisse. Forse fu lui ad essere l'autore di quei testi. Giustino creò alcune delle leggende che circondano la figura di Gesù, parzialmente basandosi su quel che veniva detto di Apollonio? Non è chiaro quando gli scritti del Nuovo Testamento furono scritti. le più antiche versioni in nostro possesso provengono solamente dalla fine del secondo secolo. E' interessante notare che Ermas (150 circa), del quale fu detto che fu il fratello di un papa, non possiede una singola citazione da una fonte biblica nei suoi scritti.
La comunità giudeo-ortodossa di Giacomo in Giudea non puà essere stata una chiesa cristiana, una società basata sulla storia della crocifissione e resurrezione del figlio di Dio. La società di Giacomo e la chiesa di Paolo, come quest'ultima è presentata nelle epistole paoline, non possono essere state in rapporti particolarmente buoni. Ma il gruppo di Giacomo fu probabilmente utilizzato allo scopo di rappresentare una mitologia di Gesù e presentato come il primo gruppo cristiano allo scopo di offrire ai cristiani qualche legittimità, specialmente alla luce delle profezie dell'Antico Testamento su di un messia da Gerusalemme e dalla Giudea.
 Persone che possiedono straordinarie abilità sono facilmente viste con sospetto dai loro contemporanei. Ognuno che non ha esperito persone con poteri psichici o di guarigione spesso si rifiuta di accettare tali fenomeni. Ognuno che non ha avuto esperienze spirituali facilmente negherà che accadono. Esiste una ragione per credere che esistevano parecchi nel primo secolo che, come oggi, non crederebbero all'esistenza di mistici e psichici tra di loro, così Simon Mago fu combattuto per quella ragione. L'antipatia dei primi patri della chiesa alle filosofie greche ed egiziane indica che questo gruppo costruì un movimento contrario al misticismo e alle religioni misteriche. Come sottolinea Elaine Pagels, esistevano parecchie fedi nell'Impero romano nei primi secoli, e fu necessario un lungo tempo prima che il cristianesimo possa esser detto di aver presso piede. Ma quando finalmente fu accettato, la Chiesa poteva cominciare una persecuzione dei dissidenti e una distruzione di tutti gli scritti che potevano supportare un differente credo. Il dominio del cristianesimo fu quindi assicurato. La struttura gerarchica della Chiesa aiutò a stabilire l“unica vera fede”.
La conclusione dev'essere, nella mia opinione, che i padri della chiesa del secondo secolo crearono una religione basata su personaggi fittizi e leggende dell'Antico Testamento, della filosofia greca e delle religioni misteriche.

(mia rapida traduzione dalla posizione 8702-8760 dell'ebook)

Quella è la lucida conclusione di un'autentica critica radicale dei testi in nostro possesso − mera letteratura, sante favole, e niente più.
Se davvero il “colossale, impressionante apostolo” di Tarso è solo un gigantesco, mastodontico ologramma costruito attorno alla figura del Mago, nella stessa misura in cui l'“incredibile, rimpicciolito figlio dell'uomo” proveniente da Nazaret si riduce ad un minuscolo punto evanescente sotto i colpi della ferrea logica e dell'evidenza - di tutta l'evidenza - in nostro possesso, allora nessuno può sfuggire dalle conclusioni a cui è giunta Anne Skjønsberg. Apprezzo la sua onestà intellettuale e la sua coerenza nell'arrivare a quella conclusione, data quella particolare premessa in merito a Paolo.  Il caso sarebbe finalmente chiuso, se soltanto il dr. Detering avesse pronunciato l'ultimo verdetto finale su Paolo: che lui, chiunque egli fosse, non fu il vero autore delle lettere che portano il suo nome.

Ma se quel Giacomo in odore di essenismo (se non addirittura di sedizione, a detta di Robert Eisenman), al pari di un Giovanni il Battista, fu cooptato cent'anni dopo dai proto-cattolici a sua insaputa e reso “cristiano” come semplice prezioso pedone -- venduto come “fratello di Gesù” o “fratello del Signore” se in un'interpolazione o in una propaganda o in una “epistola” -- da muovere sulla scacchiera contro Marcione, allora il risultato non sarebbe poi così diverso da chi invece accetta fino in fondo l'autenticità delle sette epistole paoline e si spinge però a sostenere che fu Paolo il vero fondatore del mito della crocifissione di Gesù (oltre che della resurrezione), e neppure i cosiddetti “Pilastri” o “santi” da lui abboccati a Gerusalemme. Anche in quel caso ipotetico, infatti, il miracolo accade che persone totalmente ignare di un Gesù crocifisso e risorto, e tanto più di un fantomatico ipotetico “Gesù storico”, furono poi brandite e vendute post-mortem come presunti testimoni genuini non solo di un “Gesù risorto” (come già lo era Paolo), ma anche di un “Gesù storico”. A maggior gloria della sedicente “Grande Chiesa” così come a totale scapito della pura e banale verità. 

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