domenica 26 ottobre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 2:2

 (segue da qui)

Che la predicazione cristiana fin dall’inizio non faccia distinzione fra uomini e donne è in realtà un tratto che emerge sulla base della Nuova Stoà. Per Musonio (Tacito, Hist. 3:81; Ann. 15:71), contemporaneo più giovane di Seneca († 65), predicare e insegnare erano la stessa cosa – cfr. l’Anthologion di Giovanni Stobeo 4:212-216; 220-223 nell’edizione di Meineke – e in questo contesto egli affermava che anche le donne dovessero “filosofare”. “Gli stoici”, riferisce ancora in generale Lattanzio (Div. inst. 3:25), “hanno detto che schiavi e donne devono filosofare”. E Musonio, che fu maestro di Epitteto (attivo intorno al 120) e dei cui scritti si è servito in particolare anche Clemente Alessandrino (150–215), ha insegnato tra l’altro agli uomini che l’aborto e l’uccisione del neonato erano atti immorali (Joh. Stob. Flor. 75:15; 84:21): la stessa cosa che, a giudicare da Barnaba 19:5 e Didaché 2:1, insegnò a suo tempo anche il più antico catechismo dei convertiti elaborato ad Alessandria, un opuscolo che doveva avere molto in comune con l’Enchiridion di Epitteto. Ma chi è che in Galati 3:28 afferma che quanti sono in Cristo Gesù, figli di Dio insieme, non fanno più distinzione fra uomo e donna? Così parla un ellenista, uomo di una sinagoga che non è più sinagoga, uomo di un’ekklesia radicalmente non palestinese (Galati 1:13): l’elevatore, l’abolitore e conciliatore delle opposizioni, da spiegarsi come proveniente da Alessandria, che come giudeo o simpatizzante del giudaismo non aveva soltanto precursori orientali ed egiziani, ma anche, e in modo più specifico, precursori platonici e stoici.

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