domenica 29 gennaio 2023

Origini Sociali del CristianesimoPosizione sociale

 (segue da qui)

Posizione sociale. 

Come gli Zeloti, gli Esseni si distinguono dai Sadducei e dai Farisei in quanto non appartengono né all'aristocrazia né alla borghesia. Alcuni dei loro seguaci possono provenire da loro. Ma dal giorno in cui sono entrati tra loro, si sono classificati tra i proletari. Questo è ciò che mostra la natura, molto materiale, delle occupazioni alle quali tutti i membri si dedicano. Alcuni di loro si danno all'agricoltura, altri all'allevamento, altri a mestieri diversi, ma solo a quelli che sono destinati a soddisfare i bisogni naturali. Si astengono infatti da tutti quelli che non hanno altro scopo che il profitto, come il commercio, o la guerra, come la fabbricazione di armi, o la vanità, come le industrie di lusso. Vivono del lavoro delle loro mani. Nessuno può dispensarsene e pretendere che altri lavorino al suo posto. La schiavitù, infatti, non esiste affatto tra loro. Sono tutti liberi e uguali. [51]

Gli Esseni non differiscono meno dagli Zeloti. Questi ultimi hanno mogli e figli. La loro vita quotidiana si svolge nella loro famiglia. Hanno solo tra loro rapporti più o meno passeggeri. La loro situazione, da questo punto di vista, è la stessa dei Farisei e dei Sadducei. Sono semplicemente associati. Gli Esseni, al contrario, fanno professione di celibato. vivono dunque in comune e formano tra loro come una grande famiglia. Più esattamente, ricordano per un certo numero di particolarità suggestive, secondo un'osservazione giustissima di Giuseppe, [52] le comunità mistiche dei Pitagorici, la cui influenza sembra essersi estesa, qualche tempo prima dell'era cristiana, fino alla Palestina. [58]

Le affinità tra i due gruppi sono talmente strette che è ben difficile non concludere per una parentela. D'altra parte, è poco probabile che gli ebrei palestinesi si siano regolati su un modello greco dopo la grande crisi che, sotto Antioco Epifane, oppose così fortemente giudaismo ed ellenismo. Sembra quindi ben probabile che l'Ordine esseno si sarà costituito in un'epoca precedente, senza dubbio intorno all'inizio del secondo secolo prima della nostra era, quando un avvicinamento sensibile era in procinto di effettuarsi tra le due culture. Esso ha, quando il cristianesimo si forma, un'esistenza già lunga e si presenta come un'istituzione molto antica. Filone, nella sua Apologia, lo dichiara fondato da Mosè e Plinio, continuando, dire che si è perpetuata «per migliaia di secoli». Esagerazioni evidenti, alle quali l'Ordine avrà dato luogo cercando di attribuirsi antenati lontani.

I suoi membri non sono concentrati in un sol luogo né in una sola regione. «Essi abitano molte città e paesi della Giudea e formano gruppi grandi e numerosi». Se ne trovano particolarmente, come è naturale, a Gerusalemme. Una porta della città, che si apre sul primo muro di cinta, è detta «degli Esseni», apparentemente perché essi si sono stabiliti nelle vicinanze e per di là vanno e vengono. Un passo di Giuseppe ci mostra uno di loro, di nome Giuda, stando in piedi presso il Tempio «in mezzo ai suoi compagni e ai suoi familiari, che lo circondavano come scolari». [54] Sappiamo da Plinio che un altro centro si trova a Engaddi, piccola località situata verso la metà della costa occidentale del Mar Morto, a qualche distanza dalla riva. Il luogo sembra fatto per i monaci. È isolato da tutto il paese circostante da alte montagne, che lo racchiudono a nord, a ovest e a sud e che ne rendono l'accesso molto difficile. All'interno della valle si trova un'oasi, arricchita da bellissime palme, dove scorre un'abbondante fonte d'acqua termale. Gli Esseni avrebbero scelto questo luogo perché è adatto alle abluzioni. Per la stessa ragione, si saranno stabiliti di preferenza sulle rive del Giordano, in particolare sulla riva sinistra del fiume, nelle regioni boscose della Perea e della Babanea, che abbondano di corsi d'acqua. [55]


NOTE DEL CAPITOLO 3

[51] FILONE, Quod omnis probus..., 76-78-79; Apologia, in Eusebio, op. cit., 8:11. GIUSEPPE, Guerra Giudaica 2:8, 2. Antichità giudaiche 18:1, 5. Tutti questi testi sono tradotti negli articoli citati di Dupont-Sommer.

[52] GIUSEPPE, Antichità giudaiche 15:10, 4.

[53] Cfr. Isidore LEVY, La légende de Pythagore de Grèce en Palestine, pag. 235 e seguenti, pag. 264 e seguenti.

[54] FILONE, Apologia, in EUSEBIO, op. cit., 8:11. GIUSEPPE, Guerra Giudaica 5:4, 2. Antichità giudaiche 13:11, 2.

[55] M. J. LAGRANGE, Le Judaïsme avant Jésus-Christ, pag. 320. 

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