domenica 8 maggio 2016

Perchè il cristianesimo ci fece questo???


“Basti pensare che staremmo ad esplorare la galassia per ora”.

Presenza di Gesù di Nazareth, di questa religione orientale, del crocifisso e dell’ostia in quel mondo in cui gli orsi parlano, gli occhi di foca si mangiano crudi, il sangue eccita il corpo nelle sue pulsioni orgiastiche pronte a sorgere a ogni momento. Stupidità di una religione della rinuncia, dell’ascesi e dell’odio del corpo nel paese degli iceberg, degli hummock, delle balene e della banchisa. Impero di preti, commercianti, mercanti e professori, accomunati dall’obiettivo di distruggere una civiltà per infliggerne un’altra che non ha dato prova della sua superiorità là dove ha regnato senza riserve e senza mitezza per più di un secolo.
(Michel Onfray, Estetica del Polo Nord, pag. 52)

Il serio e competente studioso Richard Carrier aveva già consigliato la lettura di questo libro, Christianity Is Not Great: How Faith Fails, edito da John Loftus. Sono rimasto così affascinato dalla lettura del capitolo 10, dove lo stesso Carrier illustra le nefandezze di quel periodo chiamato Medioevo (mentre nel mondo anglofono è chiamato più giustamente DARK AGE), che ho deciso di darne una libera traduzione per i lettori italiani (per chi voglia leggere anche le note, rimando al testo originale). 


 
Lo traduco anche perchè vedo fin troppo spesso alcuni (folli) apologeti cristiani improvvisatisi crociati (!) elogiare la (schifosa) religione cristiana - ed in particolare cattolica (!) - per il suo ruolo storico di baluardo anti-islamico dell'Europa (al punto da giungere a disprezzare l'apertura del pontefice regnante agli immigrati). In realtà il cristianesimo non ha fatto nulla per impedire che l'Europa sprofondasse nei Secoli Bui (come ben dimostra l'articolo del dr. Carrier) successivi alla caduta dell'Impero romano. E tutto lascia pensare che non farà nulla per impedire l'insorgere di nuovi medioevi (vedi la Russia cristiana ortodossa del dittatore Putin, rea di un altro esecrabile gesto di intolleranza contro l'ateismo). I folli apologeti cristiani critici del pontefice sono talmente ciechi e idioti da non accorgersi che Francesco I non sta affatto facilitando l'invasione islamica di un continente cristiano: sta piuttosto facilitando l'invasione islamica di un continente oramai scristianizzato. Perchè lo fa è presto detto: evidentemente per questo pontefice pubblicitario perfino l'Islam è preferibile all'ateismo e all'agnosticismo dilaganti. Lo vede in qualche modo come l'unico 'pieno' (di teismo) capace di colmare un 'vuoto' (di ateismo e 'nichilismo') altrimenti insopportabile ai suoi occhi di folle apologeta cattolico. 

Così ad esempio il penetrante scrittore francese Houellebecq nel suo libro visionario (da me recensito qui) descrive il revival del teismo grazie ad un futuro Islam padrone dell'Europa, mettendo in bocca al personaggio musulmano principale del libro questa vera e propria (delirante) apologia del teismo più monoteista:

 “Sì, la bellezza dell'universo è notevole; il suo gigantismo, soprattutto, è stupefacente. Centinaia di miliardi galassie, composte ciascuna da centinaia di miliardi di stelle, alcune delle quali distano miliardi di anni luce - centinaia di miliardi di miliardi di chilometri. E, sulla scala del miliardo di anni-luce, comincia a costituirsi un ordine: gli ammassi galattici si scompongono formando un grafo labirintico. Provi a esporre questi fatti scientifici a cento persone prese a caso per strada: quante di loro avranno il coraggio di sostenere che tutto questo sia stato creato per caso? Tanto più che l'universo è relativamente giovane - quindi miliardi di anni al massimo. E' il celebre argomento della scimmia dattilografa: quanto tempo servirebbe a uno scimpanzé che battesse a caso sulla tastiera di una macchina da scrivere per ricreare l'opera di Shakespeare? Quanto tempo ci vorrebbe a un caso cieco per ricostruire l'universo? Di sicuro mlto più di quindici miliardi di anni! Non è solo il punto di vista dell'uomo della strada, è anche quello dei grandi scienziati; forse nella storia dell'umanità non c'è mai stata una mente più brillante di quella di Isaac Newton - pensi allo straordinario sforzo intellettuale, inaudito, di unire in una stessa legge la caduta dei corpi terrestri e il movimento dei pianeti! Ebbene, Newton credeva in Dio, ci credeva fermamente, tanto da dedicare gli ultimi anni della sua vita a studi di esegesi biblica - l'unico testo sacro che gli fosse realmente accessibile. Neanche Einstein era ateo, benché l'esatta natura della sa credenza sia più difficile da definire; ma quando obietta a Bohr che 'Dio non gioca a dadi' non sta affatto scherzando, per lui era inconcepibile che le leggi dell'universo fossero governate dal caso. L'argomento del 'Dio orologiaio', che Voltaire giudicava inconfutabile, ha conservato tutta la forza che aveva nel XVIII secolo, ha perfino guadagnato in pertinenza man mano che la scienza tesseva legami sempre più stretti tra l'astrofisica e la meccanica delle particelle. Non c'è in fondo qualcosa di un pò ridicolo nel vedere questa creatura gracile, che vive su un pianeta anonimo di un braccio periferico di una galassia comune, drizzarsi sulle sue piccole zampe per proclamare: 'Dio non esiste'? La prego di scusarmi, sono troppo prolisso...”
(Michel Houellebecq, Sottomissione, pag. 213-214)
 
 Se l'ateismo e la secolarizzazione riusciranno a rendere via via meno coriaceo l'Islam europeo (perchè oramai l'Islam è a tutti gli effetti una religione europea) all'accettazione dei valori occidentali, allora il miracolo avverrà che perfino gli islamici europei saranno gradualmente de-islamizzati. Altrimenti, sembra inutile specificarlo, l'Europa diventerà Eurabia (e a momenti mi sembra che lo sia già diventata). Se questo significa impossibilità di esercitare diritto di satira anti-religiosa e anti-teista come Charlie Hebdo, allora è un futuro che sarei riluttante anche solo ad immaginare. 

Ma almeno, se questa è la prospettiva amara che attende l'Europa, almeno so riconoscere, fin d'ora, che è stato ancora una volta il cristianesimo, ed in particolare il cristianesimo cattolico di un Bergoglio, a tradire l'Europa facilitandone la caduta in un nuovo, più oscuro medioevo.




Il cristianesimo non causò la caduta dell'Impero Romano. Piuttosto, quel collasso permise la rinascita del cristianesimo nel totale potere politico e culturale. Seguì il Medioevo, un'era di diffusa barbarie durante il quale quasi tutti i migliori valori, tecnologie, conoscenze, e raggiungimenti dell'era greco-romana furono dimenticati oppure abbandonati e dovevano essere ri-appresi e re-inventati tutto daccapo parecchi secoli più tardi. In questo periodo il cristianesimo nè corresse quel che era andato sbagliato e neppure reintrodusse una brama per i sogni e le aspirazioni dei più antichi idealisti greci e romani, ma al contrario, il cristianesimo abbracciò una parziale e a volte piena ritirata da loro. Il cristianesimo non uccise in modo decisivo la scienza o l'ultimo spiraglio di speranza per la democrazia. Ma non fece altrimenti alcuno sforzo per liberare e rivivere i loro ideali, e invece li lasciò alla deriva, con poco segno di pentimento, e in alcuni casi perfino a encomiare il loro decesso. Quindi, il cristianesimo era nocivo alla scienza e alla democrazia. Pose un limite al progresso scientifico e politico per un millennio, e anche dopo rese la loro riscoperta difficile, penosa, e lenta.
Non è che il cristianesimo “necessariamente e uniformemente” calpestò scienza e democrazia, solo che non possiamo affermare che il cristianesimo “incoraggiò” scienza e democrazia durante i suoi primi duemila anni, anche se alcune significative fazioni cristiane lo fecero più tardi oppure lo fanno ora. Il cristianesimo sollevò così grandi numerosi ostacoli alla riscoperta dei valori pagani scientifici e democratici durante e dopo i suoi primi duemila anni, e ad una minor misura ancora lo sta facendo oggi. E poi, naturalmente, non è che tutto il cristianesimo fa questo ora. Puttosto, è che il cristianesimo sempre genererà fazioni che lo fanno, come sempre ha fatto (e fece proprio addietro allora). E l'ultima cosa che vogliamo è permettere a una fazione del genere di tornare al potere, come è stato il caso durante i primi duemila anni di cristianesimo in sella. Noi non dobbiamo tornare indietro al Medioevo. 
E ancora per oltre un secolo c'è stata una tendenza in corso a negare che il Medioevo fosse mai accaduto. A volte questa è solo una malata battaglia semantica. (“Si, il Medievo accadde ed era immensamente spaventoso, ma per piacere non chiamarlo Età dei Secoli Bui, ma il Felice Illuminato Tempo di Divertimento!”)
A volte è un edulcorato negazionismo. (“Quel che gli odiatori dei cristiani intendono chiamandolo Età Buia era veramente di fatto il Felice Illuminato Tempo di Divertimento, non oscuro del tutto ma un'era di luce e bene e progresso e davvero cose terrificanti!”) A volte sono solo i cristiani che cercano di evitare di ammettere che la loro religione rovinò ogni cosa ed è da incolpare per quasi tutto ciò che schifo ancora nel mondo. (“Guarda, okay, il Medioevo era abbastanza cattivo, e ci pone indietro di mille anni, ma non era l'errore del cristianesimo, di fatto il cristianesimo rese tutto migliore!”)
È ora che i cristiani fermino questo nonsense e solo affrontino il fatto: il Medioevo accadde, era davvero un'era oscura nella Storia occidentale, e i cristiani, e il cristianesimo, erano da incolpare per esso.
Ciò non vuol dire che il cristianesimo inevitabilmente oppure solamente causò il Medioevo, ma esso accadde quando i cristiani erano al potere, ed erano le decisioni dei cristiani ad approssimarlo e a fallire di prevenirlo o invertirlo, ed era il cristianesimo (come un sistema di credenze, nella forma che esso aveva preso allora) che mosse quei cristiani a prendere le cattive decisioni che portarono al Medioevo; e lo sostennero per secoli; e addirittura combatterono contro tentativi di estrarre l'Occidente fuori da esso—perchè il Rinascimento e l'illuminismo ebbero parecchi rumorosi e a volte potenti nemici all'interno del cristianesimo, dai papi e così via, e i loro motivi erano esplicitamente teologici. Così che cos'era il Medioevo? Perchè è stato chiamato così (e dovrebbe essere chiamato così)? E cosa lo causò, e lo sostenne per cinque secoli?

Definirlo Come Lo Vediamo

Il Medioevo come un termine è giunto a riferire al deterioramento (o invero completo collasso) culturale, politico, intellettuale ed economico (o invero completo) che occorse in Europa tra la caduta de facto dell'Impero Romano Occidentale nel quinto secolo EC e l'inizio di una lenta rinascita nella complessità economica e culturale per la fine del decimo secolo, un periodo di circa cinquecento anni.
Di fatto, i livelli di conoscenza e complessità raggiunti dall'Alto Impero Romano, dal primo secolo AEC all'alba del terzo secolo EC, non saranno raggiunti di nuovo fino ad almeno al quindicesimo secolo, ma questo secondo periodo di cinquecento anni è più comunemente riferito come un'era di rinascita, il periodo quando, non più in declino, l'Occidente cominciò una volta di nuovo a riprendere la via di ritorno verso dove una volta era stato. Un lento strisciare. Richiese più di cinque secoli per riguadagnare tutto il tragitto da dove il Medioevo ci aveva lasciato cadere. Ma era almeno uno strisciare in una direzione coerentemente all'insù. L'ultima parte di quel periodo è perfino ufficialmente etichettato il Rinascimento, la  “Rinascita,” nonostante, in realtà, un rinascere dell'interesse nei valori, nella letteratura, e nel pensiero pagani un tempo dimenticati  era già cominciato nell'undicesimo e dodicesimo secolo. Esso si espanse soltanto su tutti gli aspetti dell'arte e dell'intellettualismo (e anche sulla politica e sull'industria) nei secoli tredicesimo e quattordicesimo, per allora permeando e guidando così la società occidentale da realmente essere notato e rilevato da ognuno che ne fece esperienza. Quel Rinascimento allora condurrebbe all'Occidente che finalmente avanza in ogni campo oltre i raggiungimenti dei Greci e dei Romani, cominciando nel sedicesimo secolo e culminando nell'Illuminismo del diciassettesimo e diciottesimo secolo, che ci portarono le Rivoluzioni Scientifica e Industriale che ora definiscono la società moderna. 
Il periodo dal quinto al decimo secolo è anche poveramente (o meno affidabilmente) documentato relativamente ai periodi prima e dopo di esso, rendendo una ricostruzione di quel che realmente vi accadde durante un compito più difficile. Ma non è tutto ciò che lo rese oscuro. Era un tempo oscuro pure in ogni altro campo. Un ritorno ad una società immersa nell'ignoranza e nella superstizione, economicamente in rovina, politicamente nel caos, avendo perduto oppure dimenticato la maggior parte dei progressi scientifici e tecnologici dell'era precedente, letteralmente cannibalizzando sé stessa per sopravvivere—in quanto ogni cosa dall'artigianato di bronzo agli strumenti scientifici come pure qualsiasi cosa, da opere d'arte in bronzo a strumenti scientifici fino all'ingranaggio della torre dell'orologio pubblico fu fuso e riciclato come monete o stoviglie.

L'Impero Romano d'Oriente non esperì questo stesso collasso e forte declino, ma anch'esso fallì di realizzare qualsiasi significativo progresso nella scienza, tecnologia, logica, filosofia, o matematica—sempre—e solo sopportò un più lungo e più graduale declino nella rovina. Nessun Rinascimento per loro. Loro, anche, finirono solo per cannibalizzare tutta la passata gloria da loro ereditata, per poi sedersi e non fare nulla. Considera soltanto il Codex Archimedes: questo conteneva parecchi dei più grandi trattati scientifici dello scienziato pagano Archimede, ma nel tredicesimo secolo, entro l'Impero Bizantino, l'inchiostro sulle sue pagine fu raschiato e l'intero libro riscritto con inni a Dio. Quello è il genere di cos'era il Medioevo come nell'Occidente. Un affossamento di scienza e conoscenza e curiosità e progresso, e la sostituzione al loro posto di una costante stupida preghiera ad una deità che non esiste.
In generale un'età oscura è ogni era in cui una considerevole quantità di conoscenza è perduta, specialmente conoscenza scientifica e tecnica e politica, mentre il dominante spirito del tempo guarda indietro ad un momento prima che fossero abbracciati modi più illuminati di fare le cose (che è la ragione per cui declinano anche i modelli di ricordare la Storia, rendendo quindi difficile ricostruirla onestamente). La perdita del 99 per cento di tutta la letteratura, e della corrispondene conoscenza storica e scientifica e politica che conteneva, è il contrassegno di un'età oscura, ed è esattamente quel che accadde nel Medioevo. L'abbandono dei più alti ideali civilizzati, tecnologici, storici, democratici e scientifici dell'antica elitè romana, in cambio dei più barbarici modi di pensare e agire, la rese ancora più oscura.


È solo in cima a ciò che notiamo che assai meno fu ricordato durante quei secoli, e assai meno accuratamente, di quanto fosse stato il caso in tempi classici, e solo una piccola frazione di quel che era ricordato prima fu preservato, e perfino cosa sopravvisse rimase noto incredibilmente a pochi, e posto a buon uso da ancora più pochi. Allo stesso tempo, le più grandi aspirazioni dei pagani, con i loro struggenti ideali di democrazia ed eguaglianza e diritti umani, proprio come i loro ideali empirici e lo spirito scientifico da essi ispirato, erano abbandonate in favore di più primitive idee di sovrani “costituiti-da-dio” costantemente in guerra su una società feudale di contadini de facto schiavi e donne subordinate, dominati da preti squassati con ignoranza e superstizione.  Che è proprio a cosa sembra simile un Medioevo. E quello è ciò che l'Occidente sopportò.
L'intera nozione di un'“Medioevo Età Buia” cominciò durante il Rinascimento. Perchè fu allora così fortemente ovvio quanto orribile e arretrato quell'era fosse al confronto. Artisti e scrittori del Rinascimento semplicemente “contrastarono la ‘rinascita’ delle arti e delle lettere” che stavano sperimentando (di cui tutto ispirato dai loro predecessori pagani) “col periodo precedente di oscurità culturale.”Esso non fu neppure allora dichiarato oscuro perchè non esisteva nessun'arte o letteratura o memorie di quell'era (quelle non erano le “Pitch Black Ages”). Fu chiamato età buia perchè era così immensamente ignorante e non sofisticato al confronto coi periodi anteriori e posteriori. Gli storici durante il Rinascimento quindi assunsero il concetto di una “dark age” per riflettere un “riconoscimento chiaramente generale che ci fu un declino di un'antica civiltà col declino di Roma e che questo declino condusse ad un periodo di oscurità barbarica” paragonato al flusso emergente della cultura rinascimentale. Questo era di nuovo non figurato come un'oscurità letterale (come una completa perdita di accesso ad ogni informazione) ma come un'oscurità relativa, un'irruzione di ignoranza e barbarie al posto di una più civilizzata complessità nei regni intellettuali e politici.  Invero, Petrarca, l'originatore rinascimentale del concetto di età di “tenebrae”, coniò la nozione perchè considerò l'intervallo temporale da essa designato come indegno, solo un lungo disperato tentativo di tornare indietro ai raggiungimenti dell'Alto Impero Romano che furono perduti col suo collasso e ora stavano finalmente ritornando. Se il Medioevo fosse rimosso dalla Storia, se la Storia fosse semplicemente proceduta direttamente dal quarto al quattordicesimo secolo, con nessuna conoscenza e complessità perdute, il mondo e la sua Storia sarebbero stati migliori per questo. (E quello è realmente del tutto vero.) Da qui Petrarca non volle rinarrare (come lui stesso la presentò) “the lamentable story of how things retrograded.”  [Theodore Mommsen, “Petrarch's Conception of the ‘Dark Ages,’” Speculum 17, no. 2 (1942): 226–42. p. 228.]
Fu proprio altrettanto del tutto triste per lui ritenerlo degno del fastidio. Altri da allora hanno tollerato lo studio dell'epoca meglio di lui. E hanno cercato invece di rinominare il periodo come “Età di Mezzo” (ancora implicando un circuito d'attesa tra antichità e modernità), il periodo che noi ora chiamiamo Medioevo essendo in quello schema il Basso o Primo Medioevo, e il Tardo o Alto Medioevo che consiste dei secoli dall'undicesimo al quindicesimo (e quindi o comprendendo oppure scontrandosi contro il Rinascimento). E tuttavia non si può cambiare cos'è una cosa cambiando come la si chiama. Nondimeno, i disperati ci provano sempre. Quando è troppo vergognoso ammettere che il periodo che li affascina e li occupa era una macchia nella Storia dell'umanità, numerosi disperati medievalisti hanno tentato di derivare o rifiutare il termine “Secoli Bui.” Quelli sono solitamente (ma non sempre) cristiani, che nella loro dissonanza cognitiva si costringono a credere che tutto ciò che loro stanno davvero facendo è documentare un periodo di rampante declino di cui il mondo intero sarebbe stato meglio senza.
Ma diciamo la verità, quello è ciò che stanno facendo. Tentare di nascondersi da questo fatto celando da una sua descrizione così appropriata un termine come i “Secoli Bui” è simile a tutti i tentativi di cambiare cos'è una cosa cambiando come la si chiama: una presa in giro. Fu un'era oscura in una Storia umana. E merita di essere chiamata così. Invero, per vegliare contro l'oblìo delle lezioni della Storia, dovrebbe moralmente essere chiamata così.

Esaminare il Danno

Io ho già coperto il caso che il cristianesimo non era il salvatore della scienza ma in realtà la retrocesse indietro di duemila anni. E il cristianesimo non ci offrì una democrazia (di alcun genere, tanto meno in America), ma la scartò e attivamente combattè contro di essa per quasi cinquecento anni. Il Medioevo era proprio il più depresso sintomo di quelle stesse ostilità. Come ho già sintetizzato, l'evidenza dell'enorme perdita e declino che meritò al Medioevo il suo nome è imbarazzante. “Gli archeologi vedono davvero sostanziali semplificazioni nella cultura materiale post-romana nel quinto fino al settimo secolo...che in alcuni casi...è drastica; solo una manciata di province romane,” precisamente quelle costituenti l'Impero d'Oriente (quindi Bizantino), “non lo esperirono.” Politicamente ed economicamente altrettanto bene: “le risorse per attori politici si rimpicciolirono considerevolmente, e le strutture nelle quali agirono si semplificarono, speso radicalmente.” Parimenti per l'industria, il commercio, l'agricoltura, l'infrastruttura architettonica, e ogni altra cosa. Quei fatti sono stati estesamente e brutalmente esposti nella ricerca recente. I declini nel commercio e nella popolazione erano enormi. Parecchie città andarono in rovina, inumerevoli strade e ponti e acquedotti svanirono oppure furono abbandonati, l'accesso alla letteratura ed educazione (e alla pace e giustizia) precipitò, e anche dove disponibile, la Bibbia più tipicamente rimpiazzava un apprendimento secolare in matematica, storia, filosofia, letteratura, legge, e scienza in qualità di oggetto di studio e strumento di organizzazione della società, risultando in parecchi casi in un regresso all'indietro nelle aree dei diritti umani, morali, sicurezza, e benessere.
In numerose regioni questo declino fu così severo da marcare “un periodo di forte e rapido declino economico” che fu “senza precedenti nella Storia umana,” testimoniando una “massiccia dislocazione economica e culturale e, in termini di cultura materiale e complessità economica, un ritorno a livelli preistorici”. Ma se così severa o meno, ogni dove nell'Occidente, perfino le poche relativamente “fortunate” città, soffrirono scioccanti deterioramenti di benessere, conforto e capacità. Complessivamente, i secoli post-romani videro un drammatico declino nella complessità economica e prosperità, con un impatto sull'intera società, dalla produzione agricola all'alta cultura, e dai contadini ai sovrani.  È davvero probabile che la popolazione diminuì drammaticamente, ed è certo che la diffusa diffuzione di beni ben fatti cessò. Sofisticati strumenti culturali, come l'uso della scrittura, scomparvero insieme in alcune regioni, e divennero davvero limitati in tutte le altre.

Gli storici dovrebbero smettere di pretendere che non è quel che accadde. Noi dovremo invero essere dispiaciuti quando gli storici cercano di negare quei fatti e ce li nascondono. Prendi nota: È correntemente profondamente fuori moda dichiarare che qualsiasi cosa come una “crisi” oppure un “declino” occorse al termine dell'Impero Romano, tantomeno che una “civiltà” collassò e un'“età oscura” seguì. La nuova ortodossia è che il mondo romano, sia ad Oriente che ad Occidente, si era lentamente, ed essenzialmente senza pena, “trasformato” in una forma medievale. Comunque, c'è un insuperabile problema con questa nuova vista: non si adatta alla massa di evidenza archeologica ora disponibile, che mostra un illuminante declino negli standard occidentali di esistenza durante il quinto fino al settimo secolo...[che] era non una mera trasformazione, [ma] un declino su una scala che può ragionevolmente essere descritta come “la fine di una civiltà.”…
C'è un reale pericolo per il giorno presente in una visione del passato che esplicitamente stabilisce di eliminare ogni crisi e ogni declino [come questo]
 La fine dell'Occidente Romano testimoniò orrori e dislocazione di un tipo attraverso cui io sinceramente spero di non dover mai vivere; e distrusse una complessa civiltà, gettando gli abitanti dell'Occidente indietro ad un modello di vita tipico dei tempi preistorici. Che è ciò che chiamiamo oscuro. E importa che lo ammettiamo e fermiamo di cercare di negarlo oppure di nasconderlo. Perchè coloro che non ricordano la Storia sono destinati a ripeterla. È quindi assai più disturbante che i tentativi apologetici di edulcorare il Medioevo sempre appaiono collegati ad un tale “focus religioso
come essere ingannevolmente in errore.” Ossessionati da un disperato desiderio di liberare il cristianesimo dalla colpa, oppure di accumulare su di esso una non meritata gloria, fin troppi storici ignorano semplicemente i reali fatti materiali di quel che il Medioevo realmente significò per le persone che lo vissero, e per ognuno che doveva recuperare i pezzi—e soprattutto, perchè non fu evitato, perchè non fu fermato, e perchè perdurò così a lungo e ci riportò indietro così lontano.
Gli apologeti del Medioevo amano protestare, per esempio, che c'erano ancora libri che furono scritti e preservati da ere precedenti in quei secoli, così non era poi tutto così oscuro. Ma ciò è non vero. Quel che è così rovinosamente oscuro è quanto molto fu perduto, e quanto poco pervenne scritto (in confronto ai secoli appena anteriori e poi successivi), e quanto insignificante allora fu quasi ogni cosa scritta. Invero questa difesa del Medioevo è oltraggiosamente comica perchè la pubblicazione e registrazione della memoria (documentaria e letteraria) dell'Alto Impero Romano era sfrenatamente più prodigiosa (comprese vaste quantità di memorie papirologiche ed epigrafiche come pure libri e manuali e dizionari ed enciclopedie), ma virtualmente nulla di esso fu preservato dai custodi cristiani del Medioevo (per mancanza sia di risorse che di interesse, a causa del declino sia culturale che materiale dell'era). La qual cosa rende ridicolmente ottusa l'affermazione che esiste “più” che sopravvive dalla fine del Medioevo (come pure, forse, dal periodo carolingio): sì, perchè il Medioevo era così tetro che perse quasi tutte le memorie e la letteratura prodotti prima di esso, mentre gli ultimi suoi due secoli beneficiarono dalle sue memorie custodite dalle culture del Rinascimento che ne seguirono.   Quindi non è il Medioevo che può reclamare credito per più memorie sopravvissute dei secoli più tardi, mentre è il Medioevo che è da condannare per aver perduto quasi ogni cosa ricordata prima del suo avvento. Immagina di bruciare il 99 per cento delle foreste in una regione vicina, e poi di indicare la tua piccola radura, che in realtà qualcun'altro piuttosto che te è stato a preservare ma che è ora più grande di qualunque cosa lasciata lungo il confine, e di pretendere che tu sei stato il miglior custode forestale. Quello è ciò di cui stiamo parlando qui. Così che più sopravviveva da, diciamo, il periodo carolingio è precisamente ciò che dimostra come fosse oscura l'Età Oscura.

E tuttavia perfino quando guardi alle carte della produzione manoscritta, il Medioevo emerge come orribilmente sterile in confronto al Rinascimento —che è una ragione del perchè lo chiamiamo Rinascimento, e non Medioevo. La differenza è prodigiosa.
E tale rintracciamento su carta di qualsiasi altra cosa, di ogni possibile punto di riferimento, sembra molto simile, dal prodotto economico e capacità industriale, alla qualità artistica e letteraria, o progresso scientifico e filosofico. Per esempio, carte che mostrano evidenza (per esempio archeologica e geologica) di produzione industriale e agricola, come pure di attività commerciale, mostrano che l'Alto Impero Romano (dal primo secolo AEC al terzo secolo EC) raggiunse livelli non incontrati di nuovo in Europa fino al quindicesimo o sedicesimo secololo, tuttavia parimenti mostrano un enorme ripido baratro giusto dov'è il Medioevo, in alcuni casi una differenza di quasi un ordine di grandezza.
Il grado di declino in ogni istanza è impressionante—in realtà orrificante, quando pensi ai dieci milioni di vite che una tale rapida ed enorme depressione economica deve aver distrutto o gettato nella miseria, per un periodo doppio del tempo di esistenza degli Stati Uniti. 
Di nuovo, non è che il contesto letterario, intellettuale e scientifico svanì nel Medioevo, ma che soffrì enormi semplificazioni e una tremenda perdita di conoscnza, comprensione, e sofisticazione. Le Etymologies di Isidoro di Siviglia (scritte nel settimo secolo) illustrano ciò: in confronto agli scritti scientifici ed enciclopedici dell'Alto Impero Romano, il trattato di Siviglia sembra come se fosse stato scritto da un bambino. Ogni Romano colto del primo secolo avrebbe trascorso parecchie notti ubriache ridendo a squarciagola con i suoi compratrioti alla lettura dei nonsense e stupidaggini e ridicoli errori ed ignoranza esibita da quello scritto. E tuttavia quello era il culmine della cultura intellettuale medievale di quel tempo. Così tanto è andato perduto. Così tanta ignoranza aveva sostituito la luminosa conoscenza un tempo comune tra l'elitè colta. Quando si aggiunge a ciò la tremenda ascesa dell'anarchia, ingiustizia, violenza, e caos che aspettavano quelli stessi secoli, la decadenza di istituzioni politiche e sociali proprio assieme alla decadenza letteraria di quel che era un tempo una grande infrastruttura urbana e industriale e agricola e economica, difficilmente si poteva negare che il Medioevo fosse l'equivalente antico alla retroscena di quasi ogni futuristica saga apocalittica da Mad Maz II: Mad Max II: The Road Warrior fino a The Postman.
Un'apologetica perfino più ipocrita del Medioevo è la pretesa che fosse un'era di tremendo progresso tecnologico. Che è semplicemente falso. Da lontano (e io intendo da lontano) parecchio di quel che fu inventato, migliorato, oppure preservato nell'Occidente dopo la caduta di Roma giunse alla ribalta dopo il dodicesimo secolo. Il Medioevo precedeva quello. E perfino quel che fu inventato tra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo era realmente, in realtà, quasi interamente reinventato (la maggior parte di quel che i medievalisti pensano che fu inventato nel Medioevo in realtà i Romani lo avevano già inventato, di cui gran parte i cristiani dimenticarono durante il Medioevo, dagli orologi meccanici e calcolatori e mulini ad acqua intrustriale su vasta scala capitalizzati in privato, fino a ferri di cavallo e aratro pesante a ruote). Anche ciò che fu preservato fino al dodicesimo secolo lo fu solo a malapena, gran parte di esso soltanto in pochi posti isolati, a volte solo in un singolo manoscritto, forse due o tre, sparsi per il mondo e ricoperti di polvere su dimenticati scaffali, spesso danneggiati oppure sopravvissuti solo in una traduzione. E da lontano molto di ciò che sopravvisse fu preservato solo nel più relativamente ricco Medio Oriente, nulla virtualmente sopravvivendo al Medioevo nell'Occidente.   (E perfino nell'Oriente, essenzialmente nulla fu realizzato con qualcosa di questa conoscenza; l'Impero Bizantino solo gradualmente declinò nell'oblìo, avendo contribuito virtualmente a nulla di significativo per il progresso della conoscenza umana oppure per valori politici.)
Allora sarà affermato che ci saranno piccoli rinascimenti in quel Medioevo, ma anche quello è non vero. Erano poco più che disperate isole di potere che riproducevano i più ridotti, distorti e inferiori echi di una perduta cultura classica. E caddero tutti in rovina. Quelli eventi non erano affatto niente di simile al Rinascimento che finalmente annunciò che il Medioevo era finito Come è stato noto da lungo tempo, è precisamente questo concetto di un “tempo nuovo” che distingue il Rinascimento Italiano da tutti i cosiddetti più antichi “Rinascimenti” nei periodi carolingio e ottoniano oppure [perfino] nel dodicesimo secolo. Quei tempi potrebbero aver esperito un certo revival di studi classici, ma le persone che li vissero non concepivano oppure non desideravano una completa rottura con le tradizioni dei tempi immediatamente precedenti. Quesst'idea era peculiare al Rinascimento Italiano e [ciò è cosa] trovò espressione nella condanna dell'epoca medievale come di un'era di “oscurità.”17
E invero anche quei “certi revival di studi classici” erano tali solamente nel senso più semplice e più rudimentale in confronto alla realtà degli studi classici sotto l'Alto Impero Romano. Invero, il Rinascimento Carolingio sembra come uno scherzo in un tale paragone. Ma una cosa può essere accreditata ai più tardi rinascimenti (dell'undicesimo e dodicesimo secolo) che portarono al grande Rinascimento: alcuni dei loro avvocati videro un potenziale per migliorare il loro mondo tramite le idee nelle quali stavano rinnovando il loro interesse, e cominciarono a combattere per il riconoscimento dell'importanza della riscoperta di questa perduta letteratura e dei suoi metodi e valori.

Che loro dovettero combattere per quello è a discredito del cristianesimo. Che a loro fosse nondimeno permesso abbastanza respiro per condurre quel combattimento senza essere brutalmente arrestati e uccisi per esso va solo a credito del cristianesimo nel senso piuttosto deprimente che il massimo che noi potessimo mai aver sperato dal cristianesimo medievale è che esso non assassinò ognuno che fosse d'accordo con esso.

Perchè il Cristianesimo Ci Fece Questo?


L'Impero Romano d'Occidente crollò a causa di una serie di eventi che cominciarono nel terzo secolo EC, di cui i cristiani non possono essere incolpati. Dove i cristiani assumono una responsabilità è cosa fecero quando presero il timone. Un duro collasso politico ed economico accadde lungo il corso del terzo secolo che fu solamente arrestato (e così solo a mapalena) istituendo un apparato statale perfino più fascista di quanto fosse mai esistito nell'Occidente. Ma quando il cristianesimo assunse il potere di lì a poco, loro non smantellarono quello stato fascista, sostituendolo con una democrazia e libertà basilari e sostegno attivo ala scienza e tecnologia (poichè sarebbe stata la sola decisione che avrebbe potuto fermare l'inevitabile declino dell'Impero d'Occidente). No, loro dediziosamente agguantarono quel sistema fascista e proseguirono con esso, rendendolo perfino più brutalmente fascista di quanto mai lo fosse stato prima, e privando le persone di ancor più libertà. I cristiani non possono disconoscere ciò. Prima e durante il Medioevo la Chiesa Cattolica si impadronì di tutti gli scriptoria e scelse quali libri copiare e quali buttare nel cestino. La Chiesa controllava ogni scuola se scelse cosa insegnarvi e non insegnarvi. La Chiesa decideva l'esistenza dei governi, e i diritti delle persone. Tutti gli europei che vissero in quei mille anni furono alla mercè di preti e chierici che si opponevano rapidamente ad ogni libertà di pensiero o discorso che immaginavano potesse porre una minaccia, e a quel fine possedevano la piena forza e potere di governi e influenza sociale al loro comando. La Chiesa decideva che valori da predicare a tutte le masse, e che valori da deridere. La Chiesa perciò deve assumere la piena colpa dell'effetto osservato: l'abbandono di una scioccante quantità di conoscenza scientifica e tecnca, e  di valori e ideali democratici, e assai più di quello, l'abbandono dei valori scientifici che avevano fino ad allora prodotto e migliorato quella conoscenza, e potevano aver continuato a fare così, come pure i valori democratici che, sotto gli imperatori, almeno avevano qualche speranza di rinascita dopo ogni guerra civile—la quale speranza il cristianesimo annientò quasi del tutto.

Come solo un esempio di quel che intendo, i cristiani sono quelli che volsero una popolazione un tempo libera in de facto schiavi costituendo i contadini come servi della gleba che non potevano mai lasciare la loro terra o i loro lavori, e potevano invece essere comprati e venduti assieme alla terra a cui erano legati per legge, e poi erano indotti con la forza a sostenere e servire i loro signori.
In termini orwelliani quelli schiavi erano chiamati uomini liberi, me essi erano in realtà solo un altro genere di schiavi—delle libertà che Roma aveva loro concesso il cristianesimo li privò. Sì, un orrore così determinante del Medioevo era un'invenzione cristiana. Come lo erano tali orride assurdità come il diritto divino dei re e il privilegio di uccidere, rubare, o esiliare ognuno che diceva qualcosa che la Chiesa non gradiva.  Libertà di parola, andata. Era tutto in decadenza da là. Senza un più efficace sistema socio-economico, l'Impero Romano d'Occidente non poteva più a lungo essere efficacemente o competentemente condotto o difeso. E nulla poteva impedire il suo essere dilaniato dai predoni vicini che erano stati tenuti a bada con successo per secoli fino a che i cristiani presero il potere, ora con le loro indegne e retrograde idee inutili a fermare l'inevitabile.

E i cristiani non erano responsabili del Medioevo semplicemente perchè accadeva sotto il loro sguardo. Il cristianesimo stesso è responsabile del Medioevo—non solo la sua causa (fallendo di impedirlo) ma il suo sostegno altrettanto bene per cinquecento anni—realmente causando i cristiani a svalutare e denigrare i valori necessari al successo scientifico politico, tecnologico ed economico: un valore positivo per il progresso e la sua raggiungibilità (scientifica, tecnologica, sociale, economica e politica): un'approvazione appassionata del perseguimento della curiosità (in tutti i tentativi e i campi di conoscenza), e una risoluta fiducia nella necessità e superiorità dell'empirismo, la collocazione dell'evidenza oggettiva al di sopra di tutte le altre autorità. Il cristianesimo condannava tutto quello. 

Distogliendo i cristiani da quei valori, e quindi impedendoli di prendere qualsiasi decisione in linea con loro, il cristianesimo come un sistema ideologico causò i cristiani di quell'era a fare tutte le decisioni sbagliate, introducendo nel finale collasso della società occidentale, e demotivando oni decisione che sarebbe stata capace di capovolgere le cose. Solamente quando riconsiderarono la restaurazione di quei originari valori pagani qualcosa allora cambiò.


Conclusione


Così i cristiani, e il cristianesimo, causarono il Medioevo. Ma si deve esser chiari. Quando le cose finalmente cominciarono a volgere al contrario, quando davvero cominciarono rinascimenti rivoluzionari, erano i cristiani che fecero la svolta. Ma non era il cristianesimo che causò loro a farla. Lo fosse stato, essi l'avrebbero fatta dal principio, e non cinquecento anni troppo tardi. Chiaramente il cristianesimo di sé stesso non offrì alcun mezzo per fissare questo, e quindi ci trattenne in quella fossa per secoli. 
Già tanto presto come il tredicesimo secolo o plausibilmente anche l'undicesimo secolo, un interesse in pre-cristiani—in altre parole, pagani—saperi e valori cominciava a ritornare.
Fu poi ripreso come qualcosa che avrebbe cambiato in modo benefico il sistema ideologico cristiano ereditato dal Medioevo.

Ciò nonostante per riuscire in ciò, contro così tanti altri cristiani pronti a combattere contro di essi, quei cambiamenti dovevano essere trasformati per essere più appetibili a menti superstiziose. Quindi argomenti biblici e  “Cristiani” furono inventati per venderli. Ma ciò non può nasconderci il fatto che erano in realtà valori pagani, non cristiani. Perchè non c'era nulla di intrinseco al cristianesimo che avrebbe mai teso a ispirarli. Che è perchè, senza un ritorno alla sua originaria influenza pagana, il cristianesimo non li ispirò.
Che è perchè il cristianesimo da solo era interamente incapace di terminare il Medioevo e di far ritornare indietro la società occidentale alla sua precedente e futura gloria. Solamente quando quei valori pagani di un'età antica furono reiniettati nel sistema cristiano esso trovò i mezzi per cambiare questo spaventoso stato di cose. Saremmo stati meglio proprio avendo il sistema pagano dal principio. Invece, il cristianesimo ci trascinò giù nelle fogne della distopia, e ci trattenne là, e ci forzò a sopportare un lungo strisciare a ritroso, ponendoci indietro più di duemila anni su quasi ogni misura culturale e intellettuale di esistenza umana.  

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