giovedì 18 dicembre 2014

Chi nega veramente Gesù (e chi solo per finta)



Io stimo moltissimo il prof Daniel Gullotta per la sua intenzione di sfidare seriamente Richard Carrier. Ma anche per il suo fine lavoro di classificazione delle varie teorie miticiste. ''Conosci il tuo nemico'' è la prima regola per chi vuole per davvero vincere un confronto, qualcosa che i dementi folli apologeti cristiani non hanno giammai capito.


Ecco la sua classificazione:
La Tesi dell'Amalgamazione/Sincretismo: il Gesù storico non è mai esistito ma era invece un'unione di varie mitologie pagane e figure mitologiche (ad esempio greca, romana, egiziana, ecc). La figura di Gesù era il risultato di un processo di sincretismo simile a molti culti religiosi del mondo antico.


 La Tesi del Gesù Angelico/Celeste: Gesù fu inteso dai più antichi cristiani non una figura storica, ma piuttosto come un essere angelico/celeste. Negli anni a seguire, questo Gesù angelico/celeste fu storicizzato e più tardi considerato un Uomo-Dio che realmente camminò e predicò sulla Terra.

La Tesi del Gesù Inventato/Letterario: La storia e la figura di Gesù rappresentano racconti inventati e storie letterarie che furono più tardi erroneamente (oppure intenzionalmente) capite come realtà storiche e teologiche. Gesù era originariamente inteso ad essere compreso simbolicamente/allegoricamente, non letteralmente.

La Tesi della Figura Composta: La figura di Gesù fu un composto di un individuo oppure di varie figure della Storia antica e/o mitologia ebraica. Data la sua composizione, nessuna singola persona può essere identificata con il Gesù storico.


Il primo punto è totalmente indifendibile:


 La Tesi dell'Amalgamazione/Sincretismo: il Gesù storico non è mai esistito ma era invece un'unione di varie mitologie pagane e figure mitologiche (ad esempio greca, romana, egiziana, ecc). La figura di Gesù era il risultato di un processo di sincretismo simile a molti culti religiosi del mondo antico.

Il mio disprezzo per Pier Tulip e Acharya non nasce da motivi personali (nonostante trovo particolarmente fastidioso da parte loro una certa punta di larvato esibizionismo e dogmatico auto-incensimento dietro la palese intenzione di circondarsi di adoratori settari e non da lettori provvisti di senso critico) ma in virtù della loro appartenenza a questo sopra menzionato filone di pensiero, che considero totalmente anti-scientifico ed anti-storico. Pura fantascienza.

Le origini del cristianesimo sono ebraiche. I primissimi cristiani erano apocalittici ebrei. Il mito di Gesù era nato in seno ad un minuscolo culto misterico ebraico. Del paganesimo greco-romano c'era solo una vaga influenza superficiale nel comune, ancestrale mitema mediterraneo del dio che muore e risorge, e nulla più.

Il quarto punto:
La Tesi della Figura Composta: La figura di Gesù fu un composto di un individuo oppure di varie figure della Storia antica e/o mitologia ebraica. Data la sua composizione, nessuna singola persona può essere identificata con il Gesù storico.

anche se in linea di principio sarebbe possibile (al contrario del punto di cui sopra che è totalmente impossibile) è interamente inverificabile e quindi in pratica altrettanto anti-scientifico al pari del primo punto. L'unico ''Gesù storico'' derivabile a mani nude dal vangelo è l'uomo chiamato Paolo come si può anche ricostruire dalle lettere paoline considerate autentiche. A questo filone appartengono chi ritiene che il Gesù storico tutto sia stato tranne che il tizio descritto nei vangeli. Quel povero idiota di Pier Tulip pensa addirittura che si tratti dell'Egiziano citato da Flavio Giuseppe e ne trova ''motivo'', in virtù del soprannome (in realtà un'evidente allusione al ruolo messianico di Mosè, anch'egli prototipo del liberatore dall'Egitto), nel collegarsi al punto precedente (già totalmente errato di suo proprio) facendone un ponte ideale con la presunta tradizione egizia dalla quale sarebbero germogliati i primi misteri cristiani, dunque battendo ogni record nel limitarsi non ad un solo grave errore (quale sarebbe per necessità l'aver sostenuto il solo primo punto), ma bensì due, tre, quattro e così via tanti innumerevoli errori a cascata uno dopo l'altro.  Puah!!!
Anche Joe Atwill appartiene alla stessa stregua di imbecilli quando dice che ''Gesù'' è Tito Flavio Vespasiano, ma così pure è idiota un Alessio De Angelis quando dice che ''Gesù'' è Giuda il Galileo o qualche suo figlio ribattezzato per l'occasione.

 Un esempio illuminante di come tutte questi idioti ragionano lo offre Stefano Manni. Si guardi a queste parole del formidabile Roger Parvus:
Dal mio punto di vista, la persecuzione dei cristiani da parte di Paolo sembra non essere altro che il suo definitivo rifiuto della dottrina della chiesa di Gerusalemme e la denigrazione dei suoi leaders. Queste cose si sono verificate dopo che Paolo divenne un credente (“sono diventato vostro nemico?” Gal. 4, 16).
Ritengo che un interpolatore proto-ortodosso delle lettere paoline, intendendo in parte riabilitare Paolo, spostò quella persecuzione dal periodo cristiano di Paolo a quello pre-cristiano. L’interpolatore poteva accettare che Paolo fosse etichettato come “persecutore” fintanto che l’attività persecutoria fosse relegata al sicuro nel periodo precedente alla conversione di Paolo. In seguito, l’autore di Atti, forse ispirato dalla descrizione di Giuseppe Flavio in Antichità 20, 214 di un criminale di nome Saulo, abbellì ulteriormente la fittizia persecuzione pre-cristiana di Paolo, aggiungendovi anche qualche forma di violenza fisica
.

Chiaramente qui Parvus intende che il Saulo menzionato da Flavio Giuseppe sia stato del tutto ignaro dei cristiani in tutta la sua esistenza (dal momento che non aveva mai avuto a che fare coi cristiani), a maggior ragione ignaro di dover finire circa un secolo dopo strumentalizzato dalla tendenziosa propaganda protocattolica antimarcionita di Atti degli Apostoli come mostruoso doppio del Paolo pre-cristiano. Ed invece cosa fa quel pagliaccio di Stefano Manni? Dice che Paolo era stato il peggior criminale della Storia perchè il Paolo storico era stato esattamente (si badi: ''esattamente!'') quel Saulo menzionato da Flavio Giuseppe! Da aguzzino sgherro di Erode all'Impressionante Colossale Apostolo! Che fenomenale carriera! Ma è un giochino al quale mi rifiuto di partecipare, grazie tante.

Quest'operazione fatta dal Manni si chiama scambiare l'imitazione per l'originale ed è un errore logico madornale. E il medesimo errore è fatto con l'Egiziano da Pier Tulip e da Lena Einhorn.  Ammesso e non concesso, o forse perfino concesso, che l'Egiziano sia stata la fonte di ispirazione di Luca o di Matteo, quell'Egiziano non aveva nessun legame storico coi primi cristiani più di quanto ne aveva Elia o Mosè o Davide o Giosuè o Adamo nel loro essere parimenti tutti quanti dei ''Gesù'' di loro proprio diritto in virtù dell'evidente midrash evangelico che a ciascuno di loro riferiva e alludeva in un modo o nell'altro.  

 
Il secondo punto è quello di Earl Doherty e Richard Carrier e non ha affatto bisogno di presentazioni.
 La Tesi del Gesù Angelico/Celeste: Gesù fu inteso dai più antichi cristiani non una figura storica, ma piuttosto come un essere angelico/celeste. Negli anni a seguire, questo Gesù angelico/celeste fu storicizzato e più tardi considerato un Uomo-Dio che realmente camminò e predicò sulla Terra.


 Io mi glorio di essere in grado di riconoscere la profonda verità di questa linea di pensiero, specie laddove offre la miglior spiegazione all'apparente enigma di Giacomo ''il fratello del Signore'' [1]. Ma io penso di appartenere legittimamente anche al punto seguente.
La Tesi del Gesù Inventato/Letterario: La storia e la figura di Gesù rappresentano racconti inventati e storie letterarie che furono più tardi erroneamente (oppure intenzionalmente) capite come realtà storiche e teologiche. Gesù era originariamente inteso ad essere compreso simbolicamente/allegoricamente, non letteralmente.


Questo punto non significa concludere che Gesù è mito perchè i vangeli sono mitologia. Che il vangelo è mitologia non implica che Gesù è mito. La mitologia si può infatti accollare pure ad un personaggio storico senza perciò inficiarne la storicità di fondo.

Questo punto dice in realtà che Gesù non è mai esistito perchè, dal secondo secolo in poi, chi aveva fame di dimostrare che Gesù era il Figlio di Dio profetizzato dalle Scritture, talmente fame da non esitare a interpolare l'intero Testimonium Flavianum o ad inventarsi decine di migliaia di favole su Gesù, tutto quello che riuscì a trovare per soddisfare la sua fame (e quella degli altri) furono solo 4 vangeli anonimi, a torto equivocati per 4 scritti indipendenti l'uno dall'altro e comprovantisi a vicenda, quando in realtà quei libri erano tutti quanti basati direttamente o indirettamente sul primo di essi, il vangelo chiamato Marco, il quale vietava e vieta tutt'ora per sua intrinseca natura letture letteraliste di ogni tipo.


L'equivoco clamoroso dei protocattolici fu di leggere per errore come profezia e apologia quella che era in realtà solo midrash e allegoria. E fu di utilizzare come grimaldello propagandistico a scopi di proselitismo religioso ciò che era solo inteso dal suo autore originario come banale teodicea al Disastro del 70 EC.

Il Tempio di Gerusalemme venne distrutto nel 70 EC. Per il vero autore EBREO di ''Marco'' [2], quell'evento fu una disgrazia e fu unicamente per reazione ad esso che creò il nuovo Israele spirituale nella figura di ''Gesù''. Per i protocattolici non-ebrei oppure ebrei solo di nome, quell'evento fu una giustissima azione divina per punire gli ebrei rei di deicidio e per confermare ancora una volta che Gesù detto Cristo aveva visto giusto.

E da allora i folli apologeti leggevano e continuano a leggere ''apologie'' dovunque c'era e c'è scritto solo ''allegoria''.

Un misterioso, eterno punto interrogativo - il Gesù descritto nel vangelo secondo ''Marco'' - convertito forzatamente e contra sensum in un granitico punto affermativo, a conferma decisiva e definitiva della totale mancanza di autentiche prove della sua esistenza.


La logica di questa dimostrazione della non-storicità di Gesù è contenuta in nuce nello stesso vangelo secondo ''Luca'':

Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
(6:47-49)

Se i protocattolici hanno fondato le loro ossessive insistenze sulla storicità di Gesù vero dio E VERO UOMO contro Marcione basandosi sui soli vangeli, e dunque in ultima istanza sul solo ''Marco'', che non è biografia, tantomeno apologia, ma mera, deliberata allegoria, allora significa che hanno loro stessi ''costruito una casa sulla terra, senza fondamenta'', perchè non avevano alternative: non disponendo di alcuna roccia, non potevano far altro, pur di sfamare la loro insaziabile sete di autorità, che insistere e martellare, di nuovo e ancora di nuovo, con sempre più fanatica insistenza e ossessività, sulla durezza di ciò che roccia non è, ma è pura sabbia. Pura letteratura. Pura invenzione. Puro mito.

...Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande...


In conclusione, io invito il lettore a disprezzare di cuore i sedicenti ''miticisti'' sostenitori della Tesi dell'Amalgamazione/Sincretismo e/o della Figura Composta (come quel babbione di Pier Tulip e il suo mentore guru Acharya S. Murdock), e ad approfondire seriamente e criticamente  la Tesi del Gesù Angelico/Celeste e del Gesù Inventato/Letterario, sul solco di grandi studiosi come Richard Carrier, Earl Doherty, Roger Parvus, R.G. Price, Dave Fitzgerald, ecc.


[1] Ritengo memorabili in tal senso le pagine 582-592 di OHJ, sicuramente il miglior pezzo di tutta la sterminata letteratura su Gesù che sia mai stato scritto da uno storico. Si veda il mio scambio di vedute in corso con il prof Gullotta al riguardo.

[2] perfino per Marcione, qualora fosse stato lui e non ''Marco'' l'autore del primo vangelo su cui tutti gli altri dipendono, come mi dà la decisiva conferma lo stesso prof M. Vinzent:
Caro Giuseppe,
     un'altro del tuo intrigante gruppo di pensieri di cui mi piace discutere:

     Senza ripetere la prima parte, permettimi di prendere il tuo ultimo paragrafo: "Se io ipotizzo la tua nuova datazione con Mcn prima, non corro il rischio di dimenticare, in Mcn, questo particolare aspetto di Gesù come un'allegoria del trauma del 70 , di vedere nel Gesù di Mcn soprattutto e prima di tutto il semplice esponente della teologia di Marcione? Il rischio sarebbe quello di ignorare eccessivamente il legame tra un fatto storico concreto - la minaccia di estinzione dell'ebraismo nel 70 EC - con la nascita del primo vangelo ".

     Se ho capito bene, non si corre il rischio di rilevanza sociale, al contrario, non vedo Mcn in primo luogo come un trattato teologico (è anche questo), ma una risposta immediata (e limitata) di Marcione al disastro degli anni 132-135 AD. Mentre il 70 AD era  sicuramente  troppo traumatico, siamo in qualche modo accecati dal fatto che con gli scritti di Giuseppe Flavio in particolare, sappiamo tanto particolari circa la prima guerra contro i romani, mentre abbiamo comparativamente poco dell'ultima guerra, e tuttavia, da quanto sappiamo, dopo il  70 AD c'era ancora speranza tra gli ebrei di ricostruire il tempio e di rifondare la nazione. È vero, Gerusalemme, e in particolare il monte del tempio era deserto, ma come possiamo vedere nel corso dei decenni successivi, fino a Bar Kochba, gli ebrei non avevano rinunciato a lottare per un nuovo inizio. La guerra di Bar Kokhba, poi, era incomparabilmente più sanguinosa e più devastante dela prima, è stata profondamente divisiva per le comunità ebraiche, fu la guerra peggiore che romani avessero mai combattuto, e per la prima volta, l'imperatore non aveva dichiarato sé stesso e i suoi soldati di essere ok in Senato, dopo la fine della guerra. Se seguiamo Giustino, quindi Bar Kochba aveva anche ucciso i cristiani, evidentemente perché aveva ancora pensato che avrebbero dovuto sostenere la sua causa. Per il momento, dopo il 135 AD, ai miei occhi, quei racconti apocalittici sulla guerra contro Gerusalemme sono in una posizione migliore rispetto al tempo dopo il 70 AD. Quindi, non ci sono segnali di una estinzione dell'ebraismo nel 70 AD, mentre ci sono stati forti cambiamenti per le comunità ebraiche dopo il 135 AD. Per molto tempo, agli ebrei non era permesso di tornare a Gerusalemme, tranne una volta l'anno, solo in quel periodo i romani iniziarono a convertire Gerusalemme in Aelia Capitolina con il monte del Tempio diventato uno spazio sacro romano. A tali eventi, ai miei occhi, il vangelo di Marcione e la successiva tradizione evangelica è una reazione.
 

Io: I Padri della Chiesa hanno preso la caduta del Tempio e le guerre come un'altra prova della verità cristiana (e una punizione divina per i 'deicidi' ebrei). Forse questo può essere un'altra sottile differenza tra Mcn e i vangeli successivi: l'enfasi del Mcn sul significato soteriologico della crocifissione di Gesù può essere spiegato solo come riferimento al trauma della Guerra di Bar Kochba  - Marcione rispecchiava così quello che era successo a molti ebrei durante l'ultima assedio di Gerusalemme, perché il rischio concreto è che quello che era drammaticamente accaduto minacciava di confutare il lieto messaggio del Vangelo di Gesù Cristo -, mentre negli altri vangeli l'allusione alla guerra è stata vista solo come un'ulteriore prova della collera divina già profetizzata nella Scrittura contro il popolo ebraico (innescando come effetto collaterale l'aumento dell'anti-giudaismo). 
 
Il prof: Sono d'accordo con te su questo - ovviamente, come un altro lettore del blog ha giustamente insistito:
'Io credo che non possiamo sottolineare l'evento traumatico della distruzione del Tempio abbastanza. Sì, ci sarebbe stata la speranza un giorno di ricostruirlo (anche se forse questa speranza potrebbe essere solo stata accarezzata da pochi dato che questa era la seconda volta che il Tempio era stato distrutto:  un cattivo presagio? si veda molto più tardi, quando Giuliano decide di ricostruire il Tempio e poi muore), ma non è tanto la possibilità di ricostruzione che è in gioco, ma piuttosto le conseguenze della distruzione. La distruzione del Tempio fece sì che gli ebrei non furono in grado di soddisfare più i comandamenti di Dio in quanto non vi era nessun Tempio dove sacrificare. Non essere in grado di adempiere a questo mitzvah ha implicazioni gravi e sfiora l'essenza e l'esistenza stessa dell'ebraismo. Per capire meglio la gravità della distruzione ciò potrebbe essere forse meglio confrontato alla Shoa (si veda Martin Goodman). Forse (e questo è mia speculazione) gli eventi che avrebbero seguito - cioè la rivolta di Bar Kochba e la reazione dell'imperatore ad essa addirittura con la nuova denominazione della regione come 'Palestina' dal nome degli arci-nemici degli ebrei, i Filistei - potevano anche essere interpretati come risultati di un "fallimento" (piuttosto che incapacità a causa della distruzione) di assolvere a quella centrale (essenziale, esistenziale?) comandamento?'
Ancora una volta - Io sono d'accordo, evidenziare la guerra del 132-135 non significa minimizzare gli eventi traumatici dei tardi anni 60. Guardando gli anni successivi al 70, si nota, tuttavia, che le persone come Giuseppe Flavio cercano di dare un senso a questa guerra, giusto all'esordio lui presenta ancora sé stesso come un 'prete', e così fa egli nella sua autobiografia scritta ai tempi di Domiziano. Tuttavia, molta più analisi si deve fare in questo.


Alla luce delle sue parole, penso a questo punto che sia davvero inutile, per quanto riguarda la questione della storicità di Gesù, indagare sulla cronologia e paternità del primo vangelo, non solo perchè è impossibile trarre decisioni certe in merito, ma anche perchè in ogni caso la Causa Principale della sua stesura era il dramma in atto della Guerra Giudaica, non - o non solo - il ricordo di un particolare personaggio storico. 

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