giovedì 12 ottobre 2023

Maria e l'annunciazione

 (segue da qui)

§ 96) Maria e l'annunciazione. — Un'altra leggenda è probabile che si sia formata dall'accoppiamento della tradizione mosaica d'Egitto, con la tradizione messianica della diaspora. Narra difatti la Bibbia che, essendo Mosè nato durante la persecuzione ordinata dal Faraone, per timore che egli fosse scoperto ed ucciso, fu collocato in una cesta di vimini intonacata di bitume, e messo nel fiume, mentre Maria, la sorella di lui, sorvegliava per vedere dove il cesto si fosse fermato. Per caso passò di là la figlia del Faraone, e scorgendo il bambino, manifestò interessamento per lui; Maria allora si fece avanti, e si offrì di trovare una donna che avrebbe allattato il bambino. 

Durante la narrazione di questa leggenda, che veniva ripetuta nelle riunioni serali dai primi cristiani, non è improbabile che sia nata confusione, e che taluno abbia ritenuto Maria, la sorella di Mosè, essere stata la madre di Mosè stesso, della quale la tradizione tace. Da questo inizio può essersi originato l'equivoco che quel nome si fosse riferito invece alla madre del Gesù. Ripetuto poi l'equivoco da un credente all'altro, può esso aver provocato la credenza, che con quel nome si fosse chiamata la madre del nuovo Messia.

Né si reputi artificioso questo ragionamento. È noto difatti che i popoli, allo stadio di civiltà tribale nel quale si trovavano i primi galilei, hanno la stessa mentalità e lo stesso potere assimilatore che hanno i bambini. Ora sappiamo che ai bambini è comunissimo confondere un nome coll'altro, ed attribuire ad una persona del racconto ciò che è stato narrato per altra persona del racconto stesso. Non è quindi da meravigliare che tra quegli uomini semplici molti abbiano confuso la figura di Mosè con quella di Gesù, confondendo la sorella di Mosè colla madre di Gesù, e tramandando quindi il racconto con l'equivoco ingeneratosi. Del resto è noto che il culto di Maria appare tardivamente nel cristianesimo, mentre, essendo il Maestro assurto a fama solo negli ultimi mesi della sua vita, anzi dopo la sua morte, è molto probabile che nessuno dei suoi primi seguaci abbia conosciuto la madre di lui, che forse a quell'epoca non era neppure in vita. Contrariamente agli episodi sulla vita del Battista (il quale, vissuto più tardi, e circondato dalla fama di «cugino del Maestro», avrà tramandato molto maggiori notizie di sé), le notizie riguardanti i precedenti del Messia Galileo saranno state scarsissime, e non è improbabile che la figura di Maria, nonché gli episodi che la riguardano, siano stati una costruzione operata dalla diaspora.

Ed infatti va messo in luce che la tradizione cristiana ha tramandato una Maria ancor giovane alla morte di Gesù, mentre l'età che essa avrebbe dovuto avere a quell'epoca, e la vita che doveva aver condotto, specie se si tengono presenti i casi similari delle donne d'Oriente, invecchiate anzitempo, avrebbe dovuto tramandare una donna di età avanzata, o del tutto cadente. Perché se Gesù aveva 33 anni quando morì, la mamma ne doveva avere più di 50, ed in Oriente una donna a 50 anni è più che vecchia. 

Queste considerazioni rafforzano la nostra ipotesi, che cioè la figura di Maria giovane, quale tramandata dalla tradizione, non rappresenti che la fusione operata dalla leggenda, tra la Maria sorella di Mosè e la Maria di Magdala, compagna del Maestro, nessuno avendo potuto conoscere la vera madre del Gesù. Perché se poi si fa caso delle continue confusioni tra le varie Maria (c'è anche, ad esempio, una Maria madre di Giovanni), non potrà non confermarsi quanto da noi ipotizzato.

È da notare poi, a proposito di questi primi rilievi, che solo in Matteo noi troviamo il racconto dell'andata di Gesù in Egitto, mentre negli altri vangeli nulla rileviamo di ciò. La circostanza serva di conferma alla nostra ipotesi, che cioè i vangeli pervenutici furono raccolti ciascuno in comunità diverse, e là dove fu rielaborato il vangelo di Matteo (prendendosi a fondamento la primitiva forma schematica riportante la biografia di Giuda Galileo, e da noi denominata proto-Matteo), doveva essersi ingenerato quell'equivoco iniziale tra Mosè e Gesù, equivoco che aveva attribuito a Gesù molti episodi della vita di Mosè. Ciò è confermato dalla circostanza che in Matteo l'annunciazione della prossima nascita di Gesù viene fatta dall'angelo al padre del bambino, come appunto era stato per Mosè. [1]

In Luca invece è alla madre che l'angelo appare per annunciare la nascita del Gesù, e ciò in base ad un'altra inversione della leggenda. È verosimile infatti che nella comunità dove si era formata e dove fu raccolta la leggenda che va sotto il nome di Luca, si sia ingenerato equivoco in seguito alla narrazione dei fatti di Sansone. Giacché, secondo la tradizione biblica, Sansone, al pari di Mosè, era stato preannunziato Messia prima della nascita; e poiché era stato l'Angelo del Signore [2] che era apparso alla madre, annunciando: «Tu concepirai e partorirai un figliuolo... e il fanciullo sarà dal ventre della madre Nazàreo a Dio», essendosi più tardi paragonato Gesù a Sansone, si sono attribuite all'uno le tradizioni relative all'altro, ed in base ad esse il raccoglitore del «Vangelo di Luca» aggiunse alla sua narrazione l'episodio dell'annunciazione alla madre. 


NOTE

[1] Cfr. Giuseppe, Antichità, II, IX, 3 con Matteo, I, 20-21.

[2] Giuseppe, Antichità, V, 10; Giudici, XIII, 4.

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