domenica 17 marzo 2019

LE TESTIMONIANZE SULLA STORICITÀ DI GESÙ di Arthur DrewsFilone e Giusto di Tiberiade.



LE TESTIMONIANZE NON CRISTIANE

Vista la vaghezza, l'imperfezione e l'inaffidabilità dei racconti evangelici di Gesù, nella misura in cui è interessata la sua realtà storica, i testimoni della letteratura non cristiana hanno sempre occupato un posto prominente nella questione della sua storicità. Fin dai primi pochi secoli dell'era attuale, i pii cristiani cercavano negli scrittori ebrei e pagani i riferimenti a Gesù, convinti che tali riferimenti vi dovessero essere trovati; consideravano con grande preoccupazione gli innegabili difetti della tradizione e, nell'interesse della loro fede, cercavano di rimediare all'assenza con  più o meno astute “pie frodi”, come gli Atti di Pilato, la lettera di Gesù al re Abgar Ukkama di Edessa, [1] la lettera di Pilato a Tiberio, e falsi simili. Ancora maggiore era la dipendenza dai pochi passi della letteratura profana che sembravano offrire qualche conferma della verità storica delle cose descritte nei vangeli. Siccome quei cosiddetti testimoni non-cristiani sono di nuovo branditi per confutare la negazione della storicità di Gesù, nella discussione che ha seguito l'apparizione di Il Mito di Cristo, e sono persino premuti su di noi come testimonianza decisiva, dobbiamo fare un'indagine approfondita sul valore di quei riferimenti negli scrittori profani che sembrano supportare il credo in un Gesù storico.


LE TESTIMONIANZE EBRAICHE

1. FILONE E GIUSTO DI TIBERIADE.

Cominciamo con le testimonianze della letteratura ebraica. Qui incontriamo da subito la singolare circostanza che Filone (dal 30 A.E.C. al 50 E.C.) non fa riferimento a Cristo. Filone, il filosofo alessandrino e contemporaneo di Gesù, non era in alcun modo uno studioso isolato che non si interessava alle sorti del suo popolo. Come ambasciatore degli ebrei alessandrini presso Caligola, egli patrocinava gli interessi dei suoi correligionari a Roma e, con tutta probabilità, visitò di persona la terra dei suoi padri. Addirittura in un punto fa un riferimento accidentale a Pilato, che aveva provocato un'agitazione tra gli ebrei a Gerusalemme per qualche offesa contro le loro idee religiose. [2] Gli siamo inoltre debitori per alcune importanti informazioni sulla setta palestinese degli Esseni, che per molti aspetti assomigliava molto agli Iesseni e ai Nazareni, come all'inizio erano chiamati i cristiani. Le sue opinioni personali, infatti, hanno un'affinità così inequivocabile con quelle delle sette contemporanee giudeo-gnostiche, [3] e alcune di queste, come i Cainiti, sono descritte da lui così dettagliatamente [4] da essere altamente improbabile che Filone non conoscesse i Nazareni, sull'ipotesi che fossero davvero un gruppo importante ai suoi tempi, e causassero una seria agitazione tra gli ebrei come comunemente si crede.

Si potrebbe suggerire che Filone non abbia avuto occasione di parlare di loro.

Come possiamo spiegare, allora, che lo storico ebreo Giusto di Tiberiade, un altro contemporaneo e un connazionale più vicino al presunto Gesù storico che visse a Tiberiade, non lontano da Cafarnao, dove Gesù avrebbe dovuto essere particolarmente attivo, è a sua volta silente su di loro? Giusto scrisse una cronaca dei re ebrei fino ai tempi di Agrippa II. L'opera originale è stata persa. La conosciamo solo da un riferimento in Fozio, un patriarca di Costantinopoli del nono secolo. Fozio ci assicura, tuttavia, di aver letto la Cronaca di Giusto in cerca di riferimenti a Gesù e di non averne trovati nessuno; egli attribuisce alla “malattia” cioè, all'incredulità — degli ebrei il fatto che proprio un uomo come Giusto non menziona l'apparizione di Cristo, l'adempimento delle profezie da parte sua, e i miracoli che eseguì. Tuttavia, siccome apprendiamo da Fozio che la cronaca era semplicemente una breve trattazione di un argomento che non aveva un legame diretto con la vita di Gesù, non dobbiamo riporre fin troppa attenzione sull'assenza di ogni riferimento. Resta comunque il fatto che lo stesso Fozio credeva che ci dovesse essere qualche menzione di Gesù, e fu sorpreso di non trovarne nessuna.

NOTE

[1] Eusebio, Storia Ecclesiastica, 1:13.

[2] Schürer, Geschichte des Jüd. Volkes, quarta edizione III, pag. 678, ecc.

[3] Gfrörer, Philo und die Jüd.-Alex. Theosophie, 1835.

[4] M. Friedländer, Der vorchristliche Jüd. Gnosticismus, 1898, pag. 19, ecc.

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