giovedì 15 agosto 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Cronistoria della tesi»

(segue da qui)

Cronistoria della tesi

Sarà ripresa in Francia nel XVIII° secolo da Dupuis, per il quale Gesù, come qualsiasi altra divinità, non sarebbe che un mito solare («L'origine de tous les cultes», 1794).

Nel XIX° secolo, i tedeschi, poi gli inglesi, riprenderanno il problema con mezzi più scientifici. Le loro opere, divergenti sotto molti aspetti, porteranno a delle conclusioni piuttosto vicine, che saranno sintetizzate da Bauer (1842) e da Drews (1906: «Il mito di Cristo», tradotto in francese nel 1926 da Robert Stahl). I partigiani del mito hanno anche largamente beneficiato del lavoro degli storici rimasti fedeli alla tesi di una esistenza reale, specialmente della scuola tedesca di Tubinga, di Strauss.

Non è sorprendente che questi studi sono vecchi solamente di un secolo: oltre al pericolo che si associava in precedenza a tali ricerche, fu solo per uno studio scientifico dei testi che si è riuscito a scoprirli, per poi dimostrarne la natura artificiale. Tuttavia, il metodo della critica razionale dei testi è stato messo a punto solo nel XIX° secolo. Voltaire lo ha approcciato senza beneficiarne. Prima di lui, chi avrebbe osato mettere in dubbio l'autenticità integrale dei vangeli? Pascal derivò l'argomento, in buona fede, dei testimoni che si sarebbero fatti assassinare, senza dubitare dell'esistenza dei primi martiri. E Bossuet, come lo ricorda Renan, ammirava molto questo miracolo di «Ciro nominato duecento anni prima della sua nascita», senza sospettare che questa menzione prova, al contrario, che il passo di Isaia «dove Ciro è nominato è stato composto proprio al tempo di questo conquistatore». [6]

È Renan che rilanciò in Francia lo studio critico dei testi cristiani, seguito da Loisy, Turmel, Guignebert. Ma la tesi mitica non tardò a beneficiare del loro lavoro, e trionfò con Couchoud e Alfaric.

NOTE

[6] RENAN: «Souvenirs d'enfance et de jeunesse».

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