giovedì 19 dicembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Battesimo e rinascita»

(segue da qui)

Battesimo e rinascita 

Non è sufficiente ricevere lo Spirito, e questa comunicazione non sarebbe stata generalizzata a tutti i convertiti: la sua importanza non tarderà a diminuire, e vi si sostituirà un altro effetto del battesimo, molto più importante per gli iniziati: il battesimo fa partecipare alle virtù e agli effetti della resurrezione del dio.

Nella maggior parte dei culti misterici, troviamo questa idea di una partecipazione, e un rito di assimilazione per il quale l'iniziato si associa al destino del Salvatore: soffrendo e morendo con lui, l'iniziato risorgerà anche con il suo dio, per la virtù del dio che gli è stata comunicata, trasmessa nel sacramento. Attraverso il battesimo, l'iniziato muore e rinasce, acquisisce una personalità nuova, è un uomo nuovo. Molto spesso, per segnare questa rinascita, prende un altro nome, così come l'apostolo, dopo l'iniziazione ricevuta a Damasco, ha cambiato il suo nome di Saulo in quello di Paolo. [5]

Questa virtù del battesimo, pure Paolo la conosce: «Siamo stati battezzati nella sua morte. Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato resuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita» (Romani 6:3-5). Non importa qui ancora se questo testo sia o no del vero Paolo: viene direttamente dal paganesimo. Attraverso il battesimo, il cristiano, simbolicamente, muore e rinasce, proprio come moriva e rinasceva simbolicamente l'iniziato di Eleusi. Egli diventa, secondo le parole di Paolo, una «nuova creatura» (Galati 6:15). Una tale nozione non ha dei precedenti ebraici, ma è comune nei misteri.

La stessa idea sarà ripresa nello pseudo-Giovanni: «Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (3:3). Per meglio accentuare il significato, l'autore presta al sempliciotto Nicodemo questa domanda: come un uomo già vecchio può rinascere ? Può rientrare nel grembo di sua madre? Allora Gesù precisa: «Se uno non nasce da acqua e da Spirito...» (3:5).

La virtù del battesimo proviene dalla partecipazione al sacrificio del Salvatore, ed è per questo che il cristiano non era battezzato inizialmente che «nel nome del Signore» (1 Corinzi). È molto tardi che si introdurrà nel rito battesimale la formula della Trinità, che proverrà da una lunga elaborazione dei dogmi.

NOTE

[5] Esistono altre spiegazioni possibili di questo cambiamento di nome (Paolo sarebbe il nome greco dell'ebreo Saul, oppure un soprannome perché era piccolo, ecc.) Non è meno curioso constatare che il promotore del battesimo ha seguito l'usanza degli iniziati dei culti siriani. 

1 commento:

Giuseppe Ferri ha detto...

Klaus Schilling ha detto:

"di nuovo" traduce "anothen" che vuol pure dire "di sopra". Il Gesù giovanneo intende il secondo, ma Nicodemo, un Ebreo, non sa comprendere questo concetto gnostico della nascita nell'intelletto (nous), e quindi fraintende le parole di Cristo.

Nicodemo non sa comprendere; lui fa parte del popolo scelto dal demiurgo e crede di avere Abramo per padre. (Matteo 3:9, Luca 3:8) Nato della carne, lui è carne. Pure Giovanni 8:23 dichiara che gli Ebrei sono di quaggiù mentre il Cristo è di lassù. L'uomo dello spirito conosce, secondo Teodoto 78, la sua origine e la sua destinazione, mentre il Nicodemo, uomo della carne, non sa nulla.

(Jean Magne, Logique des Sacrements)