domenica 29 dicembre 2013

Indizi di Pura Invenzione

Esistono buone ragioni per leggere i vangeli come un'opera frutto di pura immaginazione, di pura fantasia. Indizi di pura invenzione sono chiaramente presenti in quelle opere. Ormai gli stessi cristiani sono a tal punto disincantati da riconoscere da soli i dettagli fantastici dei vangeli, e di leggerli come tali, non come Fatti letterali. Ad esempio sanno benissimo che la nascita verginale di Matteo e Luca deriva dallo sforzo di ''realizzare'' una profezia di Isaia 7:14 basata su una traduzione errata, nella greca Septuaginta, del termine corrispondente a ''giovane donna'' nell'originale Bibbia ebraica. 
Un vescovo episcopale, John Shelby Spong, affermò che se i testi biblici non fossero intesi a venir letti da gente adulta, intelligente e moderna -- vale a dire, se fossero letti come si legge Harry Potter -- il cristianesimo perirebbe. Mentre un vescovo, o un Folle Apologeta, può aver interesse a pronunciare quelle parole per rendere più flessibile la lettura dei vangeli e non consegnarla ai fondamentalisti, il mio interesse è diverso: io voglio preservare il libro. I vangeli sono troppo ricchi e suggestivi per essere abbandonati impunemente nelle mani nocchiute di goffi sempliciotti integralisti, come pure a sottili letture apologetiche armonizzanti da parte di fantomatici e forse ipocriti ''cattolici adulti''.

Il secondo indizio di pura invenzione fantasiosa è il Fatto auto-evidente,  mettendo a confronto i vangeli, della continua rielaborazione dei medesimi temi ed episodi senza riguardo alcuno alla loro coerenza in un modello prefissato, ma ponendo, al contrario, grande enfasi nel perseguimento a tuti i costi del particolare, diverso punto teologico da fare.

I dettagli in continuo mutamento, le modifiche degli attori, la trasformazione di una parabola in un episodio ''reale'', e l'enorme variazione sia nel significato che nell'episodio dalla sua prima versione alla sua ultima versione, rivela al di là di ogni ragionevole dubbio che la principale preoccupazione nella mente di quelli autori non fu di fornire un resoconto accurato degli eventi, ma invece di elaborare un racconto in vista del suo miglior obiettivo didattico.

Parlerò di quelli obiettivi quando parlerò di midrash, sia pure in linea generale. E a quel punto presenterò cosa fornisce ulteriore conferma della natura allegorica dei vangeli, quando illustrerò la connessione esistente tra sopravvivenza culturale e messianismo. I vangeli dunque contengono una profonda verità culturale, ma i dettagli della storia sono chiaramente inventati.

Un esempio di manipolazione intesa ad un preciso scopo da parte degli evangelisti può esser visto nel loro uso di personaggi fittizi (i discepoli) che abitano un mondo fluttuante liberamente di magia, e tuttavia che spesse volte esibiscono difficoltà nella comprensione dei poteri magici di quel loro leader che intendono seguire, difficoltà nella fede in quei magici poteri, contro tutte le prove offerte di continuo ai loro sensi. Un problema del genere può sorgere solamente come inevitabile corollario della costruzione e invenzione di una figura letteraria. L'obiettivo immediato di questa tecnica di invenzione, è creare una sorta di identificazione tra il personaggio ''esitante'' e ''riluttante'' e il lettore medesimo, e costituisce un tratto caratteristico del genere fantasy. Come in quei film di Horror in cui noi spettatori osserviamo il terrorizzato protagonista di turno scendere incautamente nel buio di un ambiente larvatamente minaccioso, con solo la flebile fiammella di una candela tra le mani, e ci chiediamo, di soprassalto: ''ma cosa sta facendo???!!''.

Un terzo indizio di quella pura invenzione letteraria che sono i vangeli è l'uso allusivo, solitamente allegorico, del linguaggio. Un carattere il cui nome significa ''Salvatore Unto'', e il cui ruolo nel racconto corrisponde esattamente a quel nome, è stato probabilmente inventato da autori che scrivono con un preciso scopo allegorico. Le tecniche appena citate appartengono tutte a scrittori di fiction con scopi didattici, non a storici, non a biografi, e neppure ad agiografi.

I vangeli sono veramente un prodotto di pura fantasia.

Il loro genere è un genere oggi estinto: ''letteratura apocalittica''.