lunedì 7 luglio 2014

Delle prime recensioni critiche di OHJ nella blogosfera

A giudicare dalle prime ''critiche'' che sta ricevendo il libro OHJ di Richard Carrier, sembra ormai chiaro sempre più la loro essenziale natura di veri e propri buchi nell'acqua
In principio c'era la critica di Loren Rosson ad avermi in qualche modo impressionato, per poi riconoscere da subito che si tratta di un flop non appena ho letto la replica del dr. Carrier: specie dopo aver capito che non ha praticamente nessun effetto disquisire sulle differenze dottrinali tra Paolo e i Pilastri, con dispute annesse e connesse, per concludere qualcosa sulla storicità.
E se avevo trovato qualche forza nell'argomento di N. Covington, ora non più dopo aver letto le ulteriori considerazioni di Carrier su di esso. E Covington è addirittura più radicale di Carrier nel portare maggiore evidenza a favore del mito di Cristo dai soli vangeli, a giudicare dal seguito della sua recensione.

E sto parlando di critici che ritengo estremamente obiettivi e imparziali nel loro giudizio. Non sto parlando di folli dementi apologeti come l'improbabile mister Pischedda o Gianluigi Bastia, tantomeno di quello scellerato politicante d'un Valerio Polidori (gente che critica un libro senza mai degnarsi di leggerlo, e tantomeno di confutarlo seriamente, è chiaramente STUPIDA a priori, ai miei occhi).

In particolare, vengo a sapere dalla risposta di Carrier probabilmente una sintesi del suo argomento sul famigerato passo di Galati 1:19 circa ''il fratello del Signore''.
Così qual è la probabilità che Paolo a volte si riferisce ad un cristiano battezzato di nome Giacomo come ad un fratello del Signore, dato che tutti i cristiani battezzati erano noti a Paolo e alle sue congregazioni come fratelli del Signore, e Paolo necessitava di distinguere tra un apostolo ed un cristiano non-apostolico, così da rafforzare la sua pretesa di non aver parlato con nessuno che potesse comunicargli i segreti del vangelo fino a molto tempo dopo essere stato a predicare quel vangelo, quindi dimostrando di aver appreso il vangelo dal Gesù rivelato e non da testimonianza umana? Io sottolineo in OHJ che solo dire ''fratello'' non sarebbe sufficiente, dal momento che poteva essere confuso per un riferimento ad un fratello biologico di Cefa; e non aggiungere nulla non sarebbe sufficiente, dal momento che lascerebbe poco chiaro perchè questa persona debba in fondo venire menzionata (se Paolo incontrò proprio qualche ebreo o catecumeno, non sarebbe chiaro perchè li stesse menzionando; che egli incontrò un cristiano battezzato in aggiunta ad un apostolo sarebbe importante, comunque, come là spiego). (mia enfasi)

Da queste parole posso già intravedere l'enorme portata rivoluzionaria dell'interpretazione alternativa di Galati 1:19.
ἕτερον δὲ τῶν ἀποστόλων οὐκ εἶδον, εἰ µὴ Ἰάκωβον τὸν ἀδελφὸν τοῦ κυρίου è usualmente tradotto con "non vidi altro degli apostoli se non Giacomo, il fratello del Signore". Cefa e Giacomo, quindi, in questa traduzione sarebbero gli unici apostoli incontrati da Paolo a Gerusalemme in quella circostanza, anche se è ancora possibile supporre che Giacomo non fosse contato tra gli apostoli (sempre in virtù della necessità di Paolo di mostrare come nessun apostolo lo avesse messo a parte del vangelo, tantomeno dei misteri nascosti da secoli in Dio, ma solo il Gesù celeste). La traduzione alternativa proposta da Carrier, "oltre agli apostoli, vidi solo Giacomo”, evidenzia come Giacomo non fosse un apostolo.

Sembrerebbe un altro indizio a favore della non identità tra il Giacomo di Galati 1:19 e il Giacomo nominato tra i Pilastri di Galati 2 (ipotesi nemmeno tanto ad hoc alla luce della separazione nel vangelo di Marco tra il Giacomo apostolo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, e il fittizio Giacomo fratello di Gesù).

Ma un conto sono questi indizi sparsi qua e là e ancora non poterne cogliere appieno tutte le implicazioni (non avendo ancora letto il libro). Ed un altro conto evidenziare come vedere in quel ''Giacomo il fratello del Signore'' il fratello biologico di Gesù vada a distruggere totalmente l'intero punto che Paolo stava facendo faticosamente, in lungo e in largo, nella lettera ai Galati, di cui riporto i punti salienti:

Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, 
(Galati 1:1, mia enfasi)
Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare in me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; di non apostoli vidi solo Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mento.  
(Galati 1:15-19, mia enfasi)

In altre parole, la conclusione potrebbe rivelarsi che se ritieni un elemento favorevole alla storicità quel costrutto strano di Galati 1:19, allora c'è la concreta probabilità di andare a distruggere l'intero argomento di Paolo nell'epistola ai Galati, come se fosse un castello di carte. E tu non vorresti mai che l'impressionante, colossale Apostolo si rivolti nella tomba, non è vero?
Dunque, poichè a quanto sto vedendo nelle prime recensioni critiche di OHJ vedo che da imparziali atei e scettici l'unica, sola, reale evidenza di un Gesù storico che riescono a scorgere malgrado tutti i loro sforzi è solo e soltanto ''Giacomo, il fratello del Signore'', la mia futura recensione (che pubblicherò a fine agosto) eviterà di concentrarsi sul resto del libro e si concentrerà solo a valutare tutte le possibili implicazioni di quel famigerato costrutto.