venerdì 19 maggio 2023

Origini Sociali del CristianesimoLe origini del conflitto

 (segue da qui)


Le origini del conflitto.

Una scissione era inevitabile. Se la massa dei credenti teneva, a causa delle loro origini sociali, all'antico giudaismo, di cui si considerava l'autentica erede, un certo numero di fedeli domandavano che questa eredità fosse ufficialmente ripudiata in quanto funesta per il cristianesimo. Venuti da Antiochia, da Efeso, da Alessandria o da altri grandi centri dell'Oriente mediterraneo, vi avevano subìto l'influenza degli ambienti anti-giudaici. Erano passati per le scuole dei retori e quelle dei filosofi, dove non si aveva che disprezzo per la «superstizione giudaica». Soprattutto, si erano imbevuti della Gnosi siriana, greca ed egiziana, che presentava il Dio d'Israele come un Angelo ribelle e le sue Scritture come un mucchio di menzogne, destinate a mantenere le anime in schiavitù. Erano uomini dotti che posavano volentieri da dottori. Questa gente, fiera di non essere affatto sciocca e di possedere la «scienza» della salvezza, guardava con pietà la massa degli ignoranti che si lasciavano ancora prendere dalle insidie del fellone. Essi erano d'altronde, nel complesso, di un altro mondo. Questo sapere stesso che rivendicavano poteva essere stato acquisito solo per mezzo di una situazione di fortuna abbastanza agiata per permettere loro studi seri. Erano, per lo più, ricchi borghesi che univano una certa cultura a un misticismo smodato, avidi dell'ignoto, come molti dei nostri moderni teosofi. Al contrario la massa dei credenti era composta da povera gente che non aveva potuto darsi pressoché nessuna istruzione e che credeva nella Bibbia senza preoccuparsi delle difficoltà che potevano essere sollevate contro di essa da menti sottili. Questa differenza di livello sociale doveva aggravare il conflitto e dargli qualche parvenza di una lotta di classe.

È da Antiochia, dove la corrente antigiudaica fu sempre molto potente, che la critica dell'Antico Testamento fece il suo ingresso a Roma. Suo primo rappresentante fu un certo Cerdone, che si era formato alla scuola di Saturnino o Satornilo, e che subì per la sua mediazione l'influenza della gnosi simoniana. La sua venuta nella capitale ebbe luogo, si dice, «sotto Igino», [32] uno dei capi della Chiesa, la cui attività si colloca attorno al 140. Portava con sé una raccolta delle Epistole paoline, quella stessa che avrebbe utilizzato Marcione e che è nota sotto il nome di Apostolikon. Vi si leggevano dieci lettere, intitolate «Ai Galati, Ai Corinzi (1 e 2), Ai Romani, Ai Tessalonicesi (1 e 2), Ai Laodicesi (cambiata più tardi in Efesini), Ai Colossesi, Ai Filippesi, A Filemone». Alcune, le prime soprattutto, erano molto più brevi di quelle della nostra edizione canonica, Cerdone aveva inoltre, come dopo di lui Marcione, un «Vangelo» che non portava alcun nome d'autore, ma che si può chiamare il «Proto-Luca», perché è da esso che procede, per una serie di aggiunte successive, il nostro testo di Luca. [33] Per contro, egli ripudiava tutto l'Antico Testamento. [34] Egli contrapponeva il vero Dio, buono e invisibile, Padre del Cristo, a quello della Legge e dei Profeti, che finge soltanto di essere giusto e che si è lasciato vedere in più occasioni. [35]

Quella dottrina, che andava contro le credenze della massa, sollevò in essa una fortissima opposizione. Cerdone fu condannato. Egli si sottomise. Presto riprese la sua campagna anti-biblica. Si attirò una nuova condanna, a cui seguì una nuova penitenza. Colpì ancora una volta, e fu infine espulso dalla comunità. [36] Ma Cerdone non era solo: aveva reclutato un adepto di eccezione nella persona di Marcione, che avrebbe continuato e ampliato la sua opera. 


NOTE DEL CAPITOLO 9

[32] IRENEO, Haer., 1:27-1.

[33] Si veda sotto, pag. 305. Sull'Apostolikon, Ad. Harnack, Marcion, Beilage III, Das Apostolikon Marcions, P.L. COUCHOUD, La première édition de saint Paul, Revue d'histoire des religions, 1926, volume 93, pag. 242, e Premiers écrits du christianisme, Rieder, 1930.

[34] TERTULLIANO, Praescr., 51 (Patrologia latina 2:70).

[35] IRENEO, Haer., 1:27-1. 

[36] IRENEO, Haer., 3:4-3.

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