venerdì 27 settembre 2024

ECCE DEUS — L'EKTROMA

 (segue da qui)


IV. — L'EKTROMA 

Supplemento all'Articolo 84.

130. Il problema centrale della concezione gnostica (la dottrina della Gnosi, la conoscenza dell'Unico Dio Supremo) era il venerabile problema cosmologico-teologico della relazione del Creatore con la Creatura, di Dio con l'Universo. Sulla scia dell'antica Accademia, gli Gnostici cercarono di riempire l'intera sfera dell'essere possibile tra i poli opposti della pura Divinità o Noumeno (Abisso) e del Fenomeno (materia) con una successione di accoppiate emanazioni, proiezioni o eoni che variavano da sei a trenta in numero. Di questi c'era una serie di dodici (proiettati da Uomo e Chiesa o da Logos e Vita), di cui l'ultima coppia era Desiderato e Sofia. Di questi due, l'ultima (dicevano loro) divenne posseduto da un desiderio irrefrenabile di generare o proiettare un eone indipendentemente dal suo congiunto, in emulazione dell'attività primordiale ingenerata della Divinità centrale (Abisso). Questa passione (Intenzione) di questo dodicesimo eone ebbe un esito disastroso: la proiezione o emanazione che derivò da lei fu sì Sostanza, ma fu informe e non perfezionata, in quanto priva del principio maschile formativo, [1] e fu tecnicamente e opportunamente chiamata L'Ektroma. [2] L'Ektroma in realtà non era altro che la materia informe (Hyle) di Aristotele, il Tohu va-Bohu di Genesi 1:2, come dimostra la citazione in Ippolito: “E questo significa, dice lo Gnostico, la frase di Mosè: la terra era invisibile e informe.  

131. Fintantoché tutti gli eoni precedenti non solo erano sostanziali, ma erano forme celesti, fu perfettamente naturale per lo Gnostico chiamare L'Ektroma (abortivum) questa emanazione informe di Sofia. Chiaramente l'idea è derivata dal brano di Proverbi (8:12 e seguenti), o almeno è correlata con quel brano, dove Hokhmah (la Sapienza) è esaltata così tanto per aver assistito il Creatore nella fondazione dei cieli e della terra. Ciò è doppiamente evidente dall'altro nome, Achamoth, che essi diedero a Sofia (e non a Intenzione, come pensò Tertulliano), il quale nome è chiaramente solo un sottile travestimento del nome ebraico Hokhmah, o del siriaco Hekhmetha, sebbene Tertulliano lo definì “inspiegabile” (Adversus Valentinianos 14). Così l'Ektroma appare come l'ultimo e il minimo degli eoni scaturiti, in quanto, di fatto, non degno di essere chiamato un eone, essendo difettoso nella sua generazione. [3] Alla luce di questa speculazione gnostica, e soltanto alla luce di essa, il linguaggio auto-deprecatorio dell'Apostolo diventa ora perfettamente chiaro e straordinariamente appropriato. 

132. Naturalmente, la risposta dei critici sarà, e deve essere, che la relazione è proprio l'inverso, che gli Gnostici hanno preso l'idea dell'Ektroma da questo passo di 1 Corinzi. Ma una siffatta tesi è impossibile da sostenere. Che una frase così oscura e inverosimile abbia dato origine alla dottrina gnostica estremamente organizzata ed elaborata degli eoni o delle emanazioni sarebbe tanto meraviglioso quanto una qualsiasi delle inconcepibilità di quella dottrina stessa; laddove il paragone in 1 Corinzi appare naturale e quasi inevitabile quando, e solo quando, si presuppone l'intera concezione gnostica. Dico l'intera concezione, non nei suoi dettagli (che variano molto da pensatore a pensatore), ma nel suo spirito e nella sua prospettiva generale. L'idea della materia del mondo fisico o fenomenico come un Ektroma, una proiezione imperfetta di una natura spirituale, è un'immaginazione cosmologica e metafisica estremamente astratta, evidentemente il risultato di una meditazione filosofica prolungata e profonda. Ci ricorda irresistibilmente la dottrina moderna secondo cui il mondo fisico è costituito dalle proprie idee, dalla costruzione spaziale della propria esperienza psichica. Per di più, è parte integrante della teoria generale delle emissioni o riflessioni successive dell'essenza primordiale, ogni coppia delle quali è un'immagine attenuata e ridotta della precedente; e questo schema di interpolazione risale almeno al saggio e integerrimo Senocrate (396-314 A.E.C.).

133. Forse qualcuno potrebbe obiettare che gli eoni (o emanazioni) furono frutto della fantasia valentiniana e che Valentino appartenne al secondo secolo. Si risponde che solo le elaborazioni più raffinate possono essere attribuite correttamente a Valentino; le concezioni più audaci e le prospettive più generali lo precedono di generazioni, se non di secoli. Perfino nella tradizione e nella polemica dei Padri (che furono ansiosi di far risalire lo Gnosticismo alla data più recente possibile, per rappresentare in esso l'innovazione più moderna e nella propria ortodossia l'antica verità a lungo incorrotta) le origini del Valentinianesimo sono fatte risalire a Simon Mago, il contemporaneo più anziano di Pietro (Atti 8:9, 11 — nota l'espressione “da tempo” e l'espressione “per molto tempo”). Ippolito (Confutazione di tutte le eresie 6:12, 18) ci racconta che Simone aveva già i suoi eoni e le sue emanazioni in coppia, almeno tre, alcune delle quali — ad esempio Sigē (Silenzio) e Noûs (Intelletto) — concordano nel nome, nella posizione e nell'importanza con le più recenti entità valentiniane; anche Intenzione, la passione di Sofia, da cui scaturì l'Ektroma, è uno degli eoni simoniani, in coppia con Logismos (Raziocinio). Chiaramente, allora, il sistema degli eoni non fu l'origine, ma al più solo l'elaborazione, di Valentino; e di questo sistema Sofia e il suo Ektroma dovettero costituire una parte antichissima, poiché l'idea della prima e del suo zelo creativo è data chiaramente nei Proverbi (8:12 e seguenti), e il secondo sta alla soglia della Scrittura (Genesi 1:2), nella “Terra informe e vuota”, che fu la prima emissione sensibile o fenomenica dell'energia cosmogonica soprasensibile. 

134. Qualcuno ci ricorda forse che Ireneo (I, 1:16), seguito da Epifanio, rappresenta l'eretico che cita effettivamente il testo corinzio (1 Corinzi 15:8) a sostegno della propria eresia, pur applicandolo erroneamente, e ne deduce che la dottrina eretica fosse derivata dal testo? Noi rispondiamo che una tale deduzione non è affatto legittima. Lo Gnostico potrebbe anzi aver usato il passo proprio come lo abbiamo usato noi, per provare l'antichità dell'idea dell'Ektroma — una prova che sia Ireneo sia Tertulliano avrebbero trovato difficilissima da confutare, se mai ci avessero tentato; e qualche Valentiniano successivo potrebbe anche aver usato il testo come affermano i Padri, sebbene si possa riporre poca fiducia nell'esattezza delle loro affermazioni; ma tutto ciò non implica nemmeno lontanamente che il versetto corinzio avesse preceduto la concezione gnostica originaria. 

135. Infine, è evidente che l'Apostolo parla dell'“Ektroma” come di qualcosa che non richiede spiegazioni e che quindi è familiare ai suoi lettori. È certo, allora, che il suo linguaggio rivela una coscienza gnostica che si rivolge a una coscienza che è gnostica. Questa conclusione può essere densa di conseguenze, ma è nondimeno inevitabile. 

È gratificante trovare la suddetta opinione della priorità dello Gnosticismo rispetto al Paolinismo già esposta in Der vorchristliche Jesus, e ancora prima nel mio articolo sulla critica neotestamentaria in The Americana, esplicitamente affermata da Reitzenstein nel suo libro recente, Die Hellenistischen Mysterienreligionen: “Così da questa concezione anche prima di Paolo sorse la coppia di concetti 'pneumatico' e 'psichico'; che lo Gnosticismo nelle sue nozioni fondamentali sia anteriore all'Apostolo è dimostrato pure nel lessico”.  


NOTE

[1] οὐσίαν ἄμορφον, οἵαν φύσιν εἶχε θήλειαν τεκεῖν, Ireneo, I, 1:3.

[2] ὥσπερ ἔκτρωμα, Ireneo, I, 1:7; ἐπὶ τῷ γεγενημένῳ ὑπ᾿ αὐτῆς ἐκτρώματι, οὕτω γὰρ καλοῦσιν, Ippolito, Confutazione di tutte le eresie 6:31. 

[3] Questa bizzarra concezione dell'eone imperfetto era in realtà un tentativo del tutto onesto di chiarire il più oscuro dei misteri, l'origine del male, interpretando questo male come una pura negazione. Questa forma di spiegazione ha esercitato un forte fascino sugli intelletti più profondi ed è stata ripresa ripetutamente  in tempi successivi, ad esempio da Spinoza. Possiamo sorridere della bizzarra inadeguatezza della soluzione gnostica; ma dove gli antichi fallirono, quali moderni hanno avuto successo?

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