domenica 4 maggio 2014

Della necessità di accumulare tutta l'EVIDENZA possibile lasciando perdere una buona volta presunti assi nella manica, pistole fumanti e i dementi Folli Apologeti

Secondo quello che mi hanno fatto capire finora i folli apologeti, Gesù è ''storico'' al di là se Paolo, o qualunque altro autore di epistole, non si preoccupa di riferirlo mai in tutte le sue epistole.


Evidentemente ho già tentato di affacciarmi ad una rappresentazione in termini probabilistici di questo pensiero in questo post la cui lettura consiglio vivamente al lettore perchè è certamente uno dei miei meglio riusciti.

In altre parole, se il folle apologeta deve proprio negare la storicità di Gesù,  vuole avere di fronte a sé della vera EVIDENZA, LA MIGLIORE EVIDENZA,  che confermi la sua non-storicità. Altrimenti non si smuoverà di un poco dalla sua visione di un Gesù storico estremamente carismatico che ha lasciato la sua gigantesca impronta nella Storia.

Ma il Teorema di Bayes, e qui sta la sua preziosità, è così potente da non aver per nulla bisogno, per trarre le sue conclusioni, della ''migliore'' evidenza della tesi da dimostrare.

Gli storicisti dovrebbero capire questo punto delicato quando polemizzano con i miticisti.
Non esiste nessuna ''MIGLIORE EVIDENZA'' di un Gesù storico. Purtroppo. L'unico argomento migliore che è possibile fare è un argomento cumulativo bayesiano: cumulativo perchè accumula tutta l'evidenza possibile, non soltanto quella che appare al momento la singola ''migliore'' evidenza, ma TUTTA quanta l'evidenza a disposizione nel nostro umile zaino di background.


Ma da questo deriva una pericolosa verità, pericolosa per il folle apologeta: che la migliore dimostrazione di un Gesù storico è, o dovrebbe essere, che NON ESISTE purtroppo granchè di EVIDENZA di un Gesù storico.

Questo è sicuramente la dimostrazione che farei nei panni di uno storicista ''convinto'', e questo è certamente quello che farà Richard Carrier nel suo prossimo volume sul Gesù storico, nonostante intenderà presentare ANCHE la sua dimostrazione migliore di un Gesù mitico per fare i dovuti confronti.




Cinque storicisti che ho conosciuto finora, pur così diversi tra loro, ovvero J. D. Crossan, Bart Ehrman, Dale Allison, Bermejo-Rubio e Mauro Pesce puntano tutti nel sottolineare la MIGLIOR EVIDENZA di un Gesù storico utilizzando, anche se ciascuno con parole diverse e con barzellette o metafore o commenti caustici diversi, il criterio di IMBARAZZO.

Ma il criterio di imbarazzo fallisce per due ragioni:

PRIMO
, ogni ''dimostrazione migliore'', in virtù di tutto quanto detto poco prima sulla mancanza di una ''MIGLIORE'' EVIDENZA di un Gesù storico, potrebbe rivelarsi sbagliata almeno come possibilità, e questa possibilità potrebbe dare ai proponenti della tesi opposta l'opportunità di rivendicare ragione.


SECONDO, perfino se non è contemplata la possibilità del suo errore, quella ''dimostrazione migliore'' che sarebbe in sostanza il CRITERIO DI IMBARAZZO, per definizione in quanto mero ''CRITERIO'', non potrà mai scoprire o rischiarare l' ''EVIDENZA'. Per la precisa ragione che il criterio di imbarazzo è un'INTERPRETAZIONE dell'evidenza, NON l'evidenza stessa. E voglio avere evidenze. Fatti. Non interpretazioni dei fatti.


Allo stesso modo, un Bart Errorman o un Mauro Pesce avrebbero ragione a dimostrare il loro Gesù storico, se soltanto la loro dimostrazione fosse la seguente:
P1: Tutti gli individui nell'Antichità non inventerebbero un dogma che provoca imbarazzo.
P2: tutti gli ebrei nell'Antichità sarebbero fortemente imbarazzati da un messia crocifisso.
P3: Gesù fu crocifisso.
C: Perciò, Gesù non fu inventato.


Ogni dimostrazione, mi ha insegnato il dr. Richard Carrier nel suo Proving History, è tanto forte solo nella misura in cui lo è la sua più debole premessa.

Ma possiamo ritenerci così sicuri che tutte le persone nell'Antichità non inventerebbero MAI un dogma che provoca imbarazzo?

Ma siamo così sicuri che
tutti gli ebrei nell'Antichità  fossero così compatti & monolitici da non inventarsi MAI E POI MAI un dogma che provoca imbarazzo?


Intanto, nel caso di Bart Errorman, ALMENO la premessa P1 è confutata: basti ricordare quel dio che muore e risorge nonostante fosse CASTRATO & EUNUCO di Attis!


Quindi la forza dell'intero argomento di Bart Errorman è pari alla forza della premessa P1 e della premessa P2: davvero debole come ''forza''.

Lo stesso errore lo ripetono i folli apologeti quando ricordano di aver conosciuto il fratello di Gesù di persona, e che si chiama Giacomo di nome. Così la loro scemenza e demenza raggiungono il culmine: perchè credono ancora che è sufficiente avere il cosiddetto asso nella manica, almeno una sola volta, per tenere contenti e fregati tutti i miticisti in una sola volta! Ma non esistono assi nella manica. 



Non esistono purtroppo le ''migliori evidenze''. Altrimenti la questione sarebbe risolta da un pezzo. Il solo ''asso nella manica'' consentito dovrebbe essere -- non può non essere -- soltanto l'ACCUMULO di tutta l'evidenza disponibile a favore della propria tesi.


Ecco perchè è necessario, dopo aver accumulato tutta l'evidenza possibile, cercare umilmente di dare una spiegazione che riesca a catturarla tutta, o quasi tutta. Ecco perchè è necessario soprattutto identificare correttamente qual è l'evidenza MENO probabile che ci si dovrebbe aspettare DATA una particolare ipotesi.  Si tratta del principio di falsificabilità, spiegabile usando apposita terminologia bayesiana. Gli storicisti dovrebbero fare lo stesso, invece di elencare tediosamente -- si pensi al libro spazzatura di Adriana Destro -- tutte le ricostruzioni ipotetiche ed astratte che non emergono per nulla in evidenza: ma è chiaro perchè non possono emergere in evidenza. Se sono ipotetiche le tue ipotesi e le tue congetture, come pretendi che si possano manifestare alla chiara luce del Sole con tanto di evidenza? Ad esempio, se ti appelli all'esistenza ipotetica della fonte Q per sostenere la tua conclusione, pensi di rafforzarla veramente facendola poggiare su una premessa così debole, su  un ghiaccio così sottile, su così pericolose sabbie mobili?

Lo stesso discorso dovrebbe valere per i proponenti dell'ipotesi mitica.
Ma non ho mai visto Earl Doherty presentare una sola, una soltanto! ''pistola volante'' per terminare ogni discussione con gli storicisti perchè troppo sicuro del suo risultato. 

Mentre ho fin troppe volte visto i folli apologeti storicisti battere come scimmie urlatrici i pugni sul tavolo al primo ''avvistamento'' del fratello di Gesù (che solo loro sanno stranamente riconoscere) in Paolo o in Flavio Giuseppe.

Ad esempio, se il miticista si basasse solo su questa frase dell'anonimo autore della Lettera agli Ebrei per chiudere in fretta la partita sarebbe altrettanto fedifrago dei peggiori folli apologeti:
Comunque, se fosse qui sulla terra, Gesù non sarebbe neppure sacerdote, perché qui i sacerdoti presentano i sacrifici, seguendo ancora l’antico sistema ebraico.
(Ebrei 8:4)

Certo che è possibile far intendere alle parole originarie in greco in cui è scritto questo passo il significato più favorevole allo scenario miticista, ovvero il seguente: 

Comunque, se fosse stato qui sulla terra, Gesù non sarebbe neppure sacerdote, perché qui i sacerdoti presentano i sacrifici, seguendo ancora l’antico sistema ebraico. 
(Ebrei 8:4)


Ma qual è la MENO probabile evidenza che, per l'originario autore di quelle parole dell'Epistola agli Ebrei, il significato che avrebbe desiderato accollare alle medesime fosse quello così bene esplicitato nella seconda traduzione anzichè nella prima traduzione?

Bene. Assolutamente nessun'evidenza.

Non si può imporre nessun vincolo di sorta ad una lingua morta affinchè si possa farle dire in un punto quello che si vorrebbe fargli dire in un altro.
Il che significa che non esiste nessuna traduzione di una lettera di Paolo o di un paragrafo dei vangeli che è più o meno probabile di un'altra UNA VOLTA DATO IL GESÙ MITICO. Appellarsi ad una sola ''pistola fumante'', per quanto suggestiva, per il miticista sarebbe altrettanto fatale quanto lo è per il folle apologeta appellarsi al fratello di Gesù o al sedicente criterio di un fantomatico imbarazzo: perchè significa rendere A PRIORI NON-FALSIFICABILE la propria tesi. Arroccarsi nel proprio dogmatismo. 

Rifiutarsi di scendere al livello delle probabilità pro e contro. Scartare a priori il Teorema di Bayes.

E per fortuna che dire ''Gesù è esistito. Punto'' oppure dire ''Gesù non è esistito. Punto'' può solo indurre al sorriso, perchè di un'ipotesi totalmente astratta & fine a sé stessa non sa nessuno che farsene (bè, non è proprio vero: della prima ipotesi i preti delle varie chiese sanno benissimo che farsene), a meno che non le dia la sostanza che merita (se c'è), RACCOGLIENDO tutta l'evidenza possibile per l'una o per l'altra.

D'altro canto, DATO un Gesù predicatore itinerante carismatico, e dal carisma che ''si collocava -- come ha suggerito Jonathan Z. Smith -- in qualsiasi luogo'' e tale, a detta del folle apologeta Mauro Pesce che cita come un pappagallo un altro folle apologeta fin quasi al limite del plagio, da indurre i suoi seguaci a riverirlo e ad esaltarlo alla giusta destra di Dio dopo la morte, qual è l'evidenza MENO probabile che dovrei attendermi di necessità e per forza??? 

Certamente l'ultima cosa che dovrei aspettarmi di vedere sarebbe il desolato scenario di assolutamente zero persone che non si preoccupano di citare per nulla, neanche una volta, anche solo una frase uscita dalla bocca di un cosiddetto predicatore itinerante carismatico di tal fatta, in ogni scritto del Nuovo Testamento che precede il tempo di Marcione e di Giustino Martire. La bellezza di circa 100 ANNI durante il quale nessun cristiano si preoccupa di citare le parole di Gesù. Naturalmente sto escludendo i vangeli perchè nessuno sembra consapevole del loro contenuto fino al sopraggiungere di Marcione e di Giustino Martire.

Se provi a non leggere i vangeli ma solo le epistole scritte nei primi 100 ANNI del nascente cristianesimo, l'ultima cosa di cui ti accorgerai sono esattamente quelle presunte ''tracce'' che l'azione carismatica di Gesù avrebbe dovuto lasciare sulla nuova religione, secondo i folli apologeti.

Così finora non posso che esprimere il mio più totale disappunto nel vedere come si stanno comportando i folli apologeti storicisti contro il miticismo.


Ecco perchè non ho deciso di cancellare il caustico e stizzito commento di Mauro Pesce alla mia crudele stroncatura del suo libro e dell'altra folle apologeta Adriana Destro. Perchè costituisce ai miei occhi l'ennesima prova del demente DOGMATISMO che muove i folli apologeti che infestano le accademie.


Questi ''signori'' hanno davvero bisogno di pensare e di ragionare in modo più rigorosamente scientifico, usando un vero ragionamento logico degno di questo nome invece di affidarsi ad una fallace quanto mendace ''criteriologia'' e tessendo la tela attorno ad invisibili -- perchè solo ipotetici -- documenti. Quello a cui sto assistendo oramai da qualche anno è lo stesso genere di reazione che gli apologeti cristiani hanno avuta nei loro futili tentativi di difendere l'esistenza del loro dio preferito e della loro risurrezione preferita.
Gran parte di loro non sono per nulla ancora pronti, allo stato attuale, a sapere qualcosa di più sulla teoria della probabilità, per assicurarsi di non promuovere fallacie logiche di qualsiasi tipo.

Per questo li chiamo fin d'ora FOLLI APOLOGETI. Perchè la loro impresa, l'impresa che da 3 secoli a questa parte stanno tentando invano, è per natura inerentemente PURA APOLOGETICA CRISTIANA, come aveva sospettato e denunciato da tempo il prof Hector Avalos (Jesus Agnostic) in  The End of Biblical Studies.

L'unica, e non ultima, consolazione che posso ricavare da questo claustrofobico clima apologetico, è che mi si risparmia almeno l'inutile fatica di infierire ancora su questa povera gente. Non degnerò di un'ulteriore stroncatura il prossimo pdf di un Jerim Pischedda ''con tanto di prefazione di Valerio Polidori, PhD'', perchè non voglio perdere tempo con i folli apologeti. E non degnerò di un'ulteriore seconda stroncatura il folle duo apologetico Adriana Destro/Mauro Pesce, perchè non voglio più perdere tempo con i folli apologeti.

Non mi interessa la politica accademica di chi ''prende più voti e vince''.
Voglio mettere in atto l'insegnamento che Platone, nella Repubblica, attribuisce a Socrate: «Seguire il ragionamento fin dove ci porta». [1] Tra le altre cose, questo principio richiede che, per fare un'obiezione faccia a faccia, le persone si debbano incontrare. E richiede di seminare alle proprie spalle quelle persone riluttanti a dialogare, o che sperano di cavarsela ''facilmente'' sollevando solo obiezioni finte e stizzite repliche. Mi interessa la ricerca. Quella vera. E mai come ora ha preso uno scatto improvviso in avanti! 


[1
«Del resto, nemmeno io ho le idee chiare, ma dove il discorso come un vento ci porta là intendo andare»
(Platone, Repubblica, 394d)