lunedì 4 gennaio 2021

IL PUZZLE DEI VANGELIContraddizione delle fonti

 (segue da qui)

7° Contraddizione delle fonti

Le ricerche riguardanti le fonti dei nostri vangeli portano così a discernervi influenze molto diverse. Il risultato, come si poteva attendersi, è un amalgama di nozioni contraddittorie, inconciliabili. 

Contraddizioni, prima di tutto, tra i vangeli presi in blocco e le altre scritture cristiane. Occorre ricordare che le Epistole di Paolo non sanno nulla della vita di Gesù, che egli non menziona nemmeno Pilato, che il suo viaggio a Gerusalemme non gli ha insegnato nulla di ciò che raccontano i nostri vangeli? Che l'autore dell'Apocalisse non sappia ancora che il Messia sarebbe venuto? Un dettaglio caratteristico ci insegnerà più di tutte le dimostrazioni astratte sul modo con cui furono composti i testi cristiani: se c'è un episodio famoso nei vangeli, è proprio il triplice rinnegamento di Pietro. Atteggiamento sorprendente del principe degli apostoli, e che derideva Celso, ma sul quale i nostri quattro scrittori canonici sono d'accordo. [203] Ebbene, lo stesso Pietro, negli Atti degli Apostoli, potrà dire agli Ebrei: «Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e VOI avete rinnegato di fronte a Pilato». [204] O questo vigliacco non ha alcuna vergogna, oppure l'autore degli Atti non conosce la storia del rinnegamento.

Contraddizioni abbaglianti tra i sinottici e il IV° vangelo: vi ritornerò. Come mai Giovanni può ignorare una cosa così importante come l'istituzione dell'eucarestia nel corso della Cena, e collegare il suo insegnamento sul «pane di vita» alla moltiplicazione dei pani... e dei pesci?

Contraddizioni interne all'interno stesso dei sinottici, e non soltanto sulla disposizione dei fatti, la loro collocazione o la loro successione nel tempo, ma su punti essenziali. Occorre ricordare le due genealogie di Gesù, totalmente inconciliabili? Altro esempio: lo stesso Gesù, che ha condannato ogni violenza e che, al momento del suo arresto, dirà: «tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada», [205] che cosa ordina ai suoi discepoli, dopo il tradimento di Giuda? «Ora, chi ha una borsa la prenda... e chi non ne ha, venda il suo mantello e COMPRI UNA SPADA». [206] Chiaramente un ricordo (o un testo) di origine zelota, che contraddice la prospettiva dell'accettazione del sacrificio. 

Contraddizioni e incongruenze infine in uno stesso vangelo. Lo stesso Gesù, che assicura di essere venuto per realizzare la legge ebraica, tutta la legge, ne darà la stessa spiegazione di quello di Marcione, che veniva ad abolire quella legge: non si cuce un pezzo nuovo ad un vecchio vestito, non si mette del vino nuovo in vecchi otri. Che ciò non concorda più non inquieta per nulla i nostri scrittori. 

Non si sfugge, in definitiva, a quell'impressione, che gli scrittori dei vangeli abbiano riunito, e malissimo, frammenti diversi, presi un po' dappertutto: nell'Antico Testamento o nella raccolta di profezie che se ne erano estratte, in una raccolta di detti, probabilmente esseni, in un manuale di morale essena come il libro dei Segreti di Enoc, ma anche in una biografia del Battista, in Flavio Giuseppe (per i riferimenti storici), in leggende pagane e forse in un rituale di Mitra, in testi perduti come il vangelo di Simon mago... Ci si è potuto persino domandarsi se il racconto della tentazione nel deserto non provenisse dal buddismo, poiché si avvicina molto ad un racconto analogo riguardante il Buddha: «La rassomiglianza è innegabile», diceva Guignebert. [207]

Come si è operata una selezione così poco metodica? Per comprenderlo, bisognerebbe possedere tutte le fonti utilizzate. Bisognerebbe in particolare sapere se, come ciò si è verificato per il vangelo di Marcione, non si siano ripresi, per rivolgerli contro i loro autori, interi brani di opere gnostiche. Bisognerebbe anche che una nuova scoperta archeologica ci permetta di apprendere ancora di più sugli Esseni, specialmente su quelli di Damasco. In breve, la nostra documentazione è troppo insufficiente perché possiamo spiegare tutte le contraddizioni, abbaglianti o più sottili, che l'analisi smaschera in questi testi compositi.

Ciò che sembra probabile è sia la mancanza di discernimento degli autori, sia il loro scrupolo nel respingere un frammento che aveva autorità, anche se non concordava più con il resto, come abbiamo visto per l'annuncio della fine del mondo. Così, allo stesso modo in cui l'esordio della Genesi allinea pezzo per pezzo due racconti della creazione, così Marco, trovando due racconti sensibilmente analoghi, ma con alcune varianti, della moltiplicazione dei pani e dei pesci, non ha osato scegliere e li ha conservati tutti e due. [208] Matteo, ricopiando Marco, conserva i due racconti, [209] con la stessa assenza di spirito critico; ma Luca, più intelligente, ha visto il doppio impiego, e non ha trattenuto che un solo racconto. [210] Allo stesso modo, Matteo racconta due volte la guarigione di due ciechi. [211]

Se Marco e Matteo non hanno nemmeno visto che raccontavano due volte la stessa storia, quale fiducia si può riporre nella loro comprensione delle fonti che utilizzavano? Hanno preso tutto senza discernimento, senza preoccuparsi dell'origine, forse con un cieco rispetto per tutto ciò che sembrasse di natura «sacra», ma anche in vista di utilizzare al massimo, nel conflitto con gli Gnostici, il più possibile numero di elementi in loro possesso. Così, non hanno per nulla «fabbricato» canonici a partire dal nulla; ciò che è loro proprio è la disposizione delle diverse fonti, e il ribaltamento o la correzione di quelle che erano troppo contrarie alle loro concezioni. Essi non sono falsari nel senso moderno del termine, non hanno tentato di far passare per autentiche o apostoliche opere nate dalla loro immaginazione; ma, ansiosi di opporre ai vangeli gnostici ciò che sembrava loro la «vera» dottrina, essi hanno riunito i rari documenti di cui disponevano, e non hanno esitato a correggerli, e interpretarli. Rarissimi sono, in definitiva, i passi la cui fonte ci sfugge del tutto, e sono secondari.

Dobbiamo dunque abituarci all'idea che i nostri vangeli siano essenzialmente mosaici costruiti con frammenti diversi, e spesso mal adattati: sta a noi, nella misura del possibile, ridistribuire ciascuno dei frammenti. 

NOTE

[203] Marco 24:66-72, Matteo 26:69-75, Luca 22:56-62, Giovanni 18:25-27.

[204] Atti 3:13.

[205] Matteo 26:52.

[206] Luca 22:36.

[207] GUIGNEBERT, Jésus, pag. 184.

[208] Marco 6:35-44 e 8:1-10.

[209] Matteo 14:15-21 e 15:32-39.

[210] Luca 9:12-17.

[211] Matteo 9:27-31 e 20:19-34.

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