martedì 17 settembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Il Talmud»

(segue da qui)

Il Talmud

Più tardi, quando il conflitto tra i cristiani e gli ebrei diventerà acuto, gli ebrei inventeranno delle favole per opporle a quelle dei loro avversari.

Una di quelle farà di Gesù il figlio di una prostituta di nome Maria e di un soldato romano dell'esercito occupante. [8] Ciò non merita alcun credito, ma ciò prova che gli ebrei, anche loro, erano ridotti a inventare delle favole, non sapendo nulla di preciso.

Più curioso è il passo seguente: «Infine fu giudicato a Lydda (?) come mago e  fautore di apostasia. Per quaranta giorni prima dell'esecuzione, Gesù fu messo alla gogna e un araldo gridava ad alta voce: costui dev'essere lapidato perché ha esercitato la magia e ha fuorviato Israele; chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, venga e faccia valere la sua testimonianza! Ma non si trovò per lui alcuna discolpa, e così lo si APPESE il giorno della preparazione della Pasqua. Altri dicono: lo si LAPIDÒ». [9]

Secondo questo racconto, dunque Gesù non sarebbe stato crocifisso, ma, secondo il rito ebraico, lapidato, poi il suo cadavere appeso. Ora, vedremo che questa è una delle interpretazioni possibili dei primi testi cristiani. [10] Il Talmud, che non ha altre informazioni, avrebbe dunque raccolto una leggenda primitiva, diversa da quella della crocifissione che finirà per imporsi. È abbastanza curioso, in ogni caso, che siano degli ebrei a escludere per Gesù il supplizio romano. 

Con queste riserve, i testi ebraici non ci fanno apprendere nulla su Gesù. E non basta dire che fuggendo, dopo il sacco della città, nel 70, una Gerusalemme devastata, essi non hanno avuto il tempo di portare via gli archivi!

NOTE

[8] Giustino conosceva questa leggenda (Dialogo con Trifone); Tertulliano e Origene vi fanno allusione. Forse è anche ad essa che vi faceva allusione Celso, quando scriveva di Gesù: «Figlio di una povera indigena scacciata dal marito suo, è nato di nascosto».

[9] Citato da L. de GRANDMAISON:  «Jésus-Christ», volume II, pag. 147-148.

[10] Si veda Marc STÉPHANE: «La passion de Jésus...», pag. 212-213.

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