martedì 13 agosto 2019

La Favola di Gesù Cristo — «La tesi»

(segue da qui)

La tesi

Non è dunque in virtù di un ragionamento logico a priori, tanto meno in virtù di una propensione alla negazione, che sarò portato ad assicurarvi, come ha fatto Prosper Alfaric alla Sorbona, il 17 dicembre 1946, che «Gesù è un puro mito, analogo a Osiride, Adone, Attis, Mitra, Ermes o Apollo». [4] È perché uno studio attento dei testi mi ha condotto (lentamente) alle seguenti conclusioni, che mi propongo di dimostrarvi:

1°) Non abbiamo alcuna prova dell'esistenza dell'uomo Gesù; tutte quelle che invocano i credenti sono incoerenti o false;

2°) La nascita e la diffusione del cristianesimo si spiegano allo stesso modo, che Gesù sia esistito o meno, perché Gesù non è il fondatore del cristianesimo;

3°) Il cristianesimo è nato in Siria, non in Palestina;

4°) Il mito di Cristo si è formato lentamente, a partire da elementi eterogenei; non è il frutto di un fatto accaduto ad una data precisa nella storia, ma il risultato di un'elaborazione graduale, nella quale sono intervenute delle numerose influenze estranee all'ambiente ebraico.

Detto altrimenti, il Cristo è un mito composito, sul quale si è innestato nel II° secolo la leggenda di un Gesù immaginario.

NOTE

[4] P. ALFARIC: «Les origines sociales du christianisme», conferenza pubblicata presso Cahiers Rationalistes (1947, n° 93).

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