giovedì 26 gennaio 2023

Origini Sociali del CristianesimoZeloti e Cristiani

 (segue da qui)


Zeloti e Cristiani.

I due gruppi hanno indubbiamente un certo numero di tratti in comune. Entrambi si reclutano tra il popolo. Entrambi sperano un futuro migliore. Entrambi hanno fede in un Salvatore. Troppe affinità esistevano tra loro perché non ci fossero numerosi contatti, influenze reciproche. Al tempo in cui gli Zeloti erano al culmine della loro forza, non hanno potuto mancare di esercitare una certa attrazione sui loro vicini. Al contrario, dopo il triste fallimento della loro impresa liberatrice, i pochi superstiti della folle comitiva dovettero essere felici di ritirarsi nel seno della Chiesa, dove trovavano la calma dopo la tempesta. Tra i dodici apostoli vediamo figurare un certo Simone, soprannominato nel Vangelo di Luca «lo Zelota», e in quello di Matteo «il Cananeo», semplice trascrizione dell'aramaico «qananaia», che ha lo stesso significato. Questo dettaglio non presenta, dal punto di vista biografico,  alcuna garanzia. Ma è caratteristico dei rapporti d'interdipendenza che hanno dovuto esistere tra i partigiani di Giuda il galileo e quelli del Cristo.

Si può concludere, o perlomeno ipotizzare, che i cristiani provengano dagli Zeloti? Certamente no. Tra i due gruppi esistono differenze essenziali.

Il Messia di cui gli Zeloti aspettano la venuta è un condottiero di truppe che, come il Giosuè biblico, deve cacciare i Goyim dalla Palestina e da lì estendere il suo dominio su tutto l'universo, di cui Gerusalemme sarà quindi il centro. Egli non farà che generalizzare l'uso della spada, alla quale i suoi adepti ricorrono così volentieri. D'altra parte, il Regno di Dio che è chiamato a instaurare sarà tanto materiale quanto i mezzi mezzi in atto per stabilirlo. Si differenzierà dai precedenti solo per una migliore ripartizione dei beni della terra. I fedeli zelanti della Legge prenderanno il posto e i beni dei Pagani aborriti, che saranno in futuro i loro umili servitori.

Tutt'altro ci appare il regno di cui i cristiani aspettano la venuta. Questo è di natura spirituale. La carne e il sangue non vi avranno affatto accesso. I tesori che vi si condivideranno non sono affatto di quelli che la ruggine e i vermi distruggono o che i ladri scoprono e portano via. Non si possono vederli né toccarli. Così non è affatto per mezzo della forza bruta che li si ottiene, ma piuttosto mediante la pratica della pazienza e della rinuncia, cioè per mezzo dei metodi opposti a quelli degli Zeloti.

Il primo Vangelo prende nettamente posizione contro questi cavalieri del pugnale quando fa dire da Gesù a un discepolo bellicoso: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che si servono della spada periranno per la spada». [40] È con la stessa intenzione che l'evangelista ha messo in bocca al Cristo questa affermazione iniziale: «Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio». Il libro degli Atti è ancora più esplicito. Ricorda la campagna di Teuda e quella di Giuda il Galileo, messa per errore al suo seguito. È per notare che queste erano imprese umane, di conseguenza caduche, mentre quella degli Apostoli, essendo ispirata da Dio, non poteva fallire. [41]
In sostanza, Zeloti e cristiani rappresentano movimenti talmente opposti che sarebbe vano voler spiegare l'uno con l'altro. 

NOTE DEL CAPITOLO 3
[40] Matteo 26:51.
[41] Atti 5:37-38. 

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