martedì 31 dicembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «L'Apocalisse»

(segue da qui)

L'Apocalisse

Ma, si può dire, questa concezione del Messia conquistatore, che nessuno discute, era un controsenso, e il cristianesimo si è ben guardato dal cadere in questo errore: il Gesù dei vangeli accetta di pagare il tributo a Cesare, e non gli importa della dominazione romana, poiché il suo regno non è di questo mondo. Non si può realizzare la sua salvezza sotto il giogo romano?

Questo è molto facile da dire, ora che è dimostrato che la rivolta ebraica era destinata al fallimento. Ma i primi cristiani ne erano così sicuri? Questo equivarrebbe a dimenticare un testo molto importante, uno dei primi del cristianesimo, l'Apocalisse. Questo testo ebraico, scritto durante la grande guerra (69 circa) e impregnato dell'odio contro i Romani, la cui maggior parte è dedicata ad annunciare l'imminente rovina della «grande Babilonia» (Roma) e la vittoria del Messia, non è, nella sua versione primitiva, un documento cristiano: ma come spiegare che, intorno al 95, un autore cristiano abbia sentito il bisogno, aggiungendovi tre capitoli introduttivi, di annetterlo e di inviarlo a sette comunità cristiane? Non è forse la prova che, almeno per alcuni cristiani, l'idea del Messia trionfante e del suo regno terreno non era esclusa? Infatti l'annuncio di questo Messia sanguinario, così diverso dal Gesù dei futuri vangeli, è stato proprio fatto, intorno al 95, ai cristiani. L'autore ignora chiaramente che Gesù sia vissuto sessantacinque anni prima, e attende la venuta del Messia che annuncia come imminente: tutto ciò che è scritto in questo libro deve accadere presto, i tempi sono vicini, Egli verrà. 

E non apprendiamo da nessuna parte che i destinatari (nemmeno quelli di Efeso, che avevano ricevuto le predicazioni di Paolo) hanno protestato, sia per l'ignoranza del cosiddetto Giovanni riguardo alla vita di Gesù, sia per quella falsa immagine di un Messia assetato di sangue!

Del fatto che alcuni cristiani, all'origine, abbiano creduto nel Messia trionfante descritto nell'Apocalisse, ne restano tracce anche nei vangeli. Nello pseudo-Luca, Gesù dice: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!» (Luca 12:49), e ancora: «E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza» (la parabola è trasparente, 19:27). E cosa si fa profetizzare a Maria incinta? «Ha rovesciato i potenti dai troni... Ha soccorso Israele, suo servo, secondo la promessa che era stata fatta… ad Abramo e alla sua discendenza» (Luca 1:51-55). 

Ma tutto ciò fu presto dimenticato, ed è per inavvertenza che questi passi non sono stati corretti. L'Apocalisse stessa fu discussa per tre secoli poiché non concordava più con il dogma che si era imposto. Certo, il cristianesimo ha subito rinnegato l'idea di un Messia vincitore dei Romani con la spada, ma il messaggio dell'Apocalisse non ha alcun senso, se questa idea non ha almeno tentato, all'origine, di infiltrarsi nelle comunità, al seguito delle controversie sulla persona del Messia (Cristo).

1 commento:

Klaus Schilling ha detto...

L'apocalissi è di un tempo molto più tarde. Già Gustav Adolf van den Bergh van Eysibnga lo mostrava in De Wording van de Katholike Kerk :
http://radikalkritik.de/geschichte/g-a-van-den-bergh-van-eysinga-werke/de-wording-van-de-katholike-kerk

Sopratutto l'apocalissi lotta contro il Basilide.