Origini Sociali del Cristianesimo — Cristiani antigiudaici

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Cristiani antigiudaici.

Questi eventi esercitarono un'influenza decisiva sull'orientamento del cristianesimo in Egitto. In questo conflitto violento, dove greci ed ebrei si contrapponevano con furore, i cristiani presero nettamente posizione a favore dei primi. Si appellarono alla tradizione ellenistica e le sacrificarono la Legge e i Profeti. Quell'atteggiamento si precisò e si fissò in diverse scuole teologiche, che imitavano a loro modo quelle dei filosofi, ma che, raggruppando numerosi adepti sotto una stessa regola, costituivano vere e proprie Chiese. I loro primi capi furono Basilide, Carpocrate e Valentino. Gli storici della Chiesa li presentano di solito solo come «eretici», che vivevano ai margini della comunità cristiana e che vi si appellavano senza appartenere ad essa. Errore profondo. Si può parlare di «eresia» solo a partire dal momento in cui una dottrina si impone come «ortodossa», in nome di un'autorità riconosciuta. Nulla di simile esisteva ancora al tempo di questi primi teologi. Basilide, Carpocrate, Valentino erano cristiani quanto l'apostolo Paolo o l'autore dell'Apocalisse. Le loro idee ci sono note solo tramite riassunti brevissimi, fatti da avversari tendenziosi, in uno spirito di denigrazione. [8] Però, attraverso la caricatura che ci è data,  intravediamo le grandi linee di costruzioni sapienti e armoniose. 

NOTE DEL CAPITOLO 6

[8] Questi riassunti senza benevolenza (che comportano numerose citazioni dei testi condannati) si trovano in Clemente di Alessandria, Stromata, Ippolito, Philosophoumena, Ireneo, Adversus Haereses; Epifanio, Panarion («l'antidoto ai veleni») ossia Adversus Haereses; Tertulliano, Adversus Valentinos, Origene, contra Celsum, ecc. Si veda volume 2, pag. 189. Un'esposizione delle dottrine egiziane dei primi secoli, mista a considerazioni su Simon Mago e Marcione, con le quali Prosper Alfaric sarebbe stato certamente in disaccordo, si trova in Jean Doresse, les livres secrets des gnostiques d'Egypte, Parigi, 1958, capitolo 1 (J. M.).