giovedì 30 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoRipudio del giudaismo

 (segue da qui)


Ripudio del giudaismo.

Marco faceva andare Gesù dalla Galilea al «territorio di Tiro e di Sidone». Questo era al fine di provare con i fatti che il vero giudaismo, quello, tutto spirituale, del Figlio di Dio, misconosciuto da un troppo gran numero di ebrei carnali, era stato accolto con entusiasmo da molti Gentili. Luca si applica ben di più a mostrare che la Legge di Mosè, sostenuta dai Profeti, si oppone a quella del Cristo, propugnata dagli apostoli. Gesù, essendo venuto al fine di distruggerla, non doveva allontanarsi in territorio pagano. Doveva recarsi direttamente a Gerusalemme per ingaggiarvi una lotta fino alla morte contro i rappresentanti di questo giudaismo maledetto. 

La parte del racconto di Marco dedicata all'evangelizzazione dei Gentili nel sud della Siria è dunque eliminata. Ma alcuni di questi elementi sono ripresi altrove sotto una forma nuova. La «siro-fenicia», che ha ottenuto con la sua preghiera la liberazione di sua figlia, si muta in una povera «vedova di Nain», il cui figlio, appena morto, è richiamato in vita. Il «sordomuto» della Decapoli, la cui guarigione raffigura la conversione dei Pagani, è sostituito da «un muto che si mette in seguito a parlare». Solo che la seconda moltiplicazione dei pani, simbolo della propagazione della fede al di fuori dei confini ebraici, non riappare più. Questo perché il suo simbolismo è passato inosservato ed è apparsa come una semplice ripetizione. [91

Ma Luca sfrutta la stessa idea della conversione dei Gentili in tutta la seconda parte della sua opera. Vi mostra Gesù che va attraverso la Samaria per recarsi a Gerusalemme. Siccome i Samaritani, derivati in gran parte da razze straniere, mostravano un'ostilità tenace nei confronti del mondo israelita, che ben lo ricambiava loro, il narratore vede in loro i prototipi dei Goyim. Li fa evangelizzare dal Maestro stesso, che prefigura così l'opera dei futuri missionari della Gentilità, che completa, d'altronde, la sua azione personale mediante l'invio di nuovi propagandisti, tutti impregnati del suo spirito.

I dodici apostoli, avendo mostrato negli ultimi episodi tendenze troppo strettamente giudaiche, passano in secondo piano. «Il Signore ne designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e località dove doveva lui stesso andarci. E disse loro: «La messe è abbondante, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe che invii operai alla sua messe». [92] Queste sono le preoccupazioni della Chiesa di Antiochia, la grande metropoli delle missioni estere, che si affermano qui per bocca del Cristo. 

Istruzioni sono date ai nuovi missionari. Esse non fanno che ripetere e completare in alcuni punti quelle che sono già rivolte ai dodici apostoli. Qui, come lì, Luca non fa che delineare il racconto di Marco. Ma vi aggiunge alcune osservazioni inedite in cui si afferma di nuovo la sua tendenza:

«I settantadue ritornarono tutti lieti, dicendo: «Signore, i demoni stessi ci sono sottomessi nel tuo nome». Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore...». In quel momento trasalì di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, Padre, perché queste cose che sono nascoste ai sapienti e ai dotti, tu le hai rivelate ai piccoli»... Ed essendosi rivolto ai suoi discepoli, disse loro in particolare: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dichiaro che i profeti non hanno visto ciò che voi vedete».

È chiaro che i discepoli su cui è formulata quella beatitudine sono da identificare con quei «piccoli» a cui il Padre ha riservato le sue rivelazioni. Essi ricordano quel bambino che Gesù ha introdotto nella cerchia degli apostoli come più grande di tutti loro e che figurava l'apostolo «Paolo». I «sapienti» e gli «intelligenti», a cui le vie nuove del Vangelo sono state nascoste, sono piuttosto gli Scribi e i Dotti ostinatamente attaccati alla legge mosaica. Qui riappare sotto una prospettiva nuova l'opposizione, così nettamente affermata già, tra il cristianesimo come lo concepisce Luca e il vecchio giudaismo. Essa si concentra attorno all'idea, accettata dai cristiani ma respinta dai farisei, del «Padre misericordioso» il cui Figlio è venuto a liberare tutti gli uomini dalla tirannia degli scherani di Satana.

NOTE DEL CAPITOLO 5

[91] Id. 7:11-17; 11:14.

[92] Id. 10:1-2, 17-24.

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