sabato 1 novembre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 2:8

 (segue da qui)


In questo tono gli Stoici e gli evangelisti “gesuani” hanno insegnato l’“autenticità” o la gloria e indipendenza della vera vita spirituale. È detto che il saggio è impassibile”, riferisce Diogene Laerzio (7:117), per indicare l’imperturbabilità del saggio stoico, e questa “apatia” o “impatientia” la troviamo in effetti in Seneca (Ep. 9:12) e in Epitteto (Diss. 4:7,34). “Sia gradito all’uomo tutto ciò che è piaciuto a Dio”, insegna il primo (Ep. 74:20), così come il secondo si rivolge alla divinità con le parole: “Nulla rifiuto di ciò che ti piace!” (Diss. 2:16,42). “E Gesù disse: Abbà, Padre, tutto ti è possibile; allontana da me questo calice – ma non ciò che io voglio, bensì ciò che vuoi tu!” (Marco 14:36). “Obbediente fino alla morte, e alla morte di croce!” (Filippesi 2:8). “Quando sarà giunto l’ultimo giorno”, aveva scritto Seneca, “il saggio non esiterà a procedere con passo fermo verso la morte” (De brev. vit. 11:2). “Se dev’essere steso alla forca, egli non si chiede che cosa soffre, ma come sopporterà bene la prova” (Lattanzio, Inst. div. 6:17). “Ed egli”, racconta del Giosuè inchiodato al legno il vangelo alessandrino (Ev. Petri v. 10), “rimase in silenzio, come se non provasse alcun dolore”; e ancora secondo Clemente Alessandrino, nel sesto libro dei suoi Stromati, il Salvatore è stato perfettamente impassibile”.

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