venerdì 17 maggio 2024

L'APOCALISSE — POI TRADOTTO IN GRECO

 (segue da qui)

VIII. POI TRADOTTO IN GRECO 

Scritta in ebraico l'Apocalisse fu quasi immediatamente tradotta in greco da un ebreo della diaspora desidero di far penetrare questo libro tra coloro dei suoi correligionari che conoscevano solo il greco. È al traduttore che devono essere attribuiti le influenze dalla versione della Septuaginta che si incontrano qua e là. Ad esempio nei testi 2:27; 12:5; 19:15 che utilizzano il Salmo 2, 9 lo scrittore ebreo aveva dovuto mettere conformemente alla Bibbia ebraica: «Egli li spezzerà con una verga di ferro». È il traduttore che, alla versione ebraica, ha sostituito la versione della Septuaginta e ha messo: «Egli li pascerà con una verga di ferro». È anche lui che ha introdotto l'idea di acquisto nei testi che parlavano solo di liberazione (5:9): «Tu hai acquistato per Dio (la Vulgata ha rincarato traducendo «riscattato»); 14:3, 4: «Gli acquisti della terra... sono stati acquistati dagli uomini». Lo scrittore ebreo ci informa che si chiama Giovanni e che è andato a Patmos per la causa di Dio. Non vi è alcuna ragione per contestare la sua testimonianza. Possiamo quindi rappresentarci il nostro autore come un ebreo che, per sfuggire agli eserciti di Adriano, si è rifugiato nell'isola di Patmos. È lì che il suo libro è stato scritto; è da lì che è partito per confortare le sinagoghe dell'Asia Minore, per annunciare loro la rovina imminente di Roma, l'avvento del regno messianico, per metterli in guardia dalle seduzioni dell'idra cristiana.

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