venerdì 27 dicembre 2013

Del Vangelo come Pura Allegoria

Quando leggiamo un racconto fantastico, valutiamo il suo grado di realismo usando regole particolari. Non è che gettiamo dalla finestra i nostri modi soliti di leggere la realtà: soltanto, li adoperiamo in maniera diversa. Quei modi comprendono la nostra visione scientifica del reale, delle varie vie in cui si può utilizzare il linguaggio, il nostro senso estetico, la nostra conoscenza dei vari tipi umani, i nostri imperativi morali, e così via.  Tutta l'intera nostra comprensione di come va il mondo entra in gioco, non la accantoniamo da parte. Il fatto che una pura opera di fantasia non proibisce affatto, a priori, di rinunciare alle lenti adoperate nel leggere ciò che fantasia non è -- ad esempio le lenti usate per comprendere un fenomeno fisico -- non significa che quelle lenti medesime non si possano mai applicare alla immaginazione, alla pura fantasia.
Si tratta in pratica di aggiustare il tiro nel modo giusto, facendo le debite osservazioni, quando si tratta di approcciarsi ad un'opera particolare. Se si deve leggere il Signore degli Anelli, facciamo una valutazione del tutto diversa da quella che si fa quando si legge un libro di matematica o quando  leggiamo un romanzo storico. La nostra valutazione dei personaggi cambia considerevolmente, a seconda della natura dell'opera che stiamo leggendo. Di conseguenza, esiste sempre un legame tra la nostra consapevolezza della natura del libro che si legge, e la nostra comprensione del significato di quel libro. Facciamo sempre delle scelte e delle decisioni intorno al testo che stiamo leggendo, e quelle scelte e quelle decisioni in ultima istanza determinano cosa attingeremo infine dal testo, il suo impatto finale su di noi.

Nel caso dei vangeli, io ho fatto una precisa scelta, una precisa decisione. E quella scelta, quella decisione, influenzerà l'impatto che i vangeli avranno definitivamente su di me, sulla mia vita.

Io decido di leggere i vangeli come un prodotto di immaginazione, un'opera di fantasia, di invenzione letteraria, di finzione (in inglese, fiction).





Non ignorerò il loro contesto biblico, se questo significa tener conto delle profonde osservazioni, che altri hanno fatto, che quei testi sono in prevalenza tutti basati su racconti simili dell'Antico Testamento.

Ma trascurerò e ignorerò volentieri ogni lettura teologica dei vangeli.

In tre modi:

1) assumendo a priori che le storie ivi raccontate non sono storiche,

2) assumendo a priori che quelle storie non sono affatto un ''compimento di profezie'',

3) assumendo a priori che quelle storie, laddove sono inconsistenti tra loro, non vadano affatto armonizzate a forza.

In altre parole, non ripeterò gli errori che sono soliti fare i Folli Apologeti cristiani o atei, del Web o delle Accademie.