venerdì 31 marzo 2023

Origini Sociali del CristianesimoIl Dio Padre

 (segue da qui)


Il Dio Padre.

Così questo concetto trascendente assume un rilievo marcato nel seguito del testo. È Gesù stesso a metterlo in rilievo: 

«Come egli era in un luogo a pregare, quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare...». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

«Padre, il tuo Spirito Santo sia su di noi, e ci purifichi. Che il tuo regno arrivi. Dacci ogni giorno il tuo pane soprannaturale. Rimettici i nostri peccati, come noi stessi rimettiamo a chiunque ci debba. E non indurci in tentazione». [93]

Un sentimento profondo di fiducia filiale permea quella preghiera, che l'evangelista attinge senza dubbio dalla liturgia della sua Chiesa e che, messa da lui in bocca al Cristo, si imporrà d'ora in poi a tutta la cristianità. 

La stessa idea del Dio Padre ispira le osservazioni seguenti, che vengono un po' più oltre e che sono anch'esse proprie di Luca:

«Non inquietatevi per la vita di ciò che mangerete né per il corpo come vi vestirete, perché la vita è più del cibo e il corpo più del vestito.

«Considerate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostigli né granai, e Dio li nutre. Quanto valete voi più degli uccelli!

«Considerate i gigli, come crescono, non lavorano e non filano. Ma io vi dico che Salomone stesso, in tutta la sua gloria, non era vestito come uno di loro. 

«Non cercate che cosa mangerete o che cosa berrete, e non ne state in ansia, perché è di tutto ciò le nazioni del mondo si preoccupano; ma vostro Padre sa che voi ne avete bisogno. Cercate solo il suo Regno e ciò vi sarà dato in aggiunta».

Questo Dio, così fondamentalmente buono, che dispensa a ciascuno il pane quotidiano, è sempre pronto a perdonare il peccatore pentito. Egli rassomiglia al pastore che corre verso la pecora smarrita, la riporta sulle sue spalle e ne festeggia il ritorno, o come la donna che, avendo perso una moneta, la cerca dappertutto e si rallegra con le amiche per averla ritrovata. Disprezza il ricco vestito di porpora e di lino fine, che fa ogni giorno un banchetto sfarzoso e cade alla fine nelle fiamme dell'Ade; la sua simpatia va piuttosto al povero Lazzaro, roso dall'ulcera, che sta alla porta di quest'uomo opulento per cercare di raccogliere le briciole dalla sua tavola e che, alla sua morte, è portato dagli Angeli nel seno di Abramo. Rimprovera l'orgoglioso fariseo, che prega solo per farsi valere, mentre considera con favore l'umile pubblicano che, non osando levare gli occhi, si batte il petto definendosi peccatore. A Gerico, il capo stesso di questi funzionari reprobi, il piccolo Zaccheo, salito su un fico per vedere passare Gesù, è invitato da lui a scendere, per riceverlo nella sua casa, con grande scandalo dei presenti. Così si afferma ad ogni passo, sotto varie forme, l'opposizione denunciata all'inizio tra il regime della legge e quello della grazia. [94]


NOTE DEL CAPITOLO 5

[93] Id. 11:1-4; 12:22-30.

[94] Id. 15:3-6, 3-9; 16:19-31; 18:9-14; 19:1-10. 

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