mercoledì 6 giugno 2018

Gli Inizi del Cristianesimo Gnostico : Il Dogma dell'Incarnazione (IV) — Comunità Gnostiche Ebraiche nel Primo Secolo

(segue da qui)

CAPITOLO IV

IL DOGMA DELL'INCARNAZIONE

1. COMUNITÀ GNOSTICHE EBRAICHE NEL PRIMO SECOLO

La speculazione teosofica che risultò dall'interazione di filosofia greca e religione ebraica si espresse in un numero di sistemi che, avendo un po' di principi base in comune, manifestò, dopo il periodo necessario di sviluppo, una varietà considerevole nei dettagli. Gli interrogativi che agitavano la mente degli uomini erano come quelli per esempio: Come può essere stata creata la materia, oppure plasmata in qualche modo, da un Essere spirituale? Com'è possibile per gli uomini sapere, o avere qualche relazione con, un Dio immateriale, invisibile? Come si deve riconciliare l'esistenza del male colla bontà di Dio? Se l'uomo non è un essere spirituale come può essere immortale in qualche senso? Se egli è un essere spirituale, perché egli è peccaminoso? Come può liberarsi dalla morte del peccato e ottenere l'immortalità che solo il puro spirito può aspettarsi di godere? Se Dio è perfettamente giusto, come può ogni uomo sfuggire alla punizione? Abbiamo visto come una comunità davvero antica tentò di rispondere ad alcuni di quelli interrogativi; ma, siccome le Odi di Salomone sono per scopo e natura un'espressione del lato emozionale della religione della comunità, ci potrebbe essere stato per essa un lato più speculativo di cui non offrono nessuna informazione. D'altra parte, è probabile che in certi gruppi ci fosse stato più interesse ai problemi puramente religiosi della relazione tra Dio e l'uomo e dei mezzi di salvezza piuttosto che alle speculazioni cosmologiche che esercitarono la mente di quelli a cui il nome di gnostici è stato applicato in particolare. Sappiamo un buon numero di cose a loro riguardo da parte di scrittori cristiani del secondo secolo e successivi; ma se ci furono comunità del primo tipo che divennero fuse nella Chiesa cristiana nel corso del primo secolo, potremmo facilmente non aver appreso alcunché circa loro. [1] Il fortunato caso della preservazione e scoperta delle Odi di Salomone ci ha fornito informazioni circa una comunità del suo tipo; ma è probabile che quella fosse la sola? Una setta come gli esseni il cui zelo di proselitismo fu simile, come abbiamo visto, a come dev'essere stato sicuramente quello della comunità delle Odi, è stata rappresentata in parecchi luoghi. È perfino probabile che in un periodo durante il quale vi era così attivamente all'opera un fermento del pensiero religioso tra ebrei della Diaspora, sarebbero venute in esistenza in maniera più o meno indipendente comunità di una natura alquanto simile. Ebrei itineranti avrebbero diffuso in giro idee correnti al di là della propaganda intenzionale.
Secondo gli Atti degli Apostoli, Paolo, quando giunse a Pozzuoli sulla sua via per Roma, vi trovò “fratelli”. Se ciò è corretto significa che ci fu una comunità cristiana di qualche tipo a Pozzuoli; ma non c'è nessun ricordo della sua fondazione. Ci fu una chiesa anche a Roma, dal momento che ci viene detto che “fratelli” vi si recarono da Roma per incontrare Paolo. Esiste una prova indipendente in questo caso, poiché Onofrio dice che Clemente, che succedette a Cleto come capo della chiesa romana, fu costituito nell'anno 68. Il capo prima di Cleto fu Lino, e secondo Epifanio ciascuno di quelli uomini mantennero la carica per vent'anni; così che la chiesa fu in esistenza già all'inizio dell'anno 45. E, dal momento che non è detto che Lino sia stato il suo fondatore, la data della sua origine è sconosciuta. La probabilità è che essa fosse stata in esistenza per un bel po' prima che Lino divenisse il suo capo, perché la tradizione relativamente posteriore che la chiesa era stata fondata da Pietro e Paolo prova che ogni ricordo della sua fondazione era stato perso. La natura della comunità a Roma non è conosciuta in maniera certa, ma c'è qualche prova che essa fosse ebraica e messianica, il che spiegherebbe il fatto che il Paolo ellenistico non sembra aver avuto nessuna relazione con essa. [2] C'è una prova comunque che ci fu una comunità di ebrei ellenisti a Roma nel primo secolo. Sappiamo di più circa la comunità di Corinto. Anche quella comunità non fu fondata da Paolo; in Atti non c'è nessun indizio di essa. Ma quando Paolo giunse a Corinto egli si associò ad una “sinagoga”, alloggiandovi nei pressi, senza dubbio per la convenienza di parteciparvi. In questa sinagoga, che conteneva greci come pure ebrei, Paolo predicava regolarmente con accoglienza per parecchi mesi. Non segue che poiché il luogo è chiamato una sinagoga si trattava del luogo di incontro di ebrei ortodossi. Gli gnostici ebrei chiamavano sinagoghe i loro luoghi di incontro. I marcioniti avevano “sinagoghe”; e Ireneo scrive di “tutte le sinagoghe degli eretici”. La sinagoga nella quale Paolo predicò a Corinto non può essere stata una sinagoga di ebre ortodossi, perché ci viene detto in Atti che Paolo, dopo avervi predicato là per parecchie settimane, fu indotto dalla Parola (Logos) a rivolgersi agli “ebrei”, implicando che in qualche senso i membri della sinagoga non fossero “ebrei”. Quelli ebrei si opposero immediatamente e bestemmiarono. Ma quando Crispo, un capo della sinagoga, “credette con tutta la sua casa”, egli fu in grado apparentemente di rimanere capo. Dobbiamo ricavare che, mentre la dottrina predicata da Paolo variava in qualche misura da quella tenuta in precedenza, essa non può essere stata opposta ad essa nei punti essenziali. In particolare è certo che la comunità non fosse ebraica; se lo fosse stata, vedendo che Paolo predicava l'abrogazione della Legge mosaica, i membri, come “gli ebrei” a cui egli si rivolse in seguito, gli si sarebbero opposti e avrebbero bestemmiato. Ma non è ricordata nessuna opposizione di sorta nella “sinagoga”. Quando Paolo era stato a predicare per diciotto mesi, Sostene, o il capo a fianco di Crispo oppure il suo successore, fu così tanto un simpatizzante di Paolo che egli fu condotto dagli ebrei assieme a Paolo di fronte al tribunale di Gallione e là perfino percosso da loro Io ho fornito ragioni altrove [3] per credere che è Sostene colui il cui nome figura assieme a quello di Paolo nell'incipit alla prima epistola ai Corinti. In quell'epistola è implicato che Paolo fosse non il fondatore della chiesa corinzia, ma che fosse stato un visitatore ad una chiesa già costituita. Poiché egli dice (2:1): “Io, fratelli, quando venni da voi”. E quando venne scritta l'epistola la comunità era stata in esistenza abbastanza a lungo perché fossero morti parecchi dei suoi membri originali. Come sappiamo da 11:30, “e non pochi dormono”. L'epistola è composita, e probabilmente il capitolo 8:1-4 è una porzione dell'epistola di Sostene. Da quei versi si può ricavare che la comunità fosse gnostica. Poiché vi è scritto: “Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza [Gnosi], e sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo”. Coerentemente lo scrittore non vede nessun danno intrinseco nel consumo di carne sacrificata agli idoli, ma egli pensa che sia meglio trattenersi per amore di altri che non possiedono la Gnosi e lo ritengono peccaminoso. E ben risaputo che gli gnostici in realtà consumavano questa carne senza problemi per lo stesso motivo dichiarato da questo scrittore. La “conoscenza” in questione non era conoscenza comune, perché altri cristiani credevano che le divinità pagane fossero demoni. I Naasseni, che avevano a loro volta “conoscenza”, potevano partecipare senza problemi ai riti dei culti salvifici pagani. Un editore successivo, che disapprovava il ragionamento, fornisce un antidoto tramite una condanna davvero intransigente della pratica in 10:19-21.
Siamo allora giustificati a concludere che la “sinagoga” trovata da Paolo a Corinto fosse una congregazione di ebrei ellenistici e greci; che il suo credo religioso si potrebbe descrivere come un credo gnostico; e che essa era stata in esistenza per un tempo considerevole quando Paolo vi giunse. Essa fu in realtà una congregazione dello stesso tipo della comunità delle Odi; e non c'è nessuna ragione per supporre che non fosse in esistenza negli anni più antichi del primo secolo. La dottrina insegnata in tutte quelle comunità di ebrei ellenistici dev'essere stata molto simile all'inizio, incorporando certe idee religiose che erano correnti nel periodo della loro fondazione. Ma col passare del tempo la dottrina primitiva venne elaborata in varie direzioni e gradi tramite l'influenza di platonismo, stoicismo, gnosticismo orientale, e delle circostanti religioni misteriche. In alcune delle comunità, senza dubbio, si era verificato poco sviluppo e la dottrina rimase relativamente semplice. La storia dogmatica delle altre è una pagina bianca finché, essendo diventate definitivamente eretiche, esse attrassero l'attenzione ostile di scrittori cristiani alla fine del secondo secolo. Ma non è impossibile estrarre dalle informazioni fornite qualche conoscenza della dottrina più antica.

NOTE

[1] Perché gli Atti degli Apostoli non menzionano gli Esseni e i Terapeuti, che erano numerosi e importanti? Chi d'altra parte furono i “santi” trovati da Pietro a Lidda e i “discepoli” scoperti da Paolo in vari luoghi? Si potrebbe sospettare che lo scrittore fu troppo politico per darne informazioni precise.

[2] Parecchi critici del Nuovo Testamento hanno concluso che le parole “in Roma” in Romani 1:7 non siano originali.

[3] A Critical Analysis of the Four Chief Pauline Epistles, pag. 152.

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