lunedì 27 aprile 2020

Re e regno



III. — Concezioni prestate a Gesù

RE E REGNO

Ciascuna di queste due parole presenta due significati diversi poiché si applicano sia al cielo che alla terra. 

Nessuna esitazione quando si legge: Re delle età, Regno dei cieli, Dio re delle nazioni, Regno di Dio, «Mangiate alla mia mensa nel mio Regno» (Luca 22:30). Si tratta del Regno celeste.

L'angelo aveva annunciato a Giuseppe che il futuro figlio Gesù avrebbe salvato Israele dai suoi peccati; non si trattava di una liberazione materiale (Matteo 1:21). In una parabola il Re diceva a quelli alla sua destra: «Prendete possesso del Regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo» (Matteo 25:34).

Gesù rifiutava qualsiasi regno terreno. «Sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo» (Giovanni 6:15). Egli risponde a Pilato «Il mio regno non è di questo mondo» (Giovanni 18:36) e quando il procuratore insiste: «Tu sei dunque re ?», Gesù gli risponde: «Tu lo dici, io sono re e io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità» (18:37), vale a dire «in un altro senso rispetto a quello che tu immagini». Questo spiega perché Pilato non trovò allora alcun motivo di condanna.

In questi passi, Gesù non è che l'annunciatore del Regno di Dio, il Viceré del cielo; egli non porta ad Israele che una promessa in cambio della sua rinuncia alle cose della terra. [73]

Di fronte a questa situazione, ve n'è un'altra, del tutto diversa, quella di un regno terreno più o meno messianico. Così, Gesù fece un giorno la sua entrata trionfale a Gerusalemme e assunse l'atteggiamento di un re. La folla gridava: «Benedetto sia il re di Israele colui che viene nel nome del Signore!» (Giovanni 12:13). E a coloro che gli consigliavano di far tacere la folla, Gesù rispondeva: «Se costoro tacciono, le pietre grideranno!» (Luca 19:40).

Davanti a Pilato, degli accusatori affermano che il Cristo eccita gli ebrei alla rivolta, dandosi come l'Unto regale (Luca 23:2). Pilato lo interroga: «Tu sei dunque re ?» Gesù risponde: «Tu lo dici», senza aggiungere alcuna correzione alla sua risposta, il che è ben diverso dal verso di Giovanni 18:37 citato più sopra. Prima della confessione, Pilato — non soltanto ammette la morte del Cristo — ma fa porre sulla croce l'iscrizione «Re dei Giudei» per ben marcare il motivo della condanna (Matteo 27:37).

Dopo la morte del Cristo, i discepoli di Emmaus dicevano: «Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele» (Luca 24:21). Più tardi, quando il Cristo risorto apparve loro, gli apostoli non avevano ancora rinunciato al loro sogno di liberazione dal giogo romano e gli domandarono: «È in questo tempo che tu ristabilirai il regno a Israele?» (Atti 1:6).

NOTE

[73] In Matteo 20:20 e Marco 10:35, gli apostoli Giacomo e Giovanni domandano a Gesù di sedere l'uno alla sua destra, l'altro alla sua sinistra quando sarà nella sua Gloria o nel suo Regno. Essi non dubitano che, dato che Gesù sarà alla destra del Padre, il posto alla sua sinistra non sarà libero, ma ignorano forse che Gesù ha un padre celeste.

Nessun commento: