giovedì 8 novembre 2018

«Gesù, il Dio fatto uomo»Le Apocalissi (168 A.E.C. — 40 E.C.) (VI): Il profeta Giovanni il Battezzatore


LE APOCALISSI
 (168 A.E.C. — 40 E.C.)

VI

IL PROFETA GIOVANNI IL BATTEZZATORE

Una rivoluzione divina era alle porte e la venuta di Sciloh era aspettata. Roma aveva insediato il suo governatore, e le trombe delle sue legioni risuonavano per tutto il mondo abitato. Soggetto all'autorità del legato siriano, un procuratore, scelto dalla classe dei finanzieri, e non da quella dei diplomatici, governava un popolo prode e sensibile — un popolo inferiore in apparenza, ma superiore in intelligenza e pericolosamente fanatico — con i metodi ruvidi, chiari e semplici, che Roma applicava senza distinzione ai barbari. Uno di quelli ufficiali, Ponzio Pilato, rimase dieci anni nella regione, e dal 26 E.C. al 36 E.C. si rendeva tanto odiato dalla sua ottusa benevolenza quanto da ogni eccessiva severità.

Ecco, venne uno che proclamava senza timore, in toni che fecero vibrare il cuore di molti, la venuta del Celeste che per due secoli era stata sussurrata. Che cosa importò se Zaccaria aveva ordinato [1] che non ci sarebbero stati più profeti e che dovesse giungerne uno suo padre e sua madre avrebbero dovuto passarlo a fil di spada! Qui c'era uno che non temeva di indossare l'antico mantello di pelle di cammello. Ancora una volta dopo un lungo silenzio la parola vivente di Jahvè risuonò per tutto Israele.

La nostra perdita di informazioni circa san Giovanni il Battezzatore è un grande svantaggio. [2] Il cristianesimo ha alterato il suo ruolo e ha giocato sporco con le sue parole e azioni. Nondimeno in Matteo 3:7-12 e Luca 3:7-17 abbiamo preservato un detto che è di un'energia eccezionale. [3] Non è una descrizione dell'Uomo Celeste, ma una minaccia e un monito a coloro che egli giudicherà.
Razza di vipere,
chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente?
Fate dunque opere degne della conversione

e non cominciate a dire in voi stessi:
Abbiamo Abramo per padre!
Perché io vi dico che Dio può
far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.
[4]

Anzi, la scure
è già posta alla radice degli alberi;
ogni albero che non porta buon frutto,
sarà tagliato e buttato nel fuoco.

Colui che viene dopo di me
è più potente di me
e io non son degno neanche di portargli i sandali;
Io vi battezzo in acqua;
Egli vi battezzerà in vento e fuoco.
[5]

Egli ha in mano il suo ventilabro
per ripulire interamente la sua aia
e raccogliere il grano nel suo granaio;
ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile.
“Razza di Vipere”. Gli antichi credevano che la vipera fosse l'unico serpente in grado di seppellirsi nella terra (si veda Plinio, Nat. Hist., 8:59, 1). Il profeta deride le “vipere” che immaginano di potersi nascondere nel suolo dalla collera di Dio che è prossima a scoppiare su di loro. No, essi devono pentirsi (o più precisamente, ravvedere le loro anime) oppure perire.

Non c'è tempo per prepararsi. La collera è già sulla sua via. L'ascia è già alla radice dell'albero in attesa della mano del boscaiolo. Colui che deve venire viene dopo il profeta — ossia, egli è proprio dietro. Le immagini impressionanti significano che l'ultima ora è alle porte.

Chi è “colui che viene dopo”? Questo sicuramente non è alcun uomo mortale. Egli è il Giudice ed Esecutore Divino, la cui ascia taglierà gli alberi cattivi e la cui mano li getterà nel fuoco. Egli è il Vagliatore il cui candelabro terribile separerà il grano da raccogliere dalla pula da bruciare in un fuoco inestinguibile, i cui sandali Giovanni è indegno di legare. Questo è sicuramente il Figlio dell'Uomo di Enoc.

Pentirsi e attendere Colui Che Deve Venire. Cosa altrimenti è concepibile? Vivere in attesa di una Venuta del genere equivale a cessare di vivere. Cosa si può fare se non cercare coloro che aspettano anche la Sua Venuta? Che ispirazione fu l'invenzione di un rito che sarebbe diventato il più solenne, il più ampiamente diffuso tra tutti i riti, che sarebbe diventato un vincolo tra moltitudini di credenti, legandoli in una singola comunità religiosa!

“Io vi battezzo in acqua, egli vi battezzerà in vento e fuoco”. Quest'immersione nell'acqua si chiama col suo nome greco, battesimo. Il suo significato è profondo e la sua forza grande. È in antitesi al passaggio attraverso il fuoco che “colui che è più potente di me” darà a coloro che lo respingono. Il battesimo con acqua preserverà il fedele dal battesimo col fuoco. L'anima dev'essere prima purificata mediante conversione. Poi il battesimo con l'acqua darà protezione dal Vento e dal Fuoco del grande Vagliatore. [6

Solo le acque che fluiscono dal Giordano sono potenti per il battesimo di Giovanni. Là, al di sotto del livello dell'oceano, nella profondità di quello strano abisso nella crosta della terra, il profeta incontrava la folla di credenti pentiti.

Ezechiele predisse che negli ultimi giorni una sorgente sarebbe scaturita dal tempio per fluire verso la valle maledetta, che avrebbe dovuto essere così purificata e bonificata. Le acque del Mar Morto sarebbero diventate dolci e il pesce avrebbe dimorato nelle sue profondità. Da En-Gaddi a En-Gallim (ossia da En-gedi a En-eglaim) i pescatori avrebbero gettato le loro reti. [7]

Qui si realizza la profezia. La sorgente invisibile è scaturita. Le terre una volta bruciate dal fuoco del cielo per i loro peccati ora sono purificate per la prima volta. Una nuova esistenza sta cominciando. Le reti del Pescatore sono gettate. 

Il credente, essendosi pentito, discende nel Giordano al fianco del Battezzatore e viene immerso completamente. Questo rito si preservò nella Chiesa antica (Atti 8:38) e tra i mandei (vide R. Reitzenstein, Die Vorgeschichte der christlichen Taufe; Leipzig, 1929, pag. 270). Essendo stato battezzato con acqua, egli è sicuro dal turbine del fuoco, ed è preparato ad entrare tra gli eletti del Giudice terribile. Egli è battezzato “in colui che sarebbe venuto dopo di lui” (Atti 19:4). Egli viene ammesso nel Regno. Il battesimo è un legame potente tra i battezzati. Sono allora separati dal resto dell'umanità. [8

Essi erano salvati. Vivevano assieme in piccole comunità separate da altri uomini. Aspettando l'avvento imminente di colui “che viene”, digiunavano e pregavano spesso (Luca, 5:33); pregavano come Giovanni insegnò loro a pregare (Luca 11:1). Si distinguevano dagli ebrei comuni per il nome di Nazorei. [9

Se si potrebbe dire che una religione consiste essenzialmente del credo comune in un essere divino e di un rito comune che pone in comunione col loro dio gli adoratori, allora il battesimo di Giovanni associato al mito dell'Uomo Celeste offriva gli elementi di una nuova religione. Quando l'autore degli Atti parla del Battesimo di Giovanni, egli intende effettivamente la religione di Giovanni. [10] Quelle sono le fondamenta sulle quali deve originarsi il cristianesimo. 

Derivata dall'ebraismo, la religione di Giovanni non è più ebraismo. Essere ebreo non era sufficiente per entrare nel suo campo, e si sarebbe potuto entrarvi senza essere un ebreo. “Non dite in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre”. La razza non importava; era il battesimo che era il legame nella nuova setta. Il soldato straniero, il pubblicano impuro avrebbe potuto essere ammesso come pure l'ebreo più puro e più pulito. [11] Qui si delinea l'idea di una religione semplice accessibile a tutti. 

 Queste dichiarazioni forti causarono attivi fremiti tra il popolo che fluiva nella valle del Giordano.

Il profeta era solito dimorare al di là del Giordano, al di là della regione romana nei deserti sotto il regno di Erode Antipa. Ora Antipa fu minacciato da una guerra. Sua moglie, una principessa araba, era fuggita da suo padre, il re di Petra. Erode l'aveva abbandonata e cercava di sposare sua cognata, Erodiade. Le folle crescenti che frequentavano la frontiera del Giordano erano una fonte di ansia per Antipa; egli perciò fece imprigionare il profeta nella fortezza di Macheronte, presso il Mar Morto, e lo fece morire là. La guerra avvenne e Antipa fu sconfitto disastrosamente. Flavio Giuseppe dichiara che gli ebrei credettero che ciò fosse un giudizio divino su di lui per l'assassinio di Giovanni (Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, 18:5, 2.)

La disfatta di Antipa avvenne nel 36 E.C.; Vitellio, legato di Siria, a cui era stato ordinato di marciare contro il re arabo, ricevette le nuove della morte di Tiberio (16 Marzo del 37) durante questa campagna. L'odio di Erodiade per Giovanni e la danza di Salomè si devono collocare tra le leggende. Quando fu ucciso Giovanni, Erodiade non era ancora la moglie di Antipa, e Salomè era la vedova di quel Filippo che fu, secondo gli evangelisti, suo padre!

NOTE

[1] 13:3.


[2] Vide M. Goguel, Au seuil de l’Evangile Jean-Baptiste; Parigi, 1928, e E. Lohmeyer, Das Urchristantum, I. Johannes der Taufer; Gottinga, 1932.


[3] Vide Martin Dibelius, Die altchristliche Ueberlieferung von Johannes dem Taeufer; Gottinga, 1911, pag. 54-59.


[4] Un gioco di parole in Aramaico su abenayya (pietre) e benayya (figli).


[5] I cristiani aggiunsero alla parola vento, o spirito, πνϵύματι l'aggettivo Santo, ῾αγίῳ. Questo introduce l'idea dello Spirito Santo che è estranea al concetto. “Vento e Fuoco” si spiegano nel verso successivo mediante la metafora dell'aia.


[6] Si veda Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche 18:5, 2. Flavio Giuseppe non afferrò il vero significato del battesimo di Giovanni. Per lui si trattava di una semplice lustrazione corporale.


[7] Ezechiele 47:1-12. Vide G. R. S. Mead, The Gnostic John the Baptizer; Londra, 1924, pag. 9-10.


[8] “Giovanni spingeva loro ad accostarsi insieme al battesimo”. Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, 18.5, 2 — “loro” si riferisce agli ebrei.


[9] Questa designazione fu trattenuta dai primi cristiani (Atti 24:5), dai cristiani orientali, e dai mandei, e significa probabilmente “coloro che osservano” (Lidzbarski, Ginza; Gottinga, 1925, Introduzione).


[10] Atti 18:25 (Apollo conosceva solamente il battesimo di Giovanni), 19:3 (con il battesimo di Giovanni).


[11]  Si veda Luca 3:10-14 (pubblicani e soldati).

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