(segue da qui)
Intorno all’inizio della nostra era, giudei e proseliti giudaici, ad Alessandria e altrove intorno al Mediterraneo, nel greco cosmopolita di quei tempi, parlato anche a Roma, hanno potuto richiamarsi a una parola attribuita a Mosè in Genesi 49:18 e giungere all’esclamazione: “Io spero nella tua salvezza, Signore!” (cfr. Luca 2:38). E in Numeri 13:17 si poteva vedere che Auses, figlio di Navè, [1] era stato chiamato dal santo uomo Mosè con il nome di Iesoûs o Gesù. Filone l’ebreo di Alessandria scrive, a proposito di ciò, al § 21 del suo trattato sui (biblici) mutamenti di nome: “Iesoûs significa “salvezza del Signore”, un nome che designa l’indole migliore possibile” (cfr. Matteo 1:21; Filippesi 2:9). E al § 3 di un saggio sulla filantropia dice: “Quando, dunque, come migliore discepolo di Mosè e come imitatore della sua amabile indole, fu designato come guida Iesoûs, Mosè non fu affatto rattristato – come altri sarebbero stati – dal fatto che non fossero stati scelti i propri figli, ma fu colmo di incontenibile gioia, poiché il popolo stava ora per essere guidato da qualcuno che era eccellente sotto ogni aspetto”. “Quando il profeta Mosè” – dice più tardi Gelasio di Cizico in un libro sugli atti del concilio niceno (2:18) – “quando il profeta Mosè stava per lasciare la vita, come è scritto nel libro dell’assunzione (o ascensione) di Mosè, chiamò a sé Gesù figlio di Nave e gli parlò dicendo: Prima della fondazione del mondo Dio mi aveva scelto per essere il mediatore della sua alleanza”. E in effetti, nel libro alessandrino sulla fine e ascensione di Mosè (1:14), Mosè è detto il mediatore dell’alleanza di Dio con il suo popolo. Ma Mosè chiama a sé Gesù, che era stato provato per il Signore, affinché questi prendesse il suo posto nel rapporto con il popolo (1:6); “A te” – dice (10:15) – “ha Dio scelto, perché tu sia in questa alleanza il mio successore”. Egli dichiara inoltre (8:1) che al popolo di Dio verranno molte sofferenze, e persino crocifissione (cfr. Matteo 10:38 e 16:24); allora il Diavolo sarà eliminato e con lui verrà tolta la tristezza (Asc. Mos. 10:1). “E Dio” – così si legge nel nostro libro della rivelazione giovannea (Apocalisse 21:4) – “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né lutto, né grido, né pena. – Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 21:20).
NOTE
[1] Una variante sorta da Naun (ΝΑΥΗ al posto di ΝΑYΝ).
Nessun commento:
Posta un commento