martedì 10 gennaio 2023

Origini Sociali del CristianesimoLa Giudea

 (segue da qui)

La Giudea.

La Giudea offre lo stesso contrasto di forze favorevoli e ostili alla nuova fede. Dapprima confinata, dal ritorno dall'esilio, in ristretti limiti, si era espansa, sotto i Maccabei e i loro successori asmonei, verso nord fino alle città di Lidda, Hamathaim, Efraim, tenute fino ad allora dai Samaritani, verso sud, fino alle frontiere dell'Idumea, sua antica nemica, verso ovest, fino alla pianura costiera della Sefela, antico feudo dei Filistei dove sorgevano ricche città: Joppa, oggi Giaffa, Jamnia, Azot, Ascalon, Gaza, Gerah. Dappertutto le pratiche ebraiche erano state imposte strettamente. Ma la conquista romana aveva attenuato la loro impresa. I nuovi Territori a nord e a sud restavano acquisiti al giudaismo. Ne fu lo stesso, a ovest, per Joppa e Jamnia. Ma le città più meridionali della Sefela, che avevano subìto solo con riluttanza la dominazione asmonea, furono popolate da Goyim. I Greci vi erano particolarmente numerosi e vi davano l'impronta. Ascalona, ad esempio, era talmente conquistata dall'ellenismo che gli aveva dato, nella prima metà del I° secolo A.E., un filosofo di grande fama, un caposcuola, Antioco, che si era applicato a conciliare le dottrine della Nuova Accademia con quelle degli stoici, del Platonismo e del Pitagorismo. Erode il Grande si era preoccupato di onorare quella città greca dotandola di bagni, di fontane e di colonnati splendidi. Gaza, che le imprese leggendarie di Sansone avevano reso così popolare agli ebrei, era così poco giudaizzata, aveva così tante affinità, per la sua cultura pagana, con la Siria, che era stata annessa a quest'ultimo paese dopo la morte di Erode. [8] È proprio sulla strada che va da Gerusalemme a quella città che gli Atti degli Apostoli fanno andare il missionario Filippo, subito dopo l'evangelizzazione della Samaria, su invito di un «Angelo del Signore». Lo mostrano in seguito mentre porta la buona novella del Cristo Salvatore da Azot a Cesarea, a tutte le città della costa che si presentano sul suo cammino. [9] Immagine molto eloquente delle agevolazioni che offrivano la propaganda cristiana in terre ellenistiche. 

In compenso, i centri popolati da puri Israeliti erano nel complesso chiaramente refrattari. Rappresentavano il giudaismo più intransigente, più chiuso alle novità. Tutto in loro richiamava un passato lontano e riverito. È a Hebron, nella grotta di Macpela, che c'era la tomba di Abramo, a Beer-Sheba dove aveva soggiornato Isacco, a Bethel dove Giacobbe aveva avuto la sua famosa visione. Gerico era famosa per i prodigi che vi aveva compiuti Giosuè, Ramah per la sepoltura di Samuele, Betlemme per la nascita di Davide. Gli abitanti di tutti questi luoghi sacri avevano il culto dei grandi antenati. Si consideravano i loro unici eredi diretti e non avrebbero voluto discostarsi in nulla da questi venerabili modelli. Ognuno appariva loro attraverso i commentari dei Dottori della Legge stabiliti a Gerusalemme. Vicini alla capitale, che era l'unico centro dove potevano istruirsi, seguivano in tutto le sue indicazioni. Ma questi erano necessariamente conservatori, ostili a ogni modifica dello status giuridico di Israele che legava Israele al suo Dio.

NOTE DEL CAPITOLO 2

[8] GIUSEPPE, Antichità giudaiche 17, 11:4.

[9] Atti 8:6 e 40.

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