lunedì 6 ottobre 2014

Gesù Kūmāré e la Favola di Cristo



Dopo una ricerca esaustiva e ancora lontana dal terminare (come ogni vera ricerca), ho cominciato a percepire sia la luce che il buio della storia. Ho scoperto che i primi cristiani come Paolo credevano con tutta sincerità che il loro salvatore non è mai venuto sulla Terra o che se lo avesse fatto, era un personaggio di Star-Trek teletrasportato quaggiù già adulto, senza nessun ventre materno a partorirlo. E ho scoperto altre bombe sorprendenti.

Un utile esercizio che mi ha colpito nei suoi singolari risultati è stata la ricerca degli scrittori dell'epoca di Gesù che avrebbero dovuto ricordare Gesù se fosse esistito, ma non lo fecero. Un miticista che scriveva nel 1999 ne trovò 41 di tali scrittori apparentemente ignari di un Gesù storico nelle loro opere. A tal fine, ho passato delle ore bivaccato nelle biblioteche e su Internet.

Al termine della ricerca, ho triplicato quel primo conteggio: trovando ben 126 scrittori che dovrebbero aver menzionato Gesù, se solo Gesù fosse esistito, e pur tuttavia non hanno scritto nulla su Gesù. Forse il ''silenzio'' più sconcertante proviene dal super-Salvatore stesso. Gesù è un fantasma con solo un briciolo di personalità che NON HA MAI SCRITTO NULLA. Quindi, aggiungerei un altro alla lista: 127.

Forse nessuno di questi scrittori è più affascinante di Apollonio di Tiana, santo avventuriero del primo secolo e nobile paladino. Apollonio era un mago di nascita divina che curava i malati e i ciechi, purificò dalla peste intere città, prediceva il futuro, e sfamava le masse. Era venerato come un dio e come figlio di un dio. Nonostante tali affermazioni senza senso, Apollonio era un uomo vero in carne e ossa ricordato da fonti affidabili.

Perché Gesù apparentemente operò miracoli eccezionali (come quelli descritti in Matteo 27), le sue parole giungendo addirittura "fino ai confini del mondo intero" (Romani 10), ci si aspetterebbe praticamente un ricordo di quegli eventi da parte di ogni persona alfabetizzata del empo. Un contemporaneo di Gesù come Apollonio avrebbe fatto così, così come quelli che hanno scritto di Apollonio.

Non è questo il caso. Nella cronaca del terzo secolo Vita Apollonii di Filostrato, non vi è alcun accenno di Gesù. Né appare Gesù nelle opere di altri epistolari e biografi di Apollonio: l'imperatore Tito, Cassio Dione, Massimo, Moragene, Luciano, Soterico Oasite, Eufrate, Marco Aurelio, o Damide di Ierapoli. Sembra che nessuno degli scrittori del I, II e III secolo avesse mai sentito parlare di Gesù, dei suoi miracoli e della presunta fama mondiale a cui era destinato.

Un altro autore sconcertante è Filone di Alessandria. Ha trascorso la sua vita del I secolo in Oriente attraversano anche la presunta terra d'rigine di Gesù.  Filone raccontò di parecchi contemporanei di Gesù:  Basso, Pilato, Tiberio, Seiano, Caligola, ma non sapeva nulla del profeta sedizioso elevato nella gloria e a vertiginose altezze celesti.

Lo storico Giuseppe Flavio pubblicò la sua Guerra Giudaica intorno al 95 EC.  Aveva vissuto a Giaffa, a qualche chilometro da Nazaret - anche lui sembra inconsapevole sia di Nazaret e sia di Gesù. (Ho già parlato delle evidenti interpolazioni cristiane nelle opere di Giuseppe Flavio che mirano a farlo sembrare un testimone indipendente di Gesù, quando in realtà non lo era affatto.)

La Bibbia venera il genio conosciuto col nome di Paolo, ma era un uomo essenzialmente ignaro del suo salvatore. Paolo non era a conoscenza della madre vergine di Gesù ed era ignorante della natività di Gesù, dei suo parenti, degli eventi della vita, della sua predicazione, dei suoi miracoli, dei suoi apostoli, del suo tradimento, del suo processo al Sinedrio, e della sua passione straziante. Paolo non sapeva DOVE O QUANDO visse Gesù e considerava la crocifissione opera di demoniaci, invisibili ''arconti di questo eone'' (1 Corinzi 2:6-8). A differenza di quanto sostenuto nei vangeli, Paolo mai indicò che Gesù era venuto sulla Terra. E l'affermazione che "cinquecento testimoni" lo videro, anche se solo da risorto (1 Cor. 15) e perciò nemmeno contando come vera evidenza, è forse un'interpolazione.

Qumran, nascondiglio dei Rotoli del Mar Morto, si trova a dodici chilometri circa da Betlemme. Gli autori di quei rotoli non hanno mai sentito parlare di Gesù. Il cristianesimo appariva ancora un culto appena nato nel secondo secolo, ma il vescovo cristiano del Ponte, Marcione, nel 144 CE  negò di Cristo ogni nascita da una vergine o presunta infanzia. La circoncisione di Gesù (Luca 2:21) era quindi una menzogna, così come la crocifissione!

Marcione sosteneva che il vangelo di Luca era corrotto: Cristo si autogenerò sulla Terra da un momento all'altro in presenza in tutti,  puro spirito senza corpo. 
Ho letto le opere del secondo secolo dell'apologeta cristiano Atenagora e mai ho incontrato la menzione della parola ''Gesù'' - Atenagora non conosceva il nome del suo salvatore! Questo mi ha reso sospettoso. E se avessi mancato qualcosa? No. Atenagora era solo un altro pio apologeta cristiano, che era IGNARO DI GESÙ. 

L'originario vangelo di Marco si concludeva al verso 16:8, con falsari successivi che aggiunsero il fantasioso racconto della risurrezione. Anche Giovanni 21 descrive racconti post-mortem di Gesù: altri racconti, altri falsi. Milioni dovrebbero aver sentito parlare della crocifissione con i suoi incantesimi astrali: eserciti di zombie e meraviglie metereologiche (Matteo 27), NON RICORDATI DA NESSUNO STORICO, ma solo nelle dubbie scritture ''sacre'' scarabocchiate decenni più tardi da gente superstiziosa. La leggenda di Gesù si sgonfia ulteriormente a Nazaret, un villaggio privo di anime e di fatto PRIVA DI ABITANTI  fino a dopo la guerra dei 70 EC- sospettosamente, proprio intorno al tempo in cui i vangeli furono elaborati.


Quando considero quei 126 scrittori, i quali AVREBBERO DOVUTO sentito parlare di Gesù, ma non lo fecero - e Paolo e Marcione e Atenagora e Matteo con una tetralogia di opposti Cristi rivali, il silenzio da Qumran a Nazaret via Betlemme, storielle bibliche tra loro contradditorie, e così molti altri misteri e omissioni, devo concludere che Gesù detto Cristo è un personaggio mitico. Gesù di Nazaret non era altro che una leggenda metropolitana, mero frutto del sentito dire, probabilmente un concentrato, nella mente degli stupidi hoi polloi (autori e vittime di quel sentito dire), di diversi rabbini e apocalittici illusi che avrebbero potuto essere parimenti esistiti oppure non esistiti.

Senza contare le molte, troppe somiglianze di Gesù con precedenti  figli di Dio, come Osiride e Mitra e Horus e Attis, troppo sorprendenti per trascurarle rapidamente. 

Così, oggi mi schiero con Richard Carrier - e Robert M. Price, Earl  Doherty, David Fitzgerald, Thomas Brodie, Thomas L. Thompson, Bruno Bauer, Pier Tulip, Frank Zindler, John M. Allegro, Charles-François Dupuis , Arthur Drews, Prosper Alfaric, Georges Ory, Tom Harpur, Alvar Ellegard, René Salm, Timothy Freke, Peter Gandy, Barbara Walker, DM Murdock, e altri, eretici e iconoclasti liberi pensatori tutti, e questo mi sembra chiaramente evidente.

Se tutta l'evidenza e la non-evidenza (che è anch'essa un'evidenza!)  comprensiva di ben 126 (o 127?) autori silenti su Gesù non può convincere già da sola della sua non-storicità, scommetto che scopriremo molto di più. Ma questo non è che una piccola punta di un gigantesco iceberg del Gesù mitico: non aggiunge nulla alla meravigliosa favola del Gesù che fu chiamato Cristo.

Gli scrittori silenti su Gesù:


   
    Albino
    Alcinoo
    Ammonio di Atene
    Alessandro di Ege 
    Antipatro di Tessalonica 
    Antonio Polemo
    Apollonio Discolo
    Apollonio di Tiana 
    Appiano
    Archigene
    Areteo
    Arriano
    Asclepiade di Prusa
    Asconio
    Aspasio
    Atilicino
    Attalo
    Basso di Corinto
    C. Cassio Longino
    Calvisio Tauro of Berito
    Cassio Dione
    Cheremone di Alessandria 
    Claudio Agatemero
    Claudius Tolomeo
    Cleopatra la fidica
    Cluvio Rufo
    Cn. Cornelio Lentulo Getulico
    Cornelio Celso
    Columella
    Cornuto
    D. Aaterio Agrippa
    D. Valerio Asiatico
    Damide
    Demetrio
    Demonas
    Demostene Filalete
    Dione di Prusa

    Dionisio II di Alicarnasso    
    Domizio Afer
   
Elio Teone
    Epitteto
    Erone di Alessandria    
    Erotiano
    Eufrate of Tiro
    Fabio Rustico
    Favorino Flacco

    Fedro
    Filippo of Tessalonica
    Filone di Alessandria

    Flavio Giuseppe    
    Flegone di Tralle     
    Floro
    Frontone
    Gellio
    Gordio di Tiana
    Gneo Domizio
    Giusto di Tiberiade 
    Giovenale
    Lesbonas di Mitilene
    Lucano
    Luciano
    Lisimaco
    M. Antonio Pallante
    M. Vinicio
    Macrone
    M. Emilio Scauro
    Marcello Sidete
    Marziale
    Massimo Tirio
    Moderato di Cadice
    Musonio
    Nicarco
    Nicomaco Geraseno
    Onasandro
    P. Clodio Trasea
    Peto Palemone
    Pamfila
    Pausania
    Pedaco Dioscoride
    Persio/Perseo
    Petronio
    Plinio il Vecchio
    Plinio il Giovane
    Plotino
    Plutarcco
    Pompeio Saturnino
    Pomponio Mela
    Pomponio Secondo
    Potamone di Mitilene
    Tolomeo di Mauretania
    Q. Curzio Rufo
    Quintiliano
    Rubellio Plauto
    Rufo di Efeso 
    Saleio Basso
    Scopeliano il Sofista
    Scribonio
    Seneca il Vecchio 
    Seneca il Giovane 
    Sestio Afranio Burro
    Sestio Giulio Frontino
    Servilio Damocrate
    Silio Italico
    Sorano
    Soteride di Epidauro
    Sotione
    Stazio il Vecchio
    Stazio il Giovane
    Svetonio
    Sulpicio
    T. Aristone
    T. Statilio Critone
    Tacito
    Tallo
    Teone di Smirne
    Trasillo di Mende
    Ti. Claudio Pasione 
    Ti. Giulio Alessandro
    Tiberio
    Valerio Flacco
    Valerio Massimo
    Vardane I
    Velleio Patercolo
    Verginio Flavo
    Vindice


Non potrò mai sapere con assoluta certezza cosa accadde duemila anni fa ma so che il mormonismo fu fabbricato da un folle pazzo visionario. Nelle parole di Christopher Hitchens:

 Nel marzo 1986 il tribunale di Bainbridge, nello stato di New York, condannò un uomo di ventun'anni per essere «una persona sregolata e un impostore». Questo avrebbe potuto costituire tutto quanto c'era da sapere su Joseph Smith, il quale durante il processo ammise di aver truffato dei cittadini americani organizzando fasulle spedizioni alla ricerca dell'oro e anche simulando poteri da magia nera o «negromantici». Comunque, nel giro di quattro anni riapparve sui giornali dello stato di New York (che si possono leggere ancora oggi) come scopritore del «Libro di Mormon».
(Dio non è grande: come la religione avvelena ogni cosa, pag. 153)

Di cosa si trattava?
La storia effettiva dell'impostura è quasi imbarazzante da leggere ed è altrettanto imbarazzante la facilità di metterla a nudo.
...
In breve, Joseph Smith annunciò di essere stato visitato (com'è d'uso, tre volte) da un angelo di nome Moroni. Il detto angelo lo informò di un libro, ''scritto su tavole d'oro'', che illustrava le origini delle genti vissute in Nord America nonchè le verità del Vangelo.

(pag. 154)


Scrive Hitchens:
Gli studi più recenti hanno smascherato ogni altro «documento» mormone, al meglio quale misera abborracciatura, al peggio quale falso penoso...  ...Come Maometto, Smith poteva produrre rivelazioni divine in tempi assai brevi e, spesso, semplicemente quando gli conveniva (in specie, come Maometto, quando voleva una nuova ragazza e desiderava prenderla in moglire). Alla fine, volle strafare e subì una fine violenta, dopo aver scomunicato quasi tutti i poverretti che erano stati i suoi primi discepoli e che erano stati tiranneggiati a verbalizzare quanto egli dettavia. Tuttavia, questa vicenda solleva alcune questioni assai interessanti relativamente a ciò che accade quando un palese imbroglio si trasforma in una seria religione davanti ai nostri occhi.
(pag. 156, mia enfasi)


L'eredità spirituale del ''profeta'' Joseph Smith fu purificata via via da successive ''rivelazioni divine'' con tanto di proibizione dell'imbarazzante poligamia prima permessa, quindi del razzismo per conformarsi al politicamente corretto del momento. Così lo sviluppo storico dalla fabbricazione del mito alla ''rispettabile'' religione è ben documentato, in questo caso.


Non esiste nessuna ragione per credere che la genesi di qualsiasi grande religione fosse sostanzialmente diversa..

Ma perchè anche persone intelligenti scelgono autonomamente di credere alle fantasie religiose?


La spiegazione più plausibile è che loro, pur se intelligenti, non possono distinguere tra religioni organizzate e  imbonitori dell'ultima ora.


I credenti potrebbero trovarlo difficile da accettare, eppure è interressante osservare quel che succede quando qualcuno si appresta a inventarsi una falsa religione dal nulla e a spacciarla per vera. Un'operazione del genere funzionerebbe oppure la gente si accorge della truffa fin troppo facilmente?
«sono i vostri reali guru che ci rendono i falsi guru così necessari»

Il regista indo-americano Vikram Gandhi desiderava girare un documentario sulla fiorentissima industria dello Yoga negli Stati Uniti, concentrandosi sul ramo principale della stessa: i Guru.

Per investigare al meglio l'argomento, Vikram Gandhi alla fine decise di diventare un Guru egli stesso, con tanto di barba e turbante e occhi ipnotici, e il risultato è stato il suo film Kumaré, dal nome scelto da V.Gandhi per impersonare il suo alter ego, un Maestro giunto in Arizona da  un luogo immaginario ai piedi dell'Himalaya chiamato Aali'Kash e che, armato di tridente d'ordinanza, impartisce la sua saggezza ad ignari discepoli americani. La lezione che si può trarre dal suo documentario - al 100% autentico e girato senza copione alcuno - è che l'unico Guru di cui abbiamo bisogno è quello che è già in noi.

Allo stesso modo, l'unico ''Gesù'' di cui Paolo ebbe veramente bisogno per creare nuovi ''fratelli del Signore'' fu ''il Figlio in me'' (Galati 1:16).

Vikram Gandhi ha spiegato sulle pagine del New York Times come il suo progetto iniziale, un semplice documentario sullo Yoga, è diventato l'illuminante Kumaré:

"Per sviluppare il mio progetto ho incontrato moltissimi Guru, ma ogni volta avevo l'impressione che stessero improvvisando, fingendo; tutti gli altri attorno a me sembravano pensare invece che si trattasse di autentici Maestri. Così mi sono chiesto cosa sarebbe successo se mi fossi comportato anche io nello stesso modo, da Guru. Ho aggiunto una é finale al mio secondo nome, Kumar, e ho improvvisato un pò di pose acrobatiche in stile Yoga...
...
In sostanza, io volevo investigare sul carattere delle persone che si aggrappano a questo genere di cose, sulla dinamica tra fede, fedeli e leader spirituali e sono riuscito a farlo sebbene io continuassi ad affermare che ciò che io insegnavo loro era irreale e non aveva senso. Se anche Kumaré appariva loro come un extraterrestre - tridente, scalzo, cestino da picnic e drappi arancioni - allo stesso tempo evidentemente risultava credibile, perchè di fatto ero sempre io. Si immaginavano di parlare con un essere giunto ad un livello spirituale molto più elevato del loro, mentre Kumaré era solo un uomo normalissimo che rispondeva a tutte le loro domande ripetendo incessantemente "Tu conosci già la risposta".
Naturalmente mi sono dovuto anche preparare psicologicamente alle reazioni di coloro che mi stavano dando la loro fiducia, una volta che l'inganno fosse stato svelato. Al momento opportuno ho semplicemente messo le carte in tavola e ho detto loro "State apportando dei cambiamenti alle vostre vite, ma non avete affatto bisogno di me per continuare a farlo, perchè io di voi non so nulla, anzi: non so proprio nulla di nulla in assoluto!"

Nel film, un gruppo di devoti seguaci cercano il suo consiglio sui loro problemi esistenziali e finiscono così col diventare terribilmente dipendenti sul suo ''vangelo'', al limite del fanatismo.

La psicologia che lavora sottobanco in simili situazioni potrebbe essere davvero semplice. 

Imbroglioni come Kumaré o Joseph Smith o Paolo hanno successo allorchè riescono a comunicare alle future vittime quello che loro stessi, stupidi hoi polloi, vogliono sentirsi dire. Lo stesso è vero dei vari Sai Baba del mondo che vendono con profitto le loro speranze celesti alla gente. La sola ragione per la quale Gesù non si adatta a questa categoria è che lui probabilmente non è mai esistito. 

Perchè, come ripete Richard Carrier:

Gesù non è Joseph Smith. Gesù è Moroni.

E il vero Paolo?

Come scrisse Robert Price,
Il vero parallelo è con Pirke Aboth 1:1, ''Mosè ricevette la Torah sul Sinai, e la passò a Giosuè; Giosuè agli anziani; gli anziani ai profeti; e i profeti la passarono agli Uomini della Grande Assemblea.'' Poi, successivamente, per esempio, ''Antigono di Soco ricevette la tradizione da Simone il Giusto'' (1:3). Paolo è non come Antigono, ma come Mosè. Lui si trova al punto di partenza. Lui è il primo recipiente mortale della tradizione. Lui non è un anello successivo della catena, come sarebbe sul modello cattolico, dove egli avrebbe ricevuto una tradizione sacra dagli apostoli prima di lui.
(The Amazing Colossal Apostle, pag. 341, mia libera traduzione e mia enfasi)