martedì 19 maggio 2015

“...[Pilato] liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà” (Luca 23:25)

ADAMO: Il primo uomo. Dio creò un grande tonto che, per compiacere la moglie, fece la stupidaggine di mordere una mela che i suoi discendenti non sono ancora riusciti a digerire.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)
Un Messia ebreo ucciso dagli ''ebrei'' chiaramente non è per definizione un vero Messia ebreo. Quest'apparente contraddizione, lungi dall'essere imbarazzante, anzi ricercata deliberatamente proprio a causa dell'imbarazzo che suscitava all'orecchio altrui, era tuttavia presente nel più antico mito cristiano perchè rivelatore della principale ragion d'essere di quel mito: fungere da nemmeno tanto implicita CONDANNA del tradizionale messianismo ebraico, la vera causa di tutti i mali piombati sugli ebrei, e insieme da RIVELAZIONE di un Più Alto Dio, superiore al dio degli ebrei.

Un ''Messia Salvatore''  veramente ebreo da tutti poteva essere ucciso ma non dagli ''ebrei''. Questo sarebbe una contraddizione in termini per il messia davidico, a maggior ragione se portava i titoli messianici di ''Unto'' e ''Giosuè''.

La logica è la seguente:

1) Se il Messia è ebreo, il Messia non viene ucciso dagli ebrei.

2) ''Giosuè il Messia'' viene ucciso dagli ebrei.

3) Perciò: ''Giosuè il Messia'' non è il vero messia ebreo.

Dalla conclusione segue con logica necessità che Gesù dev'essere il Messia di un altro Dio, superiore al dio ebraico.

Il presunto ''Gesù Cristo'' fu ucciso dagli stessi ebrei, perciò rivelandosi al mondo non come ''YHWH salva'', non come il Messia davidico, ma come SALVEZZA di un Dio altro, come il Figlio di un Dio Straniero.

Per questo sono in errore quei miticisti che si affannano, come Renè Salm o Frank Zindler o perfino a suo modo lo stesso Stephan Huller, nel ''risalire' a ipotetiche etimologie pagane o ebraiche di altrettanto ipotetici titoli precedenti coi quali veniva indicata la deità poi chiamata ''Gesù'' e ''Cristo'' (rispettivamente ''YHWH salva'' e ''unto'' messia davidico). La latente contraddizione che quei titoli implicano quando a portarli è una vittima degli ''ebrei'' (e di nessun altro) è troppo stridente per passare inosservata e va spiegata, non elusa né ignorata. E l'unico modo per spiegarla è quello da me proposto: chi chiamò con l'Inno ai Filippesi una precedente anonima deità gnostica che muore e risorge, in qualunque modo essa fosse stata chiamata prima non è più dato saperlo, coi titoli ''Giosuè Messia'', intese insinuare in definitiva l'idea che ''Giosuè Messia'' non è veramente ciò che sembra essere, vale a dire ''Giosuè il Messia'': è un'entità altra, un essere altro, il Figlio di un Dio Altro. Un essere che si può definire soltanto in virtù di titoli che non appartengono davvero alla sua vera natura: un Messia davidico che non è veramente tale, una Salvezza che non è in realtà dai romani.

La logica si potrebbe ulteriormente definire così:

1) Chi porta il titolo ''YHWH salva'' non può venir ucciso dagli ebrei.

2) ''YHWH salva'' viene ucciso dagli ebrei.

3) Perciò: ''Gesù'' non è in realtà ''YHWH salva'' (ma è la salvezza di un altro dio diverso da YHWH e a lui superiore).

''Gesù'' e ''Cristo'' furono titoli dati ad una deità gnostica assassinata dagli ''ebrei'' per sollevare deliberatamente dal principio quest'intima contraddizione teologica in seno all'ebraismo e perciò portarla alle sue estreme conseguenze: i nomi ''Gesù'' e ''Cristo'' furono così usati come meri ''nome'' e ''cognome'' dagli gnostici, senza alcuna esigenza di fermarsi un attimo per giustificare nel dettaglio un ipotetico contesto storico della loro genesi e attribuzione, perchè non era quello il giusto campo di senso dove quei titoli erano originariamente interpretati dagli gnostici.

Posso fare un esempio concreto: se utilizzo un oggetto della Fisica e lo applico in letteratura quello che creo è un ossimoro, perchè sto sovrapponendo campi di senso tra loro inconciliabili.
Mi spiego meglio: un tavolo o lo vedo come un oggetto d'arredamento oppure lo vedo come un agglomerato di particelle fisiche ma non posso vederlo come entrambe le cose perchè altrimenti mischierei tra loro campi di senso distinti col rischio di postulare erroneamente un inesistente campo di senso dove collocare TUTTI gli altri e chiamarlo ''mondo''.

Allo stesso modo un ''YHWH salva'' o lo si vede come un autentico messia ebreo (ed in tal caso non può essere stato ucciso da ''ebrei'') oppure non è un vero messia ebreo (ed in tal caso non può chiamarsi ''YHWH salva''). Ma nel caso di un ''YHWH salva'' ucciso da ''ebrei'' esiste un campo di senso, l'unico, dove poter mettere in associazione quei titoli, quella figura e quei carnefici senza più creare contraddizioni logiche di sorta: nell'interpretazione fondamentalmente gnostica del più antico e originario mito di Gesù.

La mia opinione in essenza è questa:

quasi tutte le genti che si affacciavano attorno al bacino del Mediterraneo orientale avevano adottato prima o poi la propria versione locale dei culti misterici ellenistici, istanziando il mito del dio che muore e risorge a seconda dei gusti locali. In qualche momento dopo il 70 E.C. un gruppo di ebrei della Diaspora avevano parimenti adottato e reso ebraica una versione dei misteri pagani.

Nel tempo questo mito finì per essere interpretato come un fatto storico e il cattolicesimo fu il risultato finale.

Il monoteismo ebraico però aveva a lungo funzionato come ostacolo contro l'adozione del tema ellenistico del dio che muore e risorge. Io dubito perciò che furono degli ebrei di Gerusalemme ad aver preso l'iniziativa in tal senso. Il dio che muore e risorge fu dato da ebrei ellenistici ad ebrei di Israele, non il contrario. Questo significa che eventuali giudaizzanti non furono i più fedeli seguaci del mito originario, significa che il Gesù degli ebioniti era più ''ebreo'' di quanto lo fosse veramente nel mito originario. Ma sostanzialmente un dio che muore e risorge di ebraico può avere al massimo solo il nome e il cognome: ''Gesù'' e ''Cristo''. Più un'altra cosa: l'identità prettamente e solamente ebraica dei suoi assassini sulla Terra.

Tutt'oggi noi sentiamo sempre e soltanto il solito ''leit motiv'' politicamente corretto, da parte sia di folli apologeti ebrei sia di folli apologeti cristiani, ossia che i romani erano i veri assassini di Gesù. Eppure i vangeli sono chiari nel distinguere tra il killer romano e il suo vero mandante: gli ebrei.

Sedicenti biblisti travestiti da storici hanno dato il loro ridicolo imprimatur da quattro soldi all'ipotesi che Gesù fu crocifisso per motivi politici dai romani, con gli ''ebrei'' mere comparse all'intera vicenda. Questo è puro sfacciato revisionismo che pochi hanno il coraggio di smascherare per quello che è: la follia apologetica di moda al giorno d'oggi.

Ma chi aveva interesse a dire che il figlio di un dio fu ucciso da ''ebrei''? Gli ebrei no di certo a meno che non volessero con ciò attribuirsi il merito di aver giustamente condannato a morte un lurido blasfema (ipotesi che non posso nè confermare né smentire).

I pagani allora? No, nemmeno loro, perchè i pagani non erano mai stati antisemiti nel mondo antico.

Chi allora? Gli unici che si trovavano nel mezzo tra ellenismo ed ebraismo: ovvero gli gnostici.

Prima di interessarsi alle cose ebraiche gli gnostici forse già veneravano un angelo che muore e risorge nel tentativo di ingannare le forze del male riscattando la scintilla divina finita preda delle tenebre. Quell'angelo però non era ancora nè ebreo nè agiva in Israele e tantomeno portava nomi ebrei.

L'Inno ai Filippesi testimonia però in maniera incontrovertibile che ad un certo punto quel dio, tra i vari nomi assunti nel secondo secolo, prese quello di Giosuè, ''YHWH salva'', ovvero il nome che per definizione avrebbe indicato la classica figura del messia ebreo davidico liberatore militare del suo popolo dalla dominazione straniera e idolatra.

Chiaramente si trattava di un chiaro tentativo di cooptazione sincretistica, mischiando deliberatamente campi di senso differenti: per quale dannato motivo dare deliberatamente l'apparenza, e soltanto l'apparenza, del ''legittimo'' messia ebreo ad un'entità angelica uccisa per giunta dagli stessi ''ebrei''?

C'è chiaramente dell'ironia qui. Sarebbe come dare ad un pacifista la maschera del guerriero. Ad un santo il volto di un terrorista. Al tuo miglior amico il volto del tuo peggior nemico. All'essere più bello il volto più brutto.

Perchè?

Per dare agli ebrei un messia alternativo
, a fronte del fallimento di tutti i loro messia nazionalistici. E quella consegna doveva passare obbligatoriamente attraverso il sincero ravvedimento degli ebrei: dovevano in sostanza cessare di essere ebrei.
Dovevano riconoscere sostanzialmente che il loro monoteismo si era rivelato d'ostacolo alla loro stessa sopravvivenza nel nuovo ordine mondiale imposto da Roma, d'ostacolo addirittura alla loro stessa salvezza spirituale individuale: la vera salvezza, pertanto, non era nazionalistica, militare, teocratica, ma al contrario era spirituale, trascendente, metafisica, ''non di questo mondo'' e neppure del dio di questo mondo. Ma da un Più Alto Dio. Un Dio Straniero.

Come riconoscono indubbiamente i miticisti Freke e Gandy, è pur vero però che:
''...ironicamente, comunque, i Misteri di Gesù non fecero realmente presa all'interno della comunità ebraica. Il fato di questa nuova fede doveva essere di gran lunga più strano di quanto chiunque potesse eventualmente aver immaginato al tempo. Nel giro di 100 anni il dio-uomo pagano malcelato come il Messia ebraico, che fu fabbricato per introdurre i Misteri Pagani agli ebrei, stava realmente portando le tradizioni ebraiche ai pagani!
(The Jesus Mysteries, pag. 138, mia libera traduzione e mia enfasi)

Parole assolutamente sante e affatto smentibili, alla luce del fatto in via di dimostrazione che non solo le originarie lettere di Paolo furono prodotte dai marcioniti (i veri paolini) ma perfino il Più Antico Vangelo fu nient'altro che Mcn, il ''Vangelo del Signore'' che leggeva il vescovo Marcione.

Gli gnostici avevano dunque un motivo per vedere negli ebrei stessi i killer del loro Gesù rivelatore.

Gli gnostici stessi erano ebrei ellenistici disillusi dalle promesse di YHWH dopo le continue disfate militari subite dagli zeloti nelle guerre del 66-70 E.C. e del 132-135 E.C.
I romani espulsero gli ebrei dalla città santa di Gerusalemme, che fu ribattezzata Aelia Capitolina. Perciò alcuni ebrei si rifugiarono nell'unica alternativa possibile ai loro occhi: prendere drammaticamente le distanza dalla tradizione ebraica dopo le brutture della guerra di cui quella stessa tradizione era considerata responsabile, specie ad Alessandria e a Cirene a seguito della rivolta e conseguente repressione degli ebrei di quelle province nella sanguinosissima Seconda Guerra Giudaica (115-117 E.C.). In particolare quelle esperienze avevano costretto alcuni ebrei della Diaspora ad elaborare una sorta di ''crisi d'identità''.

Era ancora possibile aver fede nel dio degli ebrei, YHWH ?

A questo si accompagnava anche il fatto che ad Alessandria ebrei colti come lo era Filone in misura crescente erano divenuti via via sempre più imbarazzati dal Dio della Genesi, un Dio così scandalosamente ''umano, troppo umano'' dato che passeggiava nel Paradiso Terrestre (anch'esso ''terrestre, troppo terrestre'') e manifestava una così ignobile ignoranza tipicamente umana (''Adamo, dove sei?''), ira, rancore e difetto di mezzi (''sia la luce''), per giunta. La filosofia platonica aveva convinto le menti più raffinate che un Dio davvero perfetto sarebbe in realtà assolutamente remoto e distante, un essere del tutto spirituale, al di là di ogni emozione - imperturbabile e angelico come il Gesù di Mcn e impassibile come il Gesù gnostico di protoGiovanni - uno Spirito Invisibile a tutti gli effetti, esistente al di là del territorio dominato dall'imperfetto Ialdabaoth e che poteva rivelarsi unicamente mediante un estremo e commovente atto di pura e disinteressata bontà.

E tuttavia io aggiungerei qualcosa a questo ritratto assolutamente convincente e plausibile degli gnostici.

Io non penso che la gnosi si originò nell'ebraismo a prescindere dal cristianesimo. Io penso che i folli apologeti crisiani come Ireneo ed Epifanio avevano tutto sommato ragione a dire che gli gnostici deviavano ''da un cristianesimo originariamente singolare e uniforme'', anche se ritengo che ogni persona di buon senso debba correggere la loro fin troppa interessata mira: il ''cristianesimo'' rispetto al quale la spiritualità gnostica costituì reazione, deviazione e ''tradimento''  non fu quello fantasticato dai folli apologeti cattolici revisionisti della peggior specie. Fu semplicemente il puro e semplice messianismo ebraico, rispetto al quale lo gnosticismo si sentiva quasi in dovere di contrapporsi lungo tutta la linea.


All'unisono Flavio Giuseppe, Tacito e Svetonio ammisero a denti stretti che come propaganda religiosa il messianismo ebraico fu un grande successo, arrivando a lambire col bacillo contagioso dei suoi germi velenosi perfino Roma stessa, grazie all'azione evidentemente terroristica dei riottosi ''crestiani'', un appellativo che per i romani indicava ne più nè meno che dei criminali.

Beninteso, quei ''crestiani'' non erano cristiani. E tuttavia non c'è dubbio che erano dei fanatici ebrei. Perchè solo dei fanatici motivati dall'odio religioso potevano appiccare il fuoco alla ''Babilonia la Grande'' sapendo di andare comunque incontro a morte certa. 
Ebbene, i primi cristiani gnostici si opposero a tutto questo.

Come i musulmani moderati non esitano a pervertire, per proclamarsi tali di fronte alle anime belle dell'Occidente, il concetto originario del Jihad (la Guerra Santa contro tutti gli infedeli) per farne un edulcorato sinonimo di ''conflitto spirituale tutt'interiore'' pur di occultarne l'innata violenza, così i primi ebrei gnostici decisero di utilizzare la stessa terminologia e parole d'ordine del in ultima istanza violento messianismo ebraico convertendole in senso appunto gnostico-spirituale, pur di stravolgere (ovviamente a fin di bene) il loro antico significato teocratico - perfino le antiche profezie ebraiche ree in definitiva di alimentare e ravvivare quella cieca fede apocalittica-teocratica - e neutralizzarne gli effetti nocivi sulla società reale.

L'operazione di ''tradimento'' degli antichi ideali messianici sembrò talmente irrealistica - dato il congenito apocalitticismo ebraico avvolto nella folle speranza di un'imminente teocrazia prossima ad instaurarsi sulla Terra una volta per tutte grazie al Messia davidico - da apparire quasi a tratti cospirazionistica.

E di certo non esito ad etichettare ''cospirazionistica'' la descrizione del complicato processo e doppio-processo di Gesù nel Più Antico Vangelo e derivati, un processo dove apposta non si capisce veramente la natura dell'accusa nè la reale identità del condannato, per risolversi definitivamente in una critica radicale di tutto ciò  che è ''non vero'' - paradossalmente lo stesso passato, presente e futuro di questo mondo che si vorrebbe negare - a favore di tutto ciò che veramente fu, è e sarà ''vero'' - il dualismo metafisico, costantemente in atto, risoltosi da ultimo con la morte e resurrezione del figlio di un dio straniero.

I ribelli ebrei alla dura Lex Romana si sarebbero trasformati nei ribelli alla Legge data dal Demiurgo: quelli erano i veri galilei, non i reali galilei seguaci di quel Giuda che rese famigerato l'intero movimento. Ma l'ironia volle che nel giro di qualche secolo, perfino l'imperatore Giuliano decretasse per legge che i cattolici venissero chiamati col loro ''vero'' nome: Galilei.

Perciò, attraverso lo gnosticismo i gentili furono resi partecipi per la prima volta ed in modo esauriente ad un culto misterico apparentemente ''messianico'' ma in realtà edulcorato, poichè faceva un uso deliberatamente distorto e tendenzioso della precedente letteratura sacra ebraica, poichè tale culto era il mero involucro esteriore di un'autentica sottostante e retrostante intensa spiritualità gnostica (leggi: visioni, allucinazioni e fenomeni di possessione spirituale) tanto più vera quanto più di eredità fondamentalmente ancestrale e pagana  (ricordati che un dio che muore e risorge non necessita di chiamarsi ''Gesù Cristo'' per indurre la gente a chiari fenomeni di delirio mistico-religioso, e quei fenomeni comuni ad ogni religione erano anche e soprattutto pagani, basta farsi un giretto a Delfi o ad Eleusi per accorgersene).

In conclusione, io sono dell'opinione che alcuni ebrei ellenisti, almeno dopo il 70, ma sicuramente dopo il 115-117 E.C., come effetto del collasso dell'imminente speranza dell'apocalitticismo ebraico in una finale liberazione militare, dettero inizio ad Antiochia e ad Alessandria e nei principali centri ellenistici orientali della Diaspora un culto misterico giudeo-ellenistico non centralizzato (e quindi prossimo a scindersi in mille rivoli e in tante minuscole altre sette) e incentrato nel culto di un dio-uomo che muore apparentemente (doceticamente) sulla Terra assassinato dagli ebrei in un non meglio precisato passato al solo scopo di redimere gli iniziati del culto con la conoscenza rivelatrice di un Più Alto Dio, un Dio superiore al dio degli ebrei, una conoscenza tenuta fino all'ultimo nascosta agli angeli creatori del mondo.

È possibile, anche se non dimostrabile, che solo l'elitè di tale culto misterico (gli insiders, i cosiddetti Pneumatici) si riservava per sè il privilegio di distinguere il Più Alto Dio dal malvagio dio inferiore YHWH, lasciando ai neofiti ebrei e/o pagani di identificare ancora per molto il dio creatore YHWH con il Più Alto Dio (e perciò di osservare se volevano la Torah) purchè rispettassero la gnosi dei superiori pneumatici, sia pure tenendosene a debita e reverenziale distanza, e disprezzassero nel contempo la creazione come se fosse territorio nemico. Chi non si salvava erano tutti gli altri, meri outsiders: pagani ed ebrei, entrambi ignari dell'esistenza di un Più Alto Dio.

Tra le sette scaturite da questo inziale piuttosto anarchico culto misterico (l'autentica e originale chiesa gnostica sethiana) alcune tendevano a giudaizzare di più e perciò ad immaginarsi un Gesù più a loro immagine e somiglianza (finendolo per identificare davvero col messia davidico, e perciò rendendolo più ebreo di quanto fosse veramente: e qui penso agli ebioniti, ai nazorei, agli elcasaiti, ecc.) mentre altre sette tendevano all'opposto a separarsi sempre più dall'ebraismo, chiamando la deità addirittura non più nemmeno Gesù ma Seth o Melchisedec, Logos, Metatrone o Adamo Primigenio.
Ma una setta in particolare - una Scuola letteraria più che una setta -, quella che aveva raggiunto la Galazia e il Ponto, si distinse dalle altre per la fabbricazione dei più antichi testi cristiani propriamente detti: le lettere di Paolo e il Più Antico Vangelo, Mcn. Questa fu la setta gnostica che decise di tentare, servendosi del potere della scrittura e mediante revisionismo storico, qualcosa che non era mai stato tentato prima: l'invenzione di una Grande Chiesa centralizzata a tutti gli effetti, una nuova religione distinta in tutto e per tutto dall'ebraismo. La prima, embrionale forma di Reductio ad Unum.

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