venerdì 22 dicembre 2023

La Truffa di Gesù (I)

 


Gesù è esattamente l'opposto di un eroe: è un idiota. Si senta la sua incapacità di intendere una realtà: egli si muove nel giro di cinque o sei concetti da lui prima uditi e a poco a poco capiti (cioè falsamente) – in essi ha la sua esperienza, il suo mondo, la sua verità – il resto gli è estraneo. Dice parole che tutti adoperano, ma non le intende come tutti, capisce solo i suoi cinque o sei sfuggenti concetti. Che i veri e propri istinti virili – non solo quelli sessuali, ma anche quelli della lotta, della fierezza, dell'eroismo – non siano mai maturati in lui, che sia un ritardato e sia rimasto infantilmente nell'età puberale: ciò fa parte del tipo di certe nevrosi epilettoidi.

Il Gesù è nei suoi istinti più profondi antieroico: non si batte mai; chi vede in lui qualcosa come un eroe, come Renan, ha volgarizzato il tipo fino a renderlo irriconoscibile.

Si senta d'altra parte la sua incapacità di intendere alcunché d'intellettuale: la parola "spirito" diventa in bocca a lui un equivoco. Neanche il più lontano soffio di scienza, di gusto, di disciplina mentale, di logica ha sfiorato questo santo idiota: non più di quanto la vita l'abbia toccato. Natura? Leggi di natura? Nessuno gli ha rivelato che c'è una natura. Egli conosce solo effetti morali: un segno della cultura più bassa e assurda. Si deve tener fermo ciò: egli è un idiota in mezzo a un popolo avvedutissimo ... Solo che i suoi discepoli non lo erano – Paolo non era in nessun modo un idiota! Da tutto ciò dipende la storia del cristianesimo.

(Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi 1888-1889, tr. it. di Sossio Giametta, Adelphi, Milano 1974, 28-29)

Il Dio di Coincidenza

Può qualcuno negare che

Una cosa dopo l'altra

In sequenza e logica

Mai vista prima

Non può essere che la

Interferenza di un Dio

Determinata a provare che

Ognuno che pretende

Di conoscere ora

Una cospirazione è

Demente?

(Kent Murphy)

David Skrbina ha un'idea tanto semplice quanto profonda: che Gesù, al di là se inventato da zero oppure esistito e usato come mero strumento – fu propagandato da Paolo e compagnia fondamentalmente per puro odio contro Roma.

Prima facie l'idea, persino con le stesse premesse di Skrbina (autenticità delle lettere di Paolo, datazione tradizionale dei vangeli tra il 70 e il 100 E.C., priorità marcana) è facilmente confutabile: Paolo e i primi cristiani erano allucinatori, e gli allucinatori di solito non mentono (sebbene possano anche loro covare odio), pace Nietzsche.

Dove prende maggiore consistenza la tesi di Skrbina è se si considera l'autore di Marco, secondo lo scenario tradizionale che assume la priorità marcana. L'idea è appunto che “Marco” (autore), pur con tutte le sue genuflessioni all'autorità romana, in realtà provasse un rancore feroce dentro di sé contro i Romani. Si badi: dico questo di “Marco” nonostante sia un cristiano paolino “gentilizzante”. Per dirla con Richard Miller, nel descrivere questo impulso di odio malcelato nei confronti di Roma, nonostante per ragioni diplomatiche gli evangelisti si mostrino perfino ipocritamente pro-romani in apparenza:

Le opere del Nuovo Testamento erano spesso sovversive, ma mai sediziose, nel loro tentativo di trascendere le strutture politiche del loro giorno.

(Resurrection and Reception in Early Christianity, Routledge, Taylor & Francis Group, 2015, pag. 137, mia libera traduzione e mia enfasi)

L'idea che quindi i vangeli e il primo di essi (assunto qui essere Marco per puro amore di discussione) siano stati scritti da autori animati da un odio viscerale contro Roma, al punto da vendere un Gesù che costringesse gli stessi pagani ad adorare il dio dei giudei, e tutto questo, ripeto, per puro desiderio di vendetta al fondo dell'intera operazione, è seria, perfino probabile, e trova il suo precursore in William Benjamin Smith (il celebre autore di Ecce Deus), malgrado probabilmente Skrbina ignori questo autore miticista. Io, che invece parteggio per la priorità dell'Evangelion (*Ev) di Marcione rispetto allo stesso Marco, non posso sottoscrivere a quest'ipotesi di Skrbina (per la semplice ragione che Marcione di Sinope era del tutto scevro da ogni odio contro Roma). Però riconosco che essa riesca ad avere una certa plausibilità per quanto concerne il sentimento che animò la congiura anti-marcionita: ossia l'addomesticamento del Gesù di Marcione per ridurlo a strumento del dio dei giudei mediante cui convertire – e a lungo termine sottomettere – i pagani al giudaismo. Quindi il potere esplicativo della tesi di Skrbina è tale che, nonostante si possa facilmente discordare con lui sulle reali intenzioni di Paolo l'apostolo (posto che sia esistito), nonostante si possa discordare ulteriormente con lui sulla priorità di Marco (perché *Ev probabilmente precede anche Marco), comunque la tesi di Skrbina ha ragione da vendere nello spiegare che cosa indusse “Marco”, “Luca” e “Matteo” (plagiari) a falsificare *Ev in nome del dio dei giudei: l'odio contro Roma.

Si potrebbe addirittura discordare anche qui con Skribna (sebbene non sarò io a farlo) e ancora non poter che concordare con lui e incolpare da ultimo Costantino e la casa di Costantino (tranne Giuliano), piuttosto che tutti i cristiani pre-niceni, per aver manipolato la religione mediterranea più tossica in assoluto, ossia la religione ispirata dal giudaismo più intollerante, al fine di controllare la popolazione dell'impero. Ricordati chi è Flavio Valerio Aurelio Costantino: il personaggio più sciagurato dell'intera Storia mondiale. 

Per esempio, in questo libro, si sottolinea l'avversione genuina di “Marco” (falsario) per il romano Pilato, nonostante il primo dovere di un evangelista fosse quello di leccare il culo ai potenti di turno, per mere ragioni diplomatiche:

In generale, troviamo che Pilato è dipinto in una luce più negativa quando più tardi appare in Marco rispetto a Marcione o agli altri tre Vangeli. Secondo Marco, Pilato serve volentieri la folla e consegna loro Gesù (Marco 15:15).

Tutta quella avversione così profonda ha un nome: odio contro Roma. Odio che è decisivo nel deformare il Gesù di Marcione e farne il Cavallo di Troia di YHWH nel mondo pagano.

Da questa prospettiva, la probabilità della tesi di Skrbina, anziché essere diminuita, ne esce addirittura rinforzata. Ma d'altro canto, come riconosce lo stesso Skrbina, tale tesi era già contenuta tutta in nuce nei Frammenti di Reimarus, allorché quel perspicace illuminista scrisse:

Quest'attesa durò fin tanto che l'esecuzione di Gesù distrusse tutta questa loro vana speranza in una sola volta; allora essi piansero: noi speravamo che egli fosse il liberatore d'Israele! Non c'è bisogno quindi di alcuna dimostrazione, ma risulta dalle stesse notizie da loro date che gli apostoli e tutti i discepoli di Gesù si lasciarono indurre da intenzioni puramente terrene, e cioè da un lato per desiderio di potenza, dall'altro per desiderio di vantaggi materiali, a seguire Gesù come un Messia terreno; che essi non abbandonarono mai questa speranza e intenzione durante la vita di lui; che ancora la espressero dopo la sua morte. Ciascuno deve di necessità riconoscere questo, né potrebbe negarlo senza la più grande impudenza.

Ora che muta rapidamente la dottrina dei discepoli di Gesù, mutarono insieme anche i loro scopi? No, anzi è proprio in quanto le loro speranze e intenzioni erano cadute nel vano che essi foggiano una nuova dottrina, alla quale non avevano pensato immediatamente dopo la morte di Gesù e che è manifestamente falsa e inventata; né possiamo pensare altro se non che essi sono rimasti fermi alle intenzioni precedentemente avute, e semplicemente hanno studiato il modo di portarle a compimento in un'altra maniera, quanto meglio si potesse fare. Se non avessimo ancora sottoposto a esame questa loro nuova dottrina, per vedere se essa è vera o falsa, ma conoscessimo solo le loro disposizioni di spirito precedenti, cioè che fino allora essi avevano aspirato semplicemente ad autorità temporale e vantaggi pratici in un regno terreno di Gesù, e che questa loro speranza era caduta con la morte di Gesù, e allora essi avevano in base a ciò foggiato una nuova dottrina, di Gesù come salvatore spirituale sofferente, cui prima non avevano pensato, e che si erano presentati come messaggeri e maestri di questo nuovo Vangelo, ecco che già semplicemente per questo noi avremmo un sospetto da gettare su di loro, proprio per il fatto che non avevano avuto di mira tutto questo anche in precedenza; perché è molto più verosimile che un uomo continui ad agire in base alle stesse intenzioni fondamentali che indiscutibilmente ha avute anche in precedenza piuttosto che le abbandoni e le cambi. Noi però abbiamo fatto un passo più oltre: abbiamo già sopra ampiamente esaminato il fondamento della nuova dottrina, trovandolo tutto inventato e falso, e da ciò deriva anche ogni possibile certezza su questo altro punto, che gli apostoli con tale nuova dottrina non hanno fatto altro che mantenere i loro antichi propositi di potere e privilegi terreni: giacché la cosciente e premeditata invenzione di un falso avvenimento non può derivare da nient'altro che non sia un volere premeditato e uno scopo e un'intenzione che già sono nell'animo. Chi inventa diligentemente qualcosa di falso, deve avere in sé un'intenzione di cui egli è già pregno in precedenza, prima di arrivare a inventare ciò che lo scopo richiede; e quanto più questa intenzione è ardita e importante, tanto più il proposito deve aver posto nel pensiero radice profonde, tanto più deve stare a cuore all'uomo. Ora, se gli apostoli hanno inventato una nuova dottrina, l'hanno escogitata in base ad una intenzione che già prima era nei loro animi e nella loro volontà, e di cui erano pregni da tempo. Ora, questa precedente intenzione degli apostoli è stata rivolta costantemente, fino a metter capo a questa invenzione, a potenza e vantaggi terreni; c'è di conseguenza ogni certezza morale che ugualmente in base a questa intenzione precedente, di potenza e vantaggi terreni, essi abbiano inventato la loro nuova dottrina. Non possiamo neanche dubitare che tutte le circostanze delle loro azioni confermino questa conclusione.

(Settimo Frammento, 53, mia enfasi)


La Truffa di Gesù

Come la Cricca di Paolo Ha Ingannato il Mondo per Duemila Anni

   David Skrbina

CAPITOLO 1: PREPARAZIONE DELLA SCENA

Gesù di Nazaret, noto come Gesù Cristo, noto come il Figlio di Dio, noto come Dio stesso, è ampiamente riconosciuto come uno degli individui più famosi della storia. Sappiamo la sua storia: Nato da una vergine, compì numerosi miracoli e fece molti pronunciamenti divini durante la sua breve vita di 33 anni. Parlò di dedizione a Dio, di interiorità spirituale, di amore e di perdono. Soffrì molto per le sue convinzioni e chiese ai suoi seguaci di soffrire allo stesso modo per le loro. Promise la redenzione dal peccato e la vita eterna in cielo. In ultima istanza diede la sua vita per la salvezza dell'umanità. La sua ascensione corporea al cielo fu la prova della sua promessa. Alla fine, i suoi insegnamenti portarono alla fondazione di una delle grandi religioni del mondo. 

Il fatto che Gesù sia annoverato tra le persone più famose della storia non sorprende. Time Magazine lo ha classificato al primo posto in tutta la storia e uno studio un po' più tecnico condotto dall'Università del MIT lo ha classificato al terzo posto (dopo Aristotele e Platone). I suoi seguaci sono letteralmente miliardi. Oggi sulla Terra ci sono circa 2,1 miliardi di cristiani, circa 1/3 del pianeta, il che fa del cristianesimo la prima religione a livello globale. Gli Stati Uniti sono fortemente cristiani; circa il 77% degli americani si definisce cristiano, il che significa circa 250 milioni di persone. È chiaro che Gesù, in quanto fondatore nominale della Chiesa cristiana, è tra le persone più importanti e influenti mai vissute. Ma alcuni storici e ricercatori hanno fatto una sorprendente affermazione: che Gesù, il Figlio di Dio, non è mai esistito. Dicono che Gesù Cristo fu un puro mito. È persino possibile? Sicuramente no, rispondiamo noi. Il fondatore più influente della religione più influente, il cristianesimo, dovette sicuramente esistere. E sicuramente dovette essere il Figlio di Dio operatore di miracoli che viene proclamato nella Bibbia. Come potrebbe essere altrimenti? Ci chiediamo. Come poteva una religione venerabile, vecchia di duemila anni, con miliardi di seguaci nel corso della storia, essere basata su qualcuno che non è mai esistito? Impossibile! O almeno così diciamo noi. 

Se così fosse, se Gesù non fosse mai esistito, immagina le conseguenze: un'intera religione, e vive credenze di miliardi di persone, tutto vano. Tutto il cristianesimo basato su un mito, una favola, persino — come sosterrò io — una menzogna. Sarebbe una catastrofe. Le crociate, le guerre di religione, i roghi degli eretici, l'Inquisizione, le innumerevoli vite condotte nella speranza del paradiso e nella paura dell'inferno: tutto vano. 

Oppure considera una possibilità un po' meno radicale, ma comunque sconvolgente: che Gesù sia esistito, ma fosse solo un uomo: un maestro di moralità del tutto ordinario — e del tutto mortale. E se Gesù fosse stato un semplice predicatore, un rabbino ebreo, che parlò in difesa dei poveri e dei diseredati e che, attraverso le sue varie agitazioni sociali, fosse riuscito a farsi giustiziare dalle autorità romane? E se il suo corpo fosse stato sepolto senza tante cerimonie in una tomba anonima da qualche parte in Palestina, per non essere mai più visto? E se non ci fosse nessuna nascita verginale, nessun Discorso della Montagna, nessun miracolo, nessun risveglio dei morti, nessuna camminata sulle acque, nessuna resurrezione corporea? Sarebbe quasi altrettanto spiacevole come se Gesù non fosse mai esistito. Tutta la storia cristiana sarebbe ancora fondata su un mito o su una menzogna. Sarebbe ancora una farsa. E tutti gli sforzi dei cristiani di tutto il mondo, nel corso della storia, sarebbero ancora vani. Questo è il punto di vista che difenderò in questo libro. 

Nota che è molto importante distinguere tra le due concezioni di “Gesù”. Se qualcuno chiede: “Gesù è esistito?”, dobbiamo sapere se intende (a) il divino, miracoloso e risorto Figlio di Dio (talvolta chiamato il Gesù biblico), oppure (b) l'uomo comune e predicatore ebreo che subì una morte violenta (talvolta chiamato il Gesù storico). Il cristianesimo richiede un Gesù biblico, ma gli scettici argomentano o semplicemente per un Gesù storico — il che significherebbe la fine del cristianesimo — o, peggio, per nessun Gesù. 

Il mio scopo in questo libro è sostenere che il Gesù miracoloso, asceso al cielo, Figlio di Dio non è mai esistito. Accetterò, invece, il Gesù storico: il predicatore ebreo che visse e insegnò a quel tempo, che fu un agitatore sociale che incitò i suoi compagni ebrei contro i Romani e che pertanto si fece crocifiggere. (La crocifissione era generalmente riservata ai crimini contro lo Stato). A differenza degli altri scettici, ho buone ragioni per credere che un Gesù mortale, storico sia esistito. Ma sono d'accordo con loro sul fatto che i miracoli, la storia della resurrezione e la maggior parte dei suoi presunti discorsi fossero puro mito. 

Il mio scopo ulteriore è spiegare come e perché il mito del Gesù biblico — la menzogna di Gesù — venne ad essere costruita e come giunse a influenzare la storia mondiale. È una storia scioccante, francamente, e che è stata solo accennata in precedenza. Frammenti e pezzi di questa contro-narrazione sono stati scoperti ed esaminati nel corso della storia, ma l'intero quadro non è mai stato chiaramente ricostruito fino ad ora. Negli ultimi anni, la correttezza politica e il dogma liberale contemporaneo hanno cospirato per sopprimere qualsiasi discussione in merito. I media non hanno interesse a esaminare questa storia alternativa, per ragioni che spiegherò. I governi occidentali hanno pochi incentivi, e molti disincentivi, per promuovere un discorso aperto su questo tema. I cristiani ovviamente non vogliono sentir parlare di un mito di Gesù, né — come spiegherò — gli ebrei o i musulmani. In breve, difficilmente chi è al potere, e molta gente comune, ha voglia di prendere in considerazione la tesi radicale che Gesù, Figlio di Dio, non sia mai esistito. Eppure è di un'importanza incalcolabile. 

Ma naturalmente io non posso provare la mia tesi. Non posso fornire un'argomentazione solida e a prova di bomba che la storia di Gesù sia una truffa. Parte del problema è la nota difficoltà di “provare un negativo” — cioè può essere difficile o talvolta impossibile dimostrare che un presunto evento non accadde. L'altro problema è che le circostanze di quel luogo e di quel tempo sono così oscure e le nostre conoscenze concrete così limitate che poco o nulla può essere affermato con certezza. Né, naturalmente, i cristiani possono provare il racconto biblico degli eventi. Il loro intero caso si basa sulla Bibbia, e questo documento è ricolmo di difficoltà, come mostrerò. In questo senso, siamo su un piano di parità: nessuno dei due può provare definitivamente la propria tesi. Ma il peso delle prove, la storia archeologica e il buon senso, tutto indica la fortissima probabilità che un Gesù divino non sia mai esistito e che la sua storia sia stata costruita per ragioni e scopi davvero specifici. 

Ma c'è un ulteriore problema per gli apologeti cristiani. È una regola comune dell'argomentazione che chi fa le affermazioni più straordinarie ha l'onere primario della prova. Fare affermazioni a proposito di una nascita verginale, a proposito di un Figlio di Dio che opera miracoli o di resurrezione dai morti sono affermazioni a dir poco straordinarie. Pertanto, nel dibattito sull'esistenza di Gesù, è il cristiano, e non lo scettico, ad avere l'onere della prova. Se io sostengo che il Gesù biblico non è esistito e un teologo cattolico sostiene che invece è esistito, io devo solo dimostrare la natura implausibile e improbabile di un tale evento e la mancanza di prove a sostegno. Il teologo, al contrario, deve fornire prove definitive e positive che tale uomo miracoloso sia realmente esistito, e che abbia fatto e detto ciò che viene affermato nella Bibbia. Il mio requisito di prova è molto più basso, il suo è molto più alto. In altre parole, per me è molto, molto più facile “vincere” un simile dibattito. Credo che questo diventerà chiaro man mano che la mia argomentazione procederà. 


Due Difese, Confutate 

Qualora confrontati dal caso contro Gesù e dalla forte probabilità della sua statura mitologica, i cristiani si trovano tipicamente incapaci di difendere la loro versione degli eventi. Sentendosi sconfitti, spesso si rifugiano in una delle due opinioni comunemente sostenute che loro vedono come il loro ultimo rifugio sicuro. Vale la pena di menzionarle brevemente ora, all'inizio, per toglierle di torno. 

Primo: “Il cristianesimo si basa sulla fede, non sulla ragione. Pertanto, le argomentazioni razionali contro di esso, o contro Gesù, non hanno alcun effetto. Crediamo semplicemente alla storia cristiana, e questo è sufficiente”. 

Questa è una carta molto comoda “per svignarsela” che i religiosi amano giocare. Ma non funziona. Vale la pena notare che tutta la civiltà occidentale si basa sull'idea di razionalità e di ragione, fin dai suoi inizi nell'antica Grecia, intorno al 600 A.E.C. La ragione è più antica del cristianesimo ed è il fondamento di tutto ciò che abbiamo raggiunto. Non è che la fede non abbia posto, ma se permettessimo alla fede di prevalere sulla ragione nel nostro pensiero ideologico, rinunceremmo alle basi stesse della nostra cultura. Ciò è autolesionista e autodistruttivo. 

Oltretutto, molti dei più famosi teologi cristiani della storia furono eminentemente razionali; Agostino, Anselmo, l'Aquinate, Lutero e Calvino, per citarne alcuni, furono tutti giustamente famosi per le loro argomentazioni basate sulla ragione. Un vero cristiano non dovrebbe mai rinunciare alla ragione, nemmeno in nome della fede.

Inoltre, anche se volessimo porre l'accento sulle credenze, dovremmo comunque avere un motivo per credere. Se le nostre credenze non sono razionali, siamo propensi a credere a qualsiasi cosa: folletti, draghi magici, unicorni, e così via. Potremmo iniziare a bruciare le persone in quanto streghe, o provare a scacciare i demoni, o affidarci esclusivamente alla preghiera per guarire da malattie gravi. Una società governata da credenze non razionali è molto pericolosa e non è una società in cui nessuno vorrebbe vivere. 

Secondo: “Non importa se la storia di Gesù è vera. La fede aiuta comunque le persone a vivere meglio e a diventare persone migliori”. 

Ciò equivale a una resa. L'intera fede cristiana si basa sull'idea che Gesù sia il Figlio di Dio, che sia effettivamente venuto sulla Terra per salvarci e che sia effettivamente morto e risorto. L'intera religione collassa nell'assurdità se la storia di Gesù è falsa. Se Gesù ci promette la vita eterna e minaccia i non credenti di dannazione eterna, ciò ha importanza solo se è realmente esistito e se aveva ragione. Se siamo disposti ad accettare che la storia di Gesù possa essere un mito, allora dobbiamo anche essere disposti ad accettare che le sue idee più esoteriche, come il paradiso e l'inferno, possano essere anch'esse dei miti. 

Inoltre, può essere davvero vantaggioso accettare un mito come verità? Si può davvero vivere una vita felice, di successo e significativa dedicandosi a una storia falsa o a una menzogna? Prendi il caso di Babbo Natale. Questa storia può essere utile per tenere in riga i bambini cattivi,  ma "funziona" solo grazie alla loro ignoranza e ingenuità. Anche se potessimo continuare la farsa per anni, sarebbe etico farlo? Sicuramente no; alla fine porterebbe a risultati terribili. E se ci fosse un'intera società di credenti in Babbo Natale, possiamo immaginare che conducano una vita veramente buona? Naturalmente no. Dovrebbe essere auto-evidente che un'esistenza basata sull'autoinganno o sulla falsità non può mai avere un esito positivo.

Certo, alcune idee attribuite a Gesù potevano essere considerate benefiche: la Regola d'Oro, l'amore per il prossimo, l'aiuto ai poveri, l'uguaglianza umana, la virtù della speranza. (Ricorda, tuttavia, che i 10 comandamenti provengono dall'Antico Testamento; sono, in senso stretto, giudaici piuttosto che cristiani). Ma non è necessario essere cristiani per amare il prossimo, per aiutare i poveri o per trattare gli altri con gentilezza. Ci sono ragioni indipendenti e assolutamente razionali per fare queste cose, come hanno notato molti altri filosofi e figure religiose, sia prima che dopo Gesù. Il fatto che alcune persone trovino utili queste cose non giustifica in alcun modo una fede generale nella storia cristiana. 

Devo quindi concludere che importa profondamente se la storia di Gesù sia vera o falsa. Chiunque, qualsiasi presunto cristiano, tenti di affermare che non importa, difficilmente può essere preso sul serio. 


Un Pò di Domande circa Gesù

Gesù, ci viene detto, era Dio. Lo scetticismo su Gesù porta quindi naturalmente allo scetticismo su Dio, cioè sul Dio giudeo-cristiano che creò il mondo in sei giorni, che creò Adamo ed Eva, che provocò il Diluvio Universale, che inviò il suo unico figlio a salvare l'umanità e che ama ciascuno e ognuno di noi. Parlando in generale, in questo libro ignorerò le domande sulla natura e sull'esistenza di Dio, pur di concentrarmi sulla storia di Gesù e sulle sue origini. Tecnicamente, l'esistenza di Dio è indipendente dall'esistenza di Gesù. Anche se Gesù fosse un mito totale, potrebbe comunque esistere, in teoria, un Dio. Gli ebrei ortodossi credono in Dio ma non in Gesù. I musulmani credono in Dio (Allah) ma non in un Gesù divino, figlio di Dio, che morì e fu risorto. Le due questioni sono distinte. 

Stando così le cose, dirò solo poche parole qui su Dio e, in particolare, su ciò che è razionale e ciò che è irrazionale intorno a lui. 

È risaputo che nella storia del mondo ci sono state molte religioni — più di 4.000, secondo alcune stime. Ognuna di esse ha una concezione diversa di Dio o degli dèi. Chiaramente la stragrande maggioranza di esse deve essere in errore. Più probabilmente, sono tutte quante in errore. Come dice il proverbio, “non possono essere tutti giusti, ma possono essere tutti sbagliati”. È probabile che ogni religione abbia credenze gravemente errate su Dio o sugli dei, al punto che non possiamo dire quasi nulla di conclusivo sulla divinità. Non possiamo nemmeno essere sicuri che gli dèi esistano. 

Se mettiamo da parte l'ateismo per un momento, sembra che tutte le religioni mondiali possano concordare su due sole proposizioni circa Dio: 

1) Dio è l'Essere Supremo o la realtà ultima. 

2) Dio è ciò che è più venerato. 

Nonostante le vaste e inconciliabili differenze tra le religioni, praticamente tutti potrebbero accettare queste due affermazioni. Se ci attenessimo solo a questi due punti di vista, non ci sarebbero disaccordi religiosi, né guerre religiose, né conflitti religiosi. 

Ma naturalmente, con queste due sole affermazioni, non si può costruire una religione funzionante — che costruisca templi, cresca in numero e ricchezza ed estenda il potere in tutto il mondo. Non puoi avere “la Chiesa” senza che Dio sia molto più di questo. Ecco perché le varie religioni sono state indotte ad aggiungere ulteriori qualità a Dio, a creare ulteriori storie su di lui, a portarlo sulla Terra e così via. 

Forse, sorprendentemente, ci sono numerose qualità che possiamo attribuire a Dio senza essere irrazionali, a patto che stiamo attenti a come le definiamo. Per esempio, Dio può avere logicamente, razionalmente e coerentemente le seguenti proprietà:

  • Dio è increato. 
  • Dio è perfetto. 
  • Dio è eterno. 
  • Dio è onnipresente. 
  • Dio è uno. 
  • Dio è una mente o uno spirito. 

I pensatori razionali nel corso della storia hanno attribuito alcune o tutte loro a un Essere divino. Non sono contraddittorie, non sono illogiche e non portano a paradossi inconciliabili. 

Ma anche queste non sono sufficienti per la maggior parte delle religioni. Non permettono ancora ad alcuno di costruire una chiesa, una dottrina complessa o di esercitare un potere sulla gente. Perciò i teologi hanno introdotto ulteriori qualità, che consentono una religione convenzionale: 

  • Dio è una “persona” (qualcuno che ama, perdona, punisce, ecc.). 
  • Dio “parla” agli umani. 
  • Dio è onnisciente. 
  • Dio è onnipotente. 
  • Dio è soprannaturale. 
  • Dio compie azioni buone. 
  • Dio salva alcuni e condanna altri. 

Queste qualità causano grandi problemi. Anche se non posso descriverle in dettaglio qui, portano ad ogni sorta di problemi: contraddizioni, paradossi, assurdità e puri misteri. 

Il problema più grande di tutti si presenta quando crediamo che Dio sia un essere morale: qualcuno che è buono, gentile, benevolo, giusto, ecc. Questa nozione è centrale per il cristianesimo, ma conduce direttamente a quello che chiamiamo il Problema del Male. [1] In breve, il problema è questo: Il mondo è afflitto da tutte le varietà di mali, tra cui omicidi, stupri, guerre, violenze, malattie, incidenti, carestie, terremoti, tsunami, uragani. Questi causano enormi sofferenze umane e morte, ogni giorno. Ma il mondo è presumibilmente sorvegliato da un Dio benevolo e amorevole che desidera il bene di noi umani, che dopo tutto siamo creati a sua immagine e somiglianza. Questo Dio morale, oltretutto, è onnipotente; può fare istantaneamente tutto ciò che desidera. Com'è possibile, allora, che gli esseri umani soffrano di mali così vasti e interminabili? Dio ha il potere di fermare o prevenire ogni male immaginabile. Eppure non lo fa. Perché? 

È sufficiente dire che non esiste una risposta razionale a questa domanda. Sembra che Dio o non si preoccupi davvero della nostra sofferenza — nel qual caso non è tutto buono — o non sia davvero in grado di fare qualcosa al riguardo — nel qual caso non è tutto potente. In altre parole, Dio o non è un essere morale o non è onnipotente. Chiaramente non può essere entrambe le cose allo stesso tempo. Eppure è proprio questo che il cristianesimo, e molte altre religioni, vogliono farci credere. È un dilemma irrisolvibile. Il Problema del Male non ha risposta. 

Oltre al Problema del Male e ad altri paradossi, abbiamo la semplice constatazione che non ci sono prove dell'esistenza di Dio. Non viene più a parlarci. Non appare in cespugli ardenti o in nubi vole di fumo e fuoco. Non manda giù i suoi figli (o figlie) per illuminarci. La scienza non ha bisogno di postulare Dio, poiché tutto ciò che accade è coperto dalle leggi della fisica. Non accadono più miracoli, cioè eventi che non hanno una spiegazione scientifica diretta. Perché Dio si nasconde? [2] 

Poiché rimane nascosto, le persone non riescono a mettersi d'accordo su Dio, e quindi combattono e muoiono in suo nome. Perché avrebbe permesso che ciò accadesse? Delle oltre 4.000 religioni, almeno 3.999 si sbagliano su Dio; come possiamo dire quale sia quella giusta? E se fossero tutte sbagliate? E se pensassimo di fare la cosa giusta, ma Dio fosse segretamente adirato con noi? E se tutti coloro che frequentano rigorosamente la chiesa ogni domenica fossero, agli occhi di Dio, pecore sconsiderate che alla fine saranno punite? Come possiamo sapere cosa piace o non piace a Dio? Non abbiamo risposte a queste domande e non le avremo mai. Non serve a nulla dire: “Beh, Dio è misterioso”. È un'altra scappatoia religiosa. È un'affermazione senza senso che può essere usata per coprire qualsiasi problema scomodo. È un altro segno di resa. 

L'unica conclusione ragionevole è che Dio, se esiste, è limitato in molti modi. Può essere una sorta di realtà ultima e noi possiamo venerarlo. Può avere tutte le proprietà del primo gruppo di proprietà mostrate sopra, ma nessuna del secondo gruppo. Ma anche queste qualità “accettabili” sono costruzioni umane arbitrarie. Le scegliamo perché ci piacciono, ma niente di più. Non abbiamo ragioni reali, né prove, per fare affermazioni di questo tipo. In base alle prove concrete, sembra che Dio non esista affatto. [3] Ma se ci fa sentire meglio inventarlo e attribuirgli alcune qualità limitate, non c'è niente di male a farlo. 

Basta parlare di Dio. La mia attenzione qui è su di Gesù, e abbiamo molte cose interessanti da imparare su di lui. 


Il Problema degli Esperti 

Quando tentiamo di fare un'indagine razionale e critica su Gesù, ci troviamo subito di fronte a un problema serio, cioè “il problema degli esperti”. Questo problema ha diversi aspetti, che rendono molto difficile per il lettore medio accertare la verità. 

Gli scrittori sul cristianesimo tendono a dividersi in tre gruppi: accademici, giornalisti e ricercatori indipendenti. In tutti e tre i casi, ci troviamo di fronte al fatto che tipicamente non conosciamo mai le credenze religiose di chi scrive. E per una buona ragione. Tutti e tre i gruppi di persone desiderano presentarsi come investigatori imparziali e neutrali, e così hanno un forte incentivo a celare al lettore le loro vere convinzioni. Ma queste convinzioni sono nondimeno presenti e influenzano fortemente le domande che vengono poste, le idee che vengono esaminate e le conclusioni che vengono tratte. 

Considera gli accademici. La stragrande maggioranza di essi sono (a) docenti di un'istituzione a base religiosa, oppure (b) membri di un dipartimento di studi religiosi in una normale università laica. In entrambi i casi, se sono esperti in cristianesimo, quasi tutti sono cristiani. Ciò ovviamente influenza le loro prospettive e impone severe limitazioni al tipo di idee che prenderanno in considerazione. Dei pochi scrittori accademici non cristiani sul cristianesimo, molti sono ebrei (ad esempio Martin Buber, Paul Goodman, Alan Dershowitz) e alcuni (ad esempio Reza Aslan) sono musulmani — e questi recano con sé il loro bagaglio. Per ovvie ragioni, i membri di facoltà di mentalità aperta, con un pensiero critico e non religioso, raramente diventano esperti di cristianesimo. 

I giornalisti hanno i loro problemi. In genere non hanno titoli di studio avanzati e quindi non capiscono bene come si fa una ricerca accademica seria. Oltretutto sono impegnati a vendere libri — un sacco di libri. Ciò significa che non si preoccupano veramente di una ricerca accademica seria. Il loro scopo principale è il profitto, non la verità. Inoltre, i loro datori di lavoro non vedrebbero di buon occhio la loro carriera se decidessero di pubblicare qualcosa al di fuori dei limiti convenzionali. 

I ricercatori indipendenti soffrono tipicamente di tutti i problemi di cui sopra: nessuna istruzione avanzata, nessuna comprensione di una ricerca dettagliata e accurata, pregiudizi religiosi e la necessità di vendere libri.

Naturalmente, tutti hanno una sorta di pregiudizio sulla religione. Anche gli atei e gli scettici di professione hanno ipotesi nascoste o non esaminate. E così sia. Il meglio che possiamo sperare è che i nostri esperti siano aperti e onesti riguardo ai loro pregiudizi, il che permetterà a noi lettori di giudicare meglio i loro scritti.

Anch'io ho i miei pregiudizi, ne sono certo. Ma permettetemi di essere il più trasparente possibile. Sono stato “cresciuto” presbiteriano, ma ho frequentato raramente e non mi sono mai impegnato nella chiesa, mai. Sono stato uno scettico religioso fin dalla prima adolescenza e ricordo di aver discusso con i miei compagni di classe religiosi già alle scuole medie. Sono laureato in matematica e filosofia e insegno filosofia in un campus dell'Università del Michigan dal 2003. Non sono ateo, ma la mia posizione religiosa cambia a seconda delle circostanze: a volte sono agnostico, a volte panteista, a volte politeista. Non sono in alcun modo un cristiano, un musulmano o un ebreo. Mi piace pensare di essere il più imparziale possibile, forse più di quasi ogni attuale scrittore sul cristianesimo. Sono un professore pagato, quindi non ho bisogno di vendere libri per guadagnarmi da vivere. Scrivo ciò che penso sia vero e importante. Se questi fatti si traducono in un libro utile e onesto su Gesù, lascio che sia il lettore a deciderlo. 


Un altro Scettico su Gesù? 

Come si può ovviamente vedere sin d'ora, sono uno “scettico su Gesù”. Ma non sono certo il primo. Ci sono stati molti scettici di questo tipo in passato e il loro numero sembra essere in crescita. In tempi recenti questo gruppo è stato definito quello dei “Miticisti”, a significare coloro che negano l'esistenza del Gesù biblico, divino (anche se non necessariamente del Gesù storico umano). La Tesi del Mito di Cristo, o CMT, è anche popolare tra gli atei in generale, poiché supporta la loro opinione che anche Dio non esiste. 

Così perché questo libro? Perché abbiamo bisogno di un altro scettico su Gesù? 

Per rispondere a questa domanda, vorrei fornire una breve panoramica di alcuni degli scettici più importanti e dei loro punti di vista. Sostengo che le loro idee, pur essendo sulla buona strada, sono tristemente lontane dalla verità. Non hanno il coraggio o la volontà di guardare con attenzione alle prove e di immaginare una conclusione più probabile: che Gesù fosse un mito deliberatamente costruito, da un gruppo specifico di persone, con un fine specifico in mente. Nessuno dei miticisti o degli scrittori atei ha, a mia conoscenza, articolato il punto di vista che difendo qui. 

Ma prima un rapido riepilogo dello sfondo e del contesto dell'idea di un Gesù mitologico. Il più antico critico moderno è stato lo studioso tedesco Hermann Reimarus, che ha pubblicato un'opera in più parti, i Frammenti, alla fine del 1770. Sorprendentemente il suo punto di vista è uno dei più vicini alla mia tesi tra tutti gli scettici. Per Reimarus, Gesù fu il capo militante di un gruppo di ribelli ebrei che lottarono contro l'oppressivo dominio romano. Alla fine si fece crocifiggere. I suoi seguaci costruirono poi una storia religiosa miracolosa intorno a Gesù, allo scopo di portare avanti la sua causa. Essi mentirono sui suoi miracoli e trafugarono il suo corpo dalla tomba così da poter rivendicare una resurrezione fisica. [4] Ciò è abbastanza vicino a quella che chiamerò la “tesi dell'Antagonismo” — per cui un gruppo di ebrei costruì una falsa storia di Gesù, basata su un uomo reale, allo scopo di sovvertire il dominio romano. Ma c'è molto di più nella storia, ben oltre quello che Reimarus stesso fu in grado di articolare. 

Negli anni 1820 e 1830, Ferdinand Baur pubblicò una serie di opere che enfatizzavano il conflitto tra i primi giudeo-cristiani — è significativo che tutti i primi cristiani fossero ebrei — e i cristiani gentili, alquanto posteriori. Anche questa è una chiave fondamentale della storia, ma dobbiamo conoscere i dettagli; dobbiamo sapere perché sorse il conflitto e quali fossero i suoi fini. 

Nel 1835, David Strauss pubblicò l'opera in due volumi Das Leben Jesu — “La vita di Gesù”. Fu il primo a sostenere, correttamente, che nessuno degli scrittori dei vangeli conobbe personalmente Gesù. Egli sconfessò tutte le affermazioni sui miracoli e sostenne che il Vangelo di Giovanni era, in sostanza, una completa menzogna senza alcun fondamento nella realtà. 

Il filosofo tedesco Bruno Bauer scrisse una serie di libri importanti, tra cui Critica della Storia Evangelica (1841), La Questione Ebraica (1843), Critica dei Vangeli (1851), Critica delle Epistole Paoline (1852) e Cristo e i Cesari (1877). Bauer sosteneva che non ci fosse un Gesù storico e che l'intero Nuovo Testamento fosse una costruzione letteraria, del tutto priva di contenuto storico. Brevemente dopo, James Frazer pubblicò Il Ramo d'Oro (1890), Poco dopo, James Frazer pubblicò Il ramo d'oro (1890), argomentando a favore di un legame tra tutte le religioni — cristianesimo compreso — e gli antichi concetti mitologici. 

È in questo periodo che emerge un altro famoso scettico cristiano: Friedrich Nietzsche. Nei suoi libri Aurora (1881), Sulla genealogia della morale (1887) e Anticristo (1888) egli fornisce una potente critica del cristianesimo e della morale cristiana. Nietzsche accettò sempre il Gesù storico, e aveva persino buone cose da dire su di lui. Ma fu devastante nel suo attacco a Paolo e agli scrittori successivi del Nuovo Testamento. Riteneva la morale cristiana una forma di moralità da schiavi, umiliante e negatrice di vita, attribuita non a Gesù ma alle azioni di Paolo e degli altri seguaci ebrei. Insieme a Reimarus, Nietzsche offre la maggior ispirazione per la mia analisi. 

Nel 20° secolo, troviamo libri come Il Mito di Cristo (1909) e La Negazione della Storicità di Gesù (1926), entrambi di Arthur Drews, e L'enigma di Gesù (1923) di Paul-Louis Chouchoud. Tutte queste opere hanno continuato ad attaccare la verità letterale pretesa della Bibbia. 

Più recentemente, abbiamo critici come lo storico George Wells e il suo libro Did Jesus Exist? (1975). Qui egli riunisce una quantità impressionante di prove contro un Gesù storico. Bart Ehrman ha definito Wells “il più noto miticista dei tempi moderni”, anche se negli anni successivi Wells ha ammorbidito alquanto la sua posizione; ha accettato che possa essere esistito un Gesù storico, anche se non sappiamo quasi nulla intorno a lui. Wells morì nel 2017 all'età di 90 anni.

Argomentazioni simili sono stati offerti dal filosofo Michael Martin nel suo libro del 1991, The Case against Christianity. Pur essendo una critica di ampio respiro, ha dedicato un capitolo all'idea che Gesù non sia mai esistito. Martin è morto nel 2015. 

Tra i critici viventi, vi sono uomini come Thomas Thompson, che ha scritto The Messiah Myth (2005); egli è agnostico riguardo a un Gesù storico, ma argomenta contro la veridicità storica della Bibbia. In compenso, Earl Doherty (The Jesus Puzzle, 1999), Tom Harpur (The Pagan Christ, 2004) e Thomas Brodie (Beyond the Quest for the Historical Jesus, 2012) negano tutti che sia mai esistito un Gesù di Nazaret. Richard Carrier, nel suo libro On the Historicity of Jesus (2014), ritiene altamente improbabile che sia vissuto un Gesù storico. 

Forse lo scettico su Gesù più rumoroso e prolifico oggi è Robert Price, un uomo con due dottorati in teologia e una profonda conoscenza della Bibbia. Pur essendo agnostico sul Gesù storico, Price sostiene che gran parte della teologia cristiana è una sintesi di mitologia precristiana, e quindi sprovvista di contenuto di verità. Si qualifica quindi come un proponente della tesi del “Mito di Cristo”. Tra i suoi numerosi scritti ricordiamo Deconstructing Jesus (2000), The Incredible Shrinking Son of Man (2003), Jesus Is Dead (2007), The Christ-Myth Theory and Its Problems (2012) e Killing History (2014). I punti centrali di Price possono essere riassunti come segue:

  1. Le storie di miracoli non hanno alcuna verifica indipendente da parte di contemporanei imparziali. 
  2.  Le caratteristiche di Gesù sono tutte tratte da mitologie molto più antiche e da altre fonti pagane. 
  3. I più antichi documenti, le lettere di Paolo, indicano un Gesù esoterico, astratto, etereo — un “archetipo di eroe mitico” — non un uomo reale morto su una croce. 
  4. I documenti successivi, i  Vangeli, trasformarono il concetto di Gesù in un uomo reale, un letterale Figlio di Dio, che morì e fu risorto.

Trovo qualche verità in tutte queste affermazioni, come mostrerò. Ma c'è molto di più nella storia di quanto Price sia disposto a intrattenere. Forse ciò è legato alla sua situazione personale. Price sembra fare molto affidamento sulle vendite di libri e sui compensi per le conferenze; lui è davvero molto coinvolto nel “business di Gesù”. Non posso fare a meno di pensare che questo influisca su ciò che dice e scrive. 

Questi uomini, allora, sono forse i critici più autorevoli del racconto tradizionale di Gesù. Sanno il fatto loro e sanno come fare ricerca. Ma naturalmente questo non li dà ragione, né garantisce una valutazione aperta e onesta. Garantisce, però, una critica intelligente e dotta. 

Ci sono molti altri libri che attaccano la storia di Gesù, ma la maggior parte sono scritti da persone marginalmente qualificate. Alcuni sono atei, altri membri di religioni concorrenti, altri ancora cercano solo di vendere libri. La maggior parte di loro è priva delle credenziali avanzate che indicherebbero un'abilità nel fare ricerca attenta e dettagliata. Lascio al lettore il compito di approfondirli a suo piacimento. [5] Da qui il mio suggerimento: Esamina le qualifiche dello scrittore prima di acquistare il libro!

Con l'eccezione di Nietzsche, tutti gli individui sopra citati mostrano una debolezza evidente: sono restii a criticare chicchessia. Nessuno è da condannare, nessuno è colpevole, nessuno è da incolpare per qualcosa. Per i primissimi scrittori, credo che questo sia dovuto principalmente a un'insicurezza delle loro idee e a una generale mancanza di chiarezza su ciò che accadde probabilmente. Per gli individui più recenti, è probabilmente attribuibile ad una correttezza politica intrinseca, a una debolezza d'animo o a un puro interesse personale. Negli ultimi anni, gli accademici in particolare sono altamente reticenti ad attribuire la colpa a individui, anche se morti da tempo. [6] Ciò è visto in qualche modo come una violazione della neutralità accademica o dell'integrità professionale. Ma quando i fatti si ritorcono contro qualcuno o qualche gruppo, allora dobbiamo essere onesti con noi stessi. Ci sono veramente parti colpevoli per tutta la storia, e quando ci imbattiamo in loro, devono essere denunciati. 

Considera questo: Ci sono ottime ragioni (come mostrerò) per credere che nessuna delle storie di miracoli di Gesù sia vera. Eppure qualcuno, in un certo momento, le scrisse come se esse fossero vere. La conclusione è chiara: qualcuno mentì. Quando tu scrivi ovvie falsità e le dipingi da verità letterali, quella è una menzogna. Le domande allora sono: Chi mentì?, Quando?, e Perché? Affronterò queste questioni a tempo debito. Per ora noto semplicemente che nessuno dei nostri coraggiosi critici, dei nostri miticisti, sembra disposto a indicare qualcuno: non Paolo, non i suoi colleghi ebrei, non i primi padri cristiani — nessuno. È stata presentata una storia colossale circa il Figlio di Dio venuto sulla Terra, che compì miracoli e fu risorto dai morti, eppure — nessuno ha mentito? Davvero? Possiamo crederci? Fu tutto un grande malinteso? Errori sinceri? Nessuna persona di buon senso potrebbe accettarlo. Qualcuno, da qualche parte nel passato, costruì una gigantesca menzogna e poi la fece passare nel mondo antico per una verità cosmica. Le parti colpevoli devono essere smascherate. Solo allora potremo comprendere veramente quest'antica religione e iniziare a far progressi. 

Permettimi ora di esporre i fatti fondamentali della storia cristiana, così come li intendiamo oggi. Uso la parola “fatti” con cautela, perché è molto difficile determinare queste cose con certezza e ci sono voci scettiche su quasi ogni questione. Tuttavia, nel prossimo capitolo presenterò le informazioni più accreditate che abbiamo relativamente alle origini del cristianesimo e ai racconti di Gesù. Oggi, grazie alle continue ricerche scientifiche e alle analisi archeologiche, sappiamo molto di più circa quei tempi antichi rispetto ai decenni passati e possiamo avere molta più sicurezza riguardante ciò che accadde, o non accadde.

NOTE

[1] Il Problema del Male fu notoriamente criticato dal filosofo David Hume nella parte 10 dei suoi Dialoghi sulla Religione Naturale (1778). Critiche più recenti includono l'articolo di John Mackie “Evil and omnipotence” (1955) e, in chiave più popolare, il saggio di B. C. Johnson “God and the problem of evil”.

[2] Non serve a nulla dire che Dio ci sta “mettendo alla prova”. Ci ha creati così come siamo e sa il futuro, perciò non può essere una prova. 

[3] Con la possibile eccezione del panteismo, che dichiara che l'universo nella sua interezza è Dio. 

[4] Questa possibilità è descritta realmente in Matteo (27:64 — 28:15). Il Vangelo dice: “Questa diceria [del cadavere trafugato] si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi”.

[5] Un po' di titoli recenti comprendono: Nailed, di D. Fitzgerald (2010); Jesus Christ, A Pagan Myth, di S. Dalton e L. Dalton (2008); Jesus Never Existed, di K. Humpreys (2014); Caesar’s Messiah, di J. Atwill (2011); The Christ Conspiracy, di Acharya S (1999); There Was No Jesus, di R. Lataster (2013); Trattato di ateologia, di M. Onfray (2007).

[6] Ci sono eccezioni, naturalmente. Hitler, i nazisti, o i “terroristi” islamici sono ancora dei bersagli aperti, per esempio. 

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