sabato 2 febbraio 2019

«Il Dio Gesù» (di Paul-Louis Couchoud) — La leggenda umana di Gesù (XXI): IL PROFETA ERMAS

(segue da qui)

PARTE QUINTA

LA LEGGENDA UMANA DI GESÙ

IL PROFETA ERMAS

“Non spegnete lo Spirito! Non disprezzate le profezie!” aveva gridato Paolo ai Tessalonicesi. Tre quarti di secolo dopo, lo Spirito cominciò a divampare meno alto, la profezia a decadere. Conosciamo per caso un profeta cristiano di fine secolo il cui tono prosaico permette di misurare la ricaduta del soffio dei primi profeti del primo secolo. I suoi prodotti avvizziti lasciano immaginare quali erano stati, all'epoca della maturità, gli splendidi frutti dello Spirito.
Uno strano organo di Dio, questo Ermas, profeta piccolo-borghese, gaio, rozzo, beffardo, più donato di buon umore che di raptus profetico. Schiavo nella sua infanzia di una bella signora cristiana, Rode, poi liberato, si è arricchito nel commercio ed ha acquistato in campagna un capanno e un campo. Ha una donna loquace, sciocca, rimproveratrice e riprovevole. È fuggito da lei perché si compiace solo nella dolce compagnia e nei santi baci delle vergini di Dio. Ha dei figli che sono la sua tenerezza e la sua onta. Al culmine della persecuzione, essi hanno commesso apostasia, bestemmiato, tradito; hanno denunciato lui stesso. La Chiesa li ha vomitati, la loro madre li ha mandati via. Nel tormento amaro che ha provato (i suoi affari nello stesso tempo si sono guastati), è stato afferrato dallo Spirito. Riconosce con gentilezza che Dio ha depositato uno Spirito nella carne di Ermas, ma che a parte ciò Erma non ha mai detto una parola di verità. Sa che lo Spirito è imbarazzato in lui dall'ira, dal dubbio o dalla tristezza. Quando va, il cuore pesante, alla sua campagna e vi si riposa un po', viene visitato da delle apparizioni celesti. La Chiesa, nelle sembianze di una Signora anziana, lo invita a sedersi alla sua sinistra su una panca d'avorio. (Il diritto è riservato ai martiri). Un Pastore, il bastone in mano, la pelle di capra bianca sulle spalle, che è l'Angelo della Penitenza, gli detta delle lunghe istruzioni, da leggere all'assemblea cristiana. La linea di fondo è che un perdono unico, una grazia eccezionale che non sarà mai rinnovata, è concessa in cielo ai peccatori per tutti i peccati passati. Che profittino senza indugio della presente amnistia! Lo stesso Ermas confessa un grande peccato. Un giorno, in precedenza, egli ha visto la sua ex-padrona, signora Rode, fare il bagno nel fiume Tevere. Aiutandola a uscire fuori dall'acqua, ha pensato: Ah! Se fosse la mia donna! Rode gli è apparsa dal cielo per annunciagli che questo peccato gli è perdonato. Allo stesso modo, tutti i crimini, parimenti, sono assolti per una volta, anche quelli dei vili rinnegati. Che il segretario della chiesa romana, Clemente, lo faccia sapere a tutte le chiese! Grapta lo annuncerà alle sante vedove.
Il buon Ermas è accettato senza difficoltà come il ricettacolo dello Spirito, l'addetto del cielo. Ha nella chiesa di Roma il primo seggio, dopo i martiri. Si attribuisce a un oracolo venuto da lui una riforma liturgica di prima grandezza: quella che ha separato la festa cristiana di Pasqua dalla pasqua ebraica, trasferendola alla domenica che segue la pasqua ebraica (Costituzioni Apostoliche). Si può giudicare della sua autorità per la severità senza moderazione con la quale fustiga gli episcopati della chiesa, tra i quali è assiso suo fratello Pio, che è per noi il papa Pio I°. “Non vi fate simili agli avvelenatori. Gli avvelenatori portano i loro veleni nei vaselli, voi portate il vostro filtro, il veleno, nel cuore!” Nella bocca del gaio profeta mercante, lo Spirito Santo non usa l'invettiva.
Il Pastore di Erma comprende cinque Visioni, dodici Precetti e dieci Parabole. Ora, è facile riconoscere che i vangeli, i quali, scritti intorno allo stesso tempo, hanno un valore religioso  incomparabilmente superiore, sono anche composti in gran parte di visioni, di precetti (entolai) o di oracoli (logia) e di parabole. Il Pastore presenta in uno stato sparso e di qualità mediocre degli elementi analoghi a quelli che i vangeli hanno ordinato e assemblato in una narrazione. Invece di essere, come il Pastore, il contributo magro, un po' bizzarro di un solo profeta tardivo, i vangeli sono l'antologia di ciò che lo Spirito di Gesù ha suscitato di più grande e di più bello, in visioni, oracoli, inni, parabole, miracoli reali,  miracoli simbolici, nel corso di un secolo nelle comunità più ardenti. Vi è in loro tutta l'accumulazione spirituale, tutta la vibrazione delle chiese primitive.

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