mercoledì 8 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoMissioni siriane

 (segue da qui)

Missioni siriane.

Paolo scrive che il «Figlio» gli è stato rivelato da Dio perché lo «annunciasse tra le nazioni». Il suo apostolato ci è presentato come il seguito normale di quella illuminazione intima che lo ha rigenerato. Guardiamoci ancora dal credere a una sorta di slancio vitale, di un carattere tutto personale. Allo stesso modo in cui la sua conversione è stata solo il risultato psichico di fattori sociali più o meno complessi: letture, conversazioni, esempi quotidiani, che hanno agito su di  lui, così l'impulso che ha fatto di lui un missionario del Cristo ha la sua causa primaria nel mondo religioso dal quale è stato formato.

Già gli ebrei avevano numerosi propagandisti, che andavano, col favore del loro commercio o del loro mestiere,  a reclutare da lontano proseliti. I due mercanti che abbiamo visto alla corte di Adiabene impegnati nella conversione del re Izate ne sono un esempio tipico. Lo zelo che animava i loro sforzi rientrava nella natura stessa della loro fede. Quando si crede fermamente che vi è un solo Dio, Padre di tutti gli uomini, non è forse un dovere farlo conoscere a quei suoi figli che lo ignorano?

Educati con la stessa convinzione, i cristiani dovevano mostrare lo stesso zelo nel difenderla. Paolo stesso riconosce che vi era a Gerusalemme, fin dal tempo della sua conversione, gente che lo aveva preceduto nell'apostolato. Parla di inviati di questi «Super-Apostoli», che lo seguivano nei suoi viaggi lontani per ostacolare la sua azione e imporre ai suoi neofiti l'osservanza integrale della Legge. Anche loro lavoravano quindi per diffondere la conoscenza del Cristo tra le nazioni. [22]

Se gli ebrei e i giudaizzanti, malgrado la loro riluttanza a entrare in relazioni con gli impuri, percorrevano così le terre e i mari per guadagnarsi adepti, a maggior ragione i cristiani di mente più aperta, che vivevano in contatto permanente con i pagani e li comprendevano meglio, dovevano sognare di portare attraverso il mondo la dottrina della salvezza. Antiochia, che era il loro primo centro, si trovava particolarmente qualificata per una tale impresa. Situata all'incrocio delle grandi rotte che andavano dall'Eufrate al Nilo e dal Mediterraneo al cuore dell'Asia, essa intratteneva relazioni dirette con tutti i paesi conosciuti. Era predestinata per la sua stessa posizione a diventare un centro attivo di propaganda. 

Paolo non ne fu il creatore, ma solo un collaboratore scelto che mise nella realizzazione del programma comune un'energia eccezionale. Altri fecero altrettanto, forse con meno foga ma anche con più continuità ed equilibrio. Se li ha eclissati tutti, al punto da finire per essere chiamato «l'Apostolo» tout court, è perché ha lasciato un certo numero di lettere, di uno stile vivace e appassionato, che permettevano di cogliere dal vivo la sua opera di propagandista e che ne perpetuavano il ricordo. È anche perché di buon'ora è circolato un racconto delle sue missioni, che doveva venire dapprima in testa alla sua corrispondenza e che si legge oggi nella seconda parte del libro degli Atti.

Va osservato anche che questi scritti sono stati molto ampliati in seguito. I testi autentici di Paolo non rappresentano che una piccola parte delle Epistole che portano il suo nome. Esse scomparvero presso, in alcuni punti, sotto i sedimenti, di struttura e di forma molto diverse, che le hanno ricoperte. Ma sono soprattutto queste aggiunte postume che hanno fatto la fama dell'apostolo. D'altra parte, il racconto che abbiamo delle sue missioni presenta anch'esso interpolazioni numerose e spesso molto estese, che ne modificano singolarmente la tendenza. È piuttosto in base a questi supplementi, di un carattere più dottrinale e di aspetto più letterario, che i posteri si sono rappresentati Paolo. Questi cambiamenti sopraggiunti nell'immagine che ci si è fatta di lui  riflettono l'evoluzione che si è operata intanto in seno alla Chiesa cristiana. 

NOTE DEL CAPITOLO 5

[22] Galati 1:17; 2:4. 2 Corinzi 11:4-5, 13. 

Nessun commento:

Posta un commento