domenica 17 novembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «La tesi degli Gnostici»

(segue da qui)

La tesi degli Gnostici

Semplificando enormemente, la tesi degli Gnostici si può riassumere così: il vero Dio non è il creatore di questo mondo, la cui imperfezione è manifesta; tra il Dio supremo e il mondo materiale esiste tutta una gerarchia di esseri celesti. È uno di loro, un demiurgo di un rango molto inferiore, che (per errore o per orgoglio) ha disobbedito e creato il mondo materiale: quel demiurgo, è il dio della Bibbia, il padre del Demonio.

Ma il mondo e l'uomo possono essere salvati grazie all'intervento di un altro essere celeste, di un rango più elevato: è il Logos o il Cristo. Per ciò, è necessario che discenda dal cielo superiore verso le zone inferiori, e che si unisca a sua sorella la Sapienza divina, anch'essa caduta, riscattandola. Il creatore di questo mondo vuole farlo morire, ma il Logos è immortale; non ha preso che un'apparenza umana, e ascende allora al cielo con sua sorella la Sapienza, avendo compiuto la sua missione.

Le cose sono molto più complicate, ma io non voglio trattenere che questo: il Cristo gnostico è un essere puramente celeste, e proprio nel momento in cui si scrivevano (in gran parte contro di loro) i vangeli canonici, esistevano degli uomini, che si fregiavano di una tradizione apostolica, che non credevano all'esistenza reale di Gesù.

Secondo Basilide, il Cristo non avrebbe potuto soffrire poiché la sofferenza è l'espiazione di una colpa e Dio non avrebbe potuto tollerare una sofferenza ingiusta. Gesù quindi non è morto, ma non aveva che un'apparenza carnale: «Christum aute.... venisse in phantasmate, sine substantia carnis». [5] È un certo Simone di Cirene che sarebbe stato crocifisso: [6] in risposta, i canonici faranno di Simone di Cirene il semplice portatore della croce di Gesù.

È fuor di dubbio che è contro gli gnostici che la Chiesa di Roma sarà portata ad accentuare il carattere umano di Gesù, a precisare la sua leggenda terrena. Ma la Gnosi, come il cristianesimo, viene dalla Siria; è nata prima di esso (o sostanzialmente nello stesso tempo); Paolo la conosce e ne è influenzato. È a Roma, a metà del II° secolo, che si pretenderà di sapere molto di più degli orientali.

Basilide, invece, non credeva alla nascita di Gesù, ed è per questo che, al posto della festa della Natività, istituirà quella dell'Epifania.

NOTE

[5] TERTULLIANO: Adv. omnes haer. 4.

[6] IRENEO: Adv. haer. 1:24.

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