sabato 10 maggio 2025

Thomas Whittaker: LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO — LO SCOPO DELL'AUTORE

 (segue da qui)


 5. LO SCOPO DELL'AUTORE.

All'opera di Luca sono state attribuite diverse intenzioni, ognuna delle quali in qualche modo corretta, purché nessuna sia ritenuta in grado di fornire da sola una spiegazione completa. Egli non aveva bisogno di cominciare la riconciliazione dei Petrinisti e dei Paolinisti, poiché altri, in particolare l'autore degli Atti di Pietro, lo avevano preceduto in questo; ma lui manipola consapevolmente i suoi dati nella stessa direzione. La conciliazione, come è già stato sottolineato, è da entrambe le parti. Pietro riconosce fin dall'inizio che il Vangelo, benché offerto per la prima volta agli ebrei, è per tutti coloro che saranno chiamati (2:39). Paolo è obbediente sia alla Legge che agli altri Apostoli e ha l'abitudine di predicare prima agli ebrei, rivolgendosi solo in seguito ai gentili. Eppure sarebbe un errore descrivere siffatta riconciliazione come lo scopo predominante di Luca. Anche l'obiettivo apologetico nei confronti delle autorità romane, sebbene appartenga particolarmente alla sua stesura e non a nessuna delle sue fonti, non va descritta come lo scopo dell'intera opera. Ciò che fa col suo modo di presentare le relazioni tra ebrei e cristiani e Romani è invitare tacitamente i Romani a continuare l'approccio protettivo nei confronti del cristianesimo che, secondo la storia, essi avevano assunto all'inizio. A questo, però, egli combina altri scopi, come quello di tracciare chiaramente la linea di demarcazione tra giudaismo e cristianesimo, di appianare le differenze esistenti tra cristiani, e così via. E alla fine sarebbe ingiusto non riconoscere che il suo scopo essenziale è descritto correttamente da lui stesso all'apertura del terzo Vangelo, di cui il libro degli Atti, secondo la sua stessa dichiarazione, è una continuazione. Ciò che principalmente aveva in vista era fornire ai convertiti cristiani istruzioni più precise sugli eventi su cui si fondava la loro fede. Il suo scopo era quello di scrivere storia in un certo senso:  “storia sacra”, se vogliamo.

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