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XI — I problemi del IV° Vangelo
Che il quarto Vangelo ponga problemi particolari e difficili, ciò risulta sufficientemente dall'abbondante letteratura alla quale ha dato luogo. [1] Anche per un lettore non iniziato, questo vangelo è così diverso dagli altri, e contraddice così chiaramente gli elementi sostanziali dei sinottici, che la questione dei loro rapporti non può mancare di essere posta.
Per gli autori cattolici, obbligati a sostenere che il vangelo è dell'apostolo Giovanni e non contraddice in maniera fondamentale i sinottici, la difficoltà è quella di realizzare una conciliazione, se necessario attraverso artifici o affermazioni contrarie alle evidenze. [2] Per la critica razionalista, che non ammette in generale né l'attribuzione dell'opera all'apostolo Giovanni né l'unità della dottrina con i sinottici, il problema è sapere come un'opera così chiaramente divergente abbia potuto essere accettata dalla Chiesa assieme alle altre. La soluzione di quest'ultimo problema apparirà probabilmente se si riesce a capire quale scopo l'autore del IV° Vangelo si è proposto, a quale bisogno rispondeva.
Ma in questa ricerca la critica è stata a lungo imbarazzata dalla data che, secondo le affermazioni della Chiesa, si attribuiva ai canonici in generale, e più in particolare allo pseudo-Giovanni, anche se si permetteva di farne l'ultimo dei quattro. Il fatto di ritardare nel tempo la stesura dei nostri vangeli attuali permette di eliminare le principali difficoltà. Da questo punto di vista, in particolare, è importantissimo sapere che il nostro IV° Vangelo è stato scritto, non soltanto dopo i sinottici, ma soprattutto dopo la rottura con gli Gnostici, e in qualche modo per chiudere il dibattito con i «cristiani» di ispirazione gnostica.
Un secondo elemento di soluzione sarà trovato se, invece di estasiarsi sull'ammirevole unità di pensiero del IV° Vangelo, si riconosce che esso, ancor più degli altri, è formato da strati redazionali successivi. Anche su questo punto le idee si sono ben evolute: Loisy [3] e Turmel [4] avevano riconosciuto la necessità di distinguere almeno due strati; la critica recente ne distingue fino a cinque, [5] per non parlare delle interpolazioni.
Da questa natura composita risulta l'impossibilità di stabilire uno schema del IV° vangelo. Molti vi hanno tentato, senza riuscirci. [6] Il disordine apparente è tale che autori cattolici come Hoare, [7] o protestanti come Bultmann, [8] hanno suggerito che l'ordine dei capitoli sarebbe stato sconvolto dai copisti, oppure che l'autore sarebbe morto prima di aver finito il suo lavoro, lasciando, come Pascal, pagine non classificate. Ma tutti i suggerimenti che tendono a stabilire un ordine diverso, a trasferire alcuni passi, in breve a rifare un vangelo diverso con gli elementi del IV°, non convincono affatto.
La combinazione delle diverse fonti è dunque stata realizzata, per il IV° vangelo, molto meno bene che per i sinottici. Così conviene accordare poca importanza all'identificazione di questo maldestro editore, per far luce sui principali documenti che ha raccolto.
L'assenza di uno schema, derivante dalla sovrapposizione di fonti diverse, non è ovviamente che l'aspetto esteriore di un difetto più grave: l'assenza di una unità fondamentale dell'opera, le cui contraddizioni si rivelano man mano che vi si penetra.
Mi limiterò quindi a segnalare che si può dividere in un prologo e due parti, di cui la seconda comprenderebbe grosso modo i capitoli da 12 a 20. Il capitolo 21, si vedrà, è un'aggiunta successiva. Per la disposizione interna dei suoi materiali, l'editore sembra aver cercato, per quanto possibile, di seguire l'ordine dei sinottici, certamente noto a lui.
Non insisterò ulteriormente su queste questioni di forma. È evidente, ad esempio, che il carattere eterogeneo dell'opera porta a differenze di stile, di vocabolario e di sintassi, che costituiscono un criterio utile per separare i vari elementi; ma questo lavoro di analisi linguistica è stato fatto, [9] e conferma ampiamente le conclusioni tratte da uno studio del contenuto: quello mi sembra quindi rimanere il più importante.
NOTE
[1] Una sintesi delle opere precedenti figura nelle opere qui di seguito di Loisy e di Merlier.
[2] Si veda LAGRANGE, L'Evangile selon saint Jean.
[3] LOISY, Le quatrième évangile (1903).
[4] TURMEL, L'évangile de saint Jean, Bull. Cercle E. Renan, gennaio 1962, inedito che completa l'opera dello stesso autore (sotto lo pseudonimo di Delafosse), Le quatrième Evangile (Rieder, 1925).
[5] Octave MERLIER, Le quatrième Evangile (P.U.F. 1961). Opera importante, in particolare per il metodo di ricerca.
[6] «Sfortunatamente le opinioni più diverse regnano su questo soggetto», confessa A. Feuillet (Introduction à la Bible, in Desclée, volume 2, pag. 623).
[7] HOARE, Original Order and Chapters of St John's Gospel (Londra 1944).
[8] BULTMANN, L'évangile de Jean (1941).
[9] Si veda in particolare O. Merlier, op. cit. Add. ABBOTT, Johannine Grammar (Londra, 1905).
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