(segue da qui)
PARTE III.
LE EPISTOLE AI CORINZI
Aumenta quotidianamente la schiera di coloro che, pur accettando le due Epistole ai Corinzi come in definitiva di origine paolina, non riescono a riconoscere una vera unità di composizione nei testi esistenti, ma li scindono in lettere e frammenti di lettere messi insieme dai redattori. Altri, per spiegare la mancanza di unità, sono ricorsi all'ipotesi di interpolazioni: J. W. Straatman, ad esempio, nei suoi Critical Studies sulla prima Epistola (1863-65), ha trattato 11:23-28 e 15:3-11 come interpolazioni del secondo secolo. Una critica più radicale si trova costretta a negare del tutto l'origine paolina di entrambe le Epistole. Nelle indagini precedenti sull'Epistola ai Romani sono già emersi punti che, considerati in modo rigoroso, depongono in anticipo contro la loro genuinità. Un'indagine separata, però, non sarà inutile. Resta la speranza di contribuire ulteriormente a squarciare il velo dietro il quale la storia del cristianesimo più antico è ancora fin troppo abituata a celarsi.
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