sabato 29 febbraio 2020

AVVERTIMENTO



AVVERTIMENTO

Anche se il titolo di questo libro sembra sufficientemente chiaro, vorremmo ricordare gli argomenti che non abbiamo trattato. Abbiamo deliberatamente ignorato i grandi temi e le questioni serie che si riferiscono a Gesù Cristo; così, Dio e la Chiesa sono restati al di là del nostro orizzonte.

Non abbiamo voluto abbandonarci ad alcuna polemica contro le credenze, opinioni o osservanze che possono dare un senso alla vita di un gran numero dei nostri contemporanei. La tolleranza non è unilaterale e il dialogo non deve essere reso impossibile tra tutti coloro che possono dedicarsi ad una ricerca storica disinteressata o che vogliono contribuire alla costruzione di un mondo migliore.

Per contro, abbiamo pensato che, sul piano della storia realmente vissuta dagli uomini sulla terra, era necessario ribellarsi contro l'annessione dei fatti per mezzo della fede o della ragione da parte della scolastica, contro l'intervento della Rivelazione e il travestimento o l'interpretazione dei fatti da parte di una tradizione e di metodi che, di fronte alla scienza, non hanno alcun valore. Sappiamo, naturalmente, che molti teologi e prelati sarebbero d'accordo, in fondo, ad abbandonare certe credenze e a rinunciare a certe affermazioni ma, a partire dal momento in cui la Chiesa continua a predicare e a insegnare presunte verità che è incapace di provare, e che le sue élite ricusano, noi consideriamo nostro dovere denunciare questo comportamento. La fiduciosa ignoranza delle folle, la pia adesione degli intellettuali cristiani e persino il silenzio o la riserva dei non credenti non meritano un tale disprezzo.

Sappiamo bene che alcuni dei nostri argomenti sono molto vecchi; se li ripetiamo è perché non sono mai stati confutati o non sono mai stati trattati se non col disprezzo e con l'oblio.

Non pretendiamo per nulla all'originalità; tutto è stato già detto. Dobbiamo molto agli studiosi che si sono concentrati su questo problema, soprattutto dalla metà del XIX° secolo fino ad oggi. Senza dirlo ad ogni istante, a volte anche senza rendercene conto, abbiamo raccolto da loro molte constatazioni. Abbiamo voluto raccogliere ciò che ci sembra essere l'essenziale, segnalare le questioni (spesso sconosciute al pubblico colto) che si pongono, ricordare alcune soluzioni, e infine delineare alcune nuove vie di ricerca.

Il lettore si accorgerà molto presto che noi scriviamo spesso: «Gesù tiene tal proposito, Gesù si reca a Gerusalemme, Gesù è morto». Noi ci esprimiamo così per rendere più chiara l'esposizione, ma non si deve concluderne che prendiamo queste parole alla lettera e che, contraddicendoci, noi affermiamo implicitamente l'esistenza di Gesù Cristo o la realtà degli atti o detti che gli sono prestati. Non è la nostra opinione che noi esponiamo, ma piuttosto quella dei passi che analizziamo per soppesarne il valore. 

Non nascondiamo il fatto che il nostro studio è incompleto e che abbiamo generalmente riassunto i problemi invece di svilupparli; il numero di pagine di questo volume era limitato, cosa che non ci ha impedito di ripeterci qua e là per farci meglio comprendere.

Il nostro studio è stato limitato, con deliberato proposito, al solo problema del Gesù storico; noi ne abbiamo scartato tutto ciò che ha a che fare con le origini cristiane propriamente dette: sette e ambienti sociali, regioni dove il cristianesimo si è insediato, ruolo di certi personaggi, filosofie, letterature, religioni del vicino Oriente nel primo secolo, influenza dell'ellenismo, ecc. Forse ci sarà permesso successivamente di ampliare la presente esposizione con un'altra che tratterà questi vari argomenti. 

Quel che ne sia, anche se (come lo crediamo noi stessi) il nostro piano non è perfetto, esso classifica un certo numero di questioni che si intrecciano inestricabilmente ma che dobbiamo, almeno momentaneamente, isolare le une dalle altre per meglio conoscerle. Ciascuno sa che la vita, di cui fa parte il fenomeno religioso, trabocca sempre al di là delle cornici dove la nostra pigrizia naturale vorrebbe confinarla. Noi speriamo che la presente esposizione metta un po' d'ordine in un soggetto immenso; ha superato molte insidie e falsi pretesti, ma purtroppo non è riuscita a sfuggirvi.

Per chiudere questa prefazione, non potevamo fare di meglio che prendere da Ernest Renan un brano della sua prefazione alla 13° edizione della sua famosa VITA DI GESÙ: «Io scrivo per proporre le mie idee a coloro che cercano la verità. Quanto alle persone che hanno bisogno nell'interesse del loro credo, che io sia un ignorante, un falso spirito o un uomo di malafede, io non ho la pretesa di modificare il loro avviso. Se quella opinione è necessaria, al riposo di alcune persone pie, mi farei un gran male a disilluderle»

G. O.

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