venerdì 6 ottobre 2023

La leggenda del Buddha e la leggenda del Gesù

 (segue da qui)

XXVIII. — PROCESSO FORMATIVO

DELLA LEGGENDA EVANGELICA

§ 91) La leggenda del Buddha e la leggenda del Gesù. —  Coll'accenno alla diaspora giudaica, noi abbiamo voluto fornire un primo elemento, a spiegazione della sollecita propagazione del movimento messianico d'Israele fuori di Palestina, dove doveva trasformarsi in movimento cristiano. Senonché l'accenno alla diaspora, se spiega la sollecita propagazione dell'idea originaria, non spiega il formarsi dell'idea derivata, quale emerge dalla complessa leggenda evangelica. A questo proposito sarà necessaria una ulteriore indagine: anzitutto di carattere generale, sugli elementi cioè, e fattori delle leggende in genere, che formano il patrimonio comune di tutti i popoli; successivamente di carattere particolare, relativamente agli elementi e fattori della leggenda evangelica vera e propria.

Giacché tutti i popoli possiedono leggende e favole, raccontate sempre dai più vecchi ai più giovani, a scopo di vago e di sollievo spirituale. Ora, su queste leggende — e specialmente sul fondo comune, che presso tutti i popoli hanno le leggende stesse — solo di recente si è cominciato a fare qualche studio comparato; ma soltanto limitatamente alla novellistica profana. Per quanto si riferisce alla novellistica religiosa, non consta che si siano fatti studi di sorta. Eppure molti aspetti delle religioni singole potrebbero trovare spiegazione proprio nella novellistica popolare di aspetto religioso. 

Da tale novellistica emerge che il popolo, anche in Occidente, non cessò mai di elaborare nuovi aspetti della leggenda del Gesù o della leggenda di Maria. Al proposito talune novelle calabresi, ad esempio, su episodi della vita di Gesù o della vita di Maria, potrebbero figurare benissimo in una raccolta di Vangeli, per lo stile popolare sempre identico che li caratterizza (cfr. Litterio di Francia, Fiabe e novelle calabresi, Torino 1934, parte III, p. 125 e segg.). Ed appunto la novellistica ci offre il primo spunto, per argomentare l'origine fantasiosa e popolare della leggenda evangelica.

Venendo adesso da vicino alla leggenda del Gesù, noi dobbiamo rilevare in essa molti punti di contatto colla più antica novellistica religiosa d'oriente. In particolare, quella parte di novellistica, che va sotto il nome di «leggenda del Buddha», è pressoché identica, nei punti più salienti, alla novellistica che va sotto il nome di «leggenda evangelica». A comprova possiamo rilevare:

a) Si inizia così la «Leggenda del Buddha» (cfr. Suali: L'Illuminato, Milano 1925, p. 3 e segg.): «Nel cielo dei beati, consorte degli Dei, adorato da quelli che sono adorati, viveva da millenni, in un tripudio di paradiso, lo SPIRITO, che doveva essere il maestro delle genti ... Ora, mentre Egli dimorava nella serena luce del cielo, ecco sorgere come un tumulto nelle sfere, e gli angeli, custodi dell'universo, trascorrere enunciando: Di qui a dieci volte cent'anni apparirà sulla terra un Illuminato ...  E lo SPIRITO consentì a vestirsi di carne un'ultima volta, per la salute di tutti gli uomini»

Ed ecco, correlativamente, come, nel Vangelo di Giovanni, ha inizio la leggenda del Gesù: «Nel principio era lo SPIRITO, e lo SPIRITO era presso Dio, e lo SPIRITO era Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo dello SPIRITO, e senza lo SPIRITO nessuna cosa fatta è stata fatta. In esso era la vita e la vita era la luce degli uomini.

Ora la luce riluceva nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa ... Alfine lo SPIRITO si è rivestito di carne ed è abitato in mezzo a noi».

Come appare manifesto, tanto nella più recente leggenda del Gesù, quanto nella più remota leggenda del Buddha, si prendono le mosse dallo SPIRITO primordiale, origine di tutte le cose. Solo che nella leggenda buddhista lo SPIRITO, rivestito di carne, scende a vivere in mezzo agli uomini sotto l'aspetto di Buddha, mentre nella leggenda evangelica lo SPIRITO, rivestito di carne, scende a vivere in mezzo agli uomini sotto l'aspetto di «Gesù».

b) Ma l'analogia continua. La leggenda del Buddha, proseguendo la propria esposizione, riferisce alcuni episodi miracolosi riguardanti la donna dalla quale avrebbe dovuto nascere in terra il nuovo «Redentore». Ed ecco come ha luogo l'annunciazione alla futura madre, nella leggenda del Buddha: «Regina, gran ventura ti aspetta ... e nessun male incombe sulla tua stirpe ... Da te nascerà un figliuolo cui è fissata un'alternativa di gloria ... Egli diverrà Maestro delle genti, dissipando dal mondo le nubi del peccato e della follia». Ed ecco come nel Vangelo di Luca viene riferita l'analoga annunciazione: «E l'Angelo, entrato da lei disse: Non temere Maria, perciocché tu hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel ventre, e partorirai un figliuolo, e gli porrai nome Gesù. Esso sarà grande, e sarà chiamato figliuolo dell'Altissimo». Ed è superfluo aggiungere che entrambe le leggende hanno attinto al vecchissimo fondo comune della novellistica popolare, al quale hanno attinto molte altre leggende analoghe (cfr. Giudici, XIII, 3-5).

c) Non è il caso di rilevare adesso gli ulteriori episodi della leggenda evangelica, che trovano riscontro nella più vasta leggenda del Buddha. Qui basti aver fatto questo cenno, perché ogni studioso si convinca che tutte le leggende popolari, profane o religiose, anche se adattate ora ad uno ed ora ad un altro dio od eroe, non hanno avuto e non possono aver avuto un autore determinato; ma sono state elaborate lentamente da tutta l'umanità. Per questo, come sono analoghe tra di loro le leggende di Buddha, di Zarathustra o di Gesù, così sono analoghe tra di loro le leggende di Ciro, di Sargon, o di Mosè.

Dopo questa premessa a carattere generale, veniamo a considerare i singoli elementi e fattori, oltre che del primo cristianesimo, della leggenda cristiana.   

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