domenica 11 marzo 2018

Marcione (di Georges Ory) — La priorità di Marcione

(séguita da qui)


La priorità di Marcione:

In due occasioni (La prescrizione contro gli eretici 30, Contro Marcione 1:19), Tertulliano accusa Marcione di aver separato il Nuovo Testamento dall'Antico. Sarebbe interessante se fosse vero; ma nessuno ha mai conosciuto un libro religioso contenente sia l'Antico che il Nuovo Testamento al tempo di Marcione; non doveva separare ciò che non era mai stato riunito. L'espressione “Antico Testamento” poteva nascere solo quando c'era un “Nuovo”, il quale apparve solo con l'Evangelion e l'Apostolikon.

Quello che è probabile è che la distinzione di Marcione tra le false e le vere scritture costrinse la Chiesa a dividerle in Antico Testamento e Nuovo Testamento. Lo stesso Tertulliano, spesso incoerente nelle sue affermazioni successive, lo ammette; egli scrive nel capitolo 36 di La prescrizione contro gli eretici che è la Chiesa romana ad  aver unito la Legge e i Profeti agli Evangelisti e agli Apostoli. Quest'ammissione è di estrema importanza.

Inoltre, quale testo aveva davanti a lui? Egli certamente non aveva il testo primitivo del vangelo di Paolo, né quello dell'Evangelion di Marcione; quei testi dovevano essere già profondamente modificati al suo tempo. Egli aveva a disposizione anche il vangelo di Luca nel suo testo originale?

Tertulliano e Epifanio spesso si appellavano alla memoria perfino quando paragonavano Marcione a Luca; questo metodo era estremamente suscettibile di critica. Così hanno rimproverato Marcione per aver soppresso alcuni passi del vangelo di Luca che questo, in realtà, non conteneva, ma che erano in Matteo; quest'ultimo sembra essere il loro autore preferito. In ogni caso, è difficile pensare che Marcione scelse deliberatamente, per la sua opera di falsificazione, un vangelo (Luca) che esordiva in maniera scioccante per lui. Egli avrebbe dovuto eliminare i primi centotrentadue versi e una parte considerevole del resto. Era più facile per lui farne uno nuovo; ma non fu mai accusato di questo. Perché Marcione, se egli avesse utilizzato l'opera di Luca, ha copiato solo il suo vangelo e non gli Atti?

Dopo il critico tedesco Semler, il primo (nel 1783) a rifiutare di accettare la tradizione ostile a Marcione, molti studiosi negarono che l'Evangelion fosse un testo mutilato di Luca, un fatto che non impedì all'imponente successione di specialisti ortodossi di seguire le orme di Tertulliano.

Per quasi un secolo, la maggior parte dei critici che sostengono che il testo di Marcione è posteriore a quello di Luca impiegano argomenti linguistici. In primo luogo essi suggeriscono che se i passi “rifiutati” da Marcione fossero veramente aggiunte posteriori in Luca, ci dovrebbe essere qualche differenza di stile tra quei passi e il resto del testo; ma non li scoprono. Le peculiarità e le caratteristiche dello stile di Luca sarebbero altrettanto frequenti, dicono, nelle parti omesse da Marcione come nel resto e non è possibile immaginare che l'interpolatore abbia imitato così bene (soprattutto nei primi due capitoli) lo stile di Luca e aggiunto storie e pericope, ignorate da Marcione, senza che nessuno se ne accorga.

Questo ragionamento è di grande debolezza e di evidente soggettività; si basa solo su ipotesi molto discutibili ed è facile rispondere ai suoi argomenti:

a) tutti gli scrittori del tempo avevano quasi lo stesso vocabolario e stile, specialmente nel trattamento dello stesso soggetto religioso;

b) l'antichità era un periodo favorevole alla proliferazione di copisti, plagiatori, compilatori, arrangiatori; alcuni plagiari o correttori avevano raggiunto una grande destrezza nel ritocco ed è certo che durante la completa rielaborazione di un testo un editore o  compilatore avrebbe potuto cambiare il suo vecchio aspetto, conferendogli una certa unità di stile e di pensiero;

c) fatto più grave, la ricerca di critiche sul vocabolario o sullo stile dell'Evangelion non fu condotta su un testo di Marcione (essi non lo avevano), ma sul testo di Luca e, per inciso, sulle citazioni di Ireneo, Tertulliano & company.

È stato supposto gratuitamente che se Marcione contenesse una simile pericope — il che non è certo — la avrebbe scritta nella forma in cui si trova in Luca, fatto che non è né probabile né stabilito. Noi così riusciamo a “provare” semplicemente l'omogeneità linguistica del nostro vangelo di Luca, senza alcuna relazione con Marcione. Luca è confrontato con Luca;

d) D'altra parte possiamo dubitare dell'omogeneità del testo di Luca quando confrontiamo le storie e i passi che, in Luca, provengono da due diverse fonti. Nel suo Marcion and the New Testament  (1942), John Knox fece le seguenti conclusioni che ci sembrano del più alto interesse.

Dei 1148 versi di Luca:
578 gli sono particolari,
570 hanno paralleli sinottici.

Su questo totale, 
682 versi potrebbero essere appartenuti a Marcione
di cui 262 sono particolari a Luca
420 hanno paralleli sinottici
per contro 283 versi non appartengono a Marcione dei quali  255 sono particolari a Luca
58 hanno paralleli sinottici.

Il resto, 183 versi, potrebbe essere appartenuto o meno a Marcione.
Comprende: 91 versi particolari a Luca, 92 versi con paralleli sinottici.

Così, secondo Knox, i versi mancanti a Marcione appaiono, in grande prevalenza, come versi particolari di Luca; una parte importante del testo di Luca non si trova nell'Evangelion. D'altro canto, Marcione contiene molto più materiale conservato nella tradizione sinottica di quanto non abbia in comune con le parti specifiche di Luca, 420 contro 262.

Sembra perciò difficile ammettere che Marcione si sia abbandonato all'inutile fatica di sopprimere in tali proporzioni i particolari passi di Luca, specialmente se egli avesse potuto scegliere come base di lavoro un altro sinottico, ad esempio Marco, col quale presenta tante cose in comune. Gli accordi testuali di Marcione con Marco (o Matteo) contro Luca tendono a stabilire la priorità di Marcione su Luca.

Tutto è comprensibile se il nostro Luca è una composizione più tarda del vangelo di Marcione oppure se è una seconda versione di un vangelo marcionita; in questo caso, tutto il materiale di Luca è cronologicamente posteriore al resto del testo, il che significa che Marcione non lo conosce (non più di quanto lo conoscessero gli altri sinottici).

In queste condizioni possiamo considerare che è il vangelo di Marco, in uno stato precedente a quello che possediamo, che sarebbe stato il meno distante dal testo primitivo dell'Evangelion; è il vangelo di Marco che sarebbe stato sostituito per prima all'unico vangelo predicato da Paolo e pubblicato da Marcione.

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