venerdì 9 marzo 2018

Marcione (di Georges Ory) — L'Evangelion

(séguita da qui)


L'Evangelion:


Marcione aveva costituito con le Epistole, l'Evangelion e le Antitesi un autentico corpus cristiano; egli non proclamò né l'autorità né l'ispirazione divina; non diede nessun nome all'autore dell'Evangelion; gli ultimi marcioniti affermarono che questo vangelo fosse stato scritto da Cristo stesso, con Paolo che gli aveva aggiunto i dettagli della crocifissione. Quest'ultima affermazione sembra improbabile perché i dettagli della crocifissione non appaiono in nessuna delle sue lettere ed egli non si riferì mai alla Passione. Tuttavia, si può trattenere da questa tradizione che la Passione non appariva originariamente nel vangelo di Cristo, e d'altra parte che Paolo conosceva solo una crocifissione mitica e cosmica in opposizione assoluta alla tortura ignominiosa che viene raccontata oggi nei vangeli cattolici.

Marcione non conobbe questi altri vangeli e mai i Padri della Chiesa dicono che egli li conobbe. Egli proclamò solo uno, quello che Paolo aveva predicato.


Le nostre principali fonti di informazioni sul suo Evangelion provengono dai peggiori nemici di Marcione, Tertulliano ed Epifanio, i quali scrissero molto tempo dopo di lui. L'opera di Tertulliano contro Marcione fu composto intorno all'anno 208, quello di Epifano 170 anni dopo. Così, due e sette generazioni separarono questi autori dal corpus marcionita.


La critica di quelli avversari è lontana dall'essere obiettiva; essi sono appassionati, spesso insolenti e in mala fede che camuffarono i testi oppure li interpretavano erroneamente pur di annullare le opinioni assurde che Marcione stesso non aveva mai professato; stavano combattendo la dottrina di quest'ultimo opponendogli testi che non provenivano da lui.


Colui che per prima accusò Marcione di aver mutilato il vangelo di Luca fu Ireneo (intorno al 185 cioè più di quarant'anni dopo la pubblicazione del corpus marcionita), un'accusa ripresa con veemenza da Tertulliano ed Epifanio.


In realtà, di quel che potremo chiamare una pia leggenda, c'è solo l'accusa di Ireneo che scrisse alla fine del ventesimo secolo e di cui non si sa nulla di qualche validità. L'unico fatto sicuro su di lui è che alcuni scritti sono stati posti sotto il suo nome. Abbiamo perciò in lui un testimone posteriore, indiretto, poco conosciuto, [6] unico, a cui non possiamo prestare a priori una fiducia assoluta. Il lavoro attribuitogli, però, merita di essere letto attentamente perché è indicativo di una situazione che molti critici vogliono ignorare.

NOTE

[6] Si veda il Bulletin Ernest-Renan Circle numero 101. Inoltre, va notato che l'opera di Ireneo “Contro le Eresie” non esiste più nella sua forma originale, ci ha raggiunto in un'antica versione latina (ad eccezione di gran parte del primo libro che è stato conservato in greco grazie a parecchie citazioni di Ippolito e Epifanio), che nel complesso il testo (greco e latino) è spesso più incerto. Ci sono solo tre manoscritti di questo trattato “Contro le eresie”. I più antichi manoscritti che abbiamo di loro risalgono al decimo o all'undicesimo secolo.

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