lunedì 13 novembre 2017

Di come lo storico ateo Richard Carrier denuncia la sostanziale inaffidabilità delle sedicenti “prove” di un Gesù storico (I)

Per i simili di Mauro Pesce, gli aramaismi nei vangeli “proverebbero” (!) che Gesù sia vissuto...

L'ateo, che in cuor suo dice: «non esiste un Dio», eppur riman fedele alle vecchie sue superstizioni, merita disprezzo. 
(Luigi Feuerbach, Trenta Lezioni sulla Essenza della Religione, Lezione XXX) 
Non dimenticherò mai la mia sorpresa nel constatare la pochezza di quella che agli occhi del professore accademico Bart Errorman sarebbe dovuta passare per una confutazione del miglior caso miticista, ovvero quella pubblicata nel suo ridicolo pamphlet anti-miticista del 2012, e che invece ha avuto il solo effetto di smascherare a livello mondiale, in una sola volta — e temo per sempre —, la palese debolezza intrinseca di tutti gli argomenti a favore dell'esistenza del Gesù storico. Col risultato che Errorman è stato certamente in grado di riconoscere e segnalare ai suoi lettori l'enorme differenza qualitativa tra un Earl Doherty e un' Acharya S., ma non ha saputo in maniera altrettanto intuitiva, tantomeno formale, dimostrare perchè bisogna considerare Doherty alla stregua di un'Acharya. E questa debolezza non è solo di Errorman, ma di ogni ateo che vorrebbe emularlo nel disperato tentativo di convincere altri atei della storicità di Gesù (che fu chiamato Cristo). A questo punto del discorso il lettore avrà già capito che si tratta di un dialogo unicamente tra atei, quello che concerne l'esistenza storica di Gesù. Un Mauro Pesce, per il solo torto di non aver mai espresso in pubblico di essere ateo (a mia conoscenza) — e che a dire il vero ha tutta l'aria di manifestare a momenti un'intima riverenza per il dio monoteista —, non avrebbe, neppure lui, la minima voce in capitolo al riguardo. Ripeto: si tratta di un dialogo tra atei. E certamente atea è Kristi Winters, così convinta della storicità di Gesù, come ateo è colui che ha dimostrato così efficacemente la totale infondatezza — o se volete, la più completa irrazionalità — dei suoi cosiddetti “motivi” per credere al chimerico “Gesù storico”. Quell'ateo si chiama Richard Carrier. Una partecipante al forum di Pier Tulip, l'efficiente “roxi”, ne ha tradotto l'ottima confutazione, che mi permetto di pubblicare anche qui, in bella mostra, nel mio blog, confidando che l'internet faccia il resto quanto a inevitabile diffusione di una verità che fa male ai cristiani: che il loro Gesù, che fu chiamato il Cristo, non è affatto esistito.

Kristi Winters sul Gesù Storico: Parte 1

23 Settembre 2017



[Traduzione di roxi]

Per qualche tempo, sulla mia lista di cose da fare, ho avuto in programma di scrivere su tutti i video stranamente inetti sulla storicità di Gesù postati recentemente dalla YouTuber Kristi Winters. Lo farò ora. In due parti. Nella prima, lei inizia in modo ragionevole e semplicemente sbagliato. Nella seconda, va in confusione e scade nella calunnia. Oggi, la parte 1.

Panoramica

Winters è una sociologa politica senza alcuna credenziale rilevante in storia o studi biblici. Che andrebbe bene, se sapesse controbilanciare l’ effetto universale Dunning-Kruger [distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità] con una maggiore scrupolosità nel ricercare l’opinione di esperti su un soggetto circa il quale lei stessa non ha alcuna competenza, prima di fare commenti su di esso in modo autoritario. Per un educatore, fare questo è davvero una responsabilità morale. Perché se non lo fai, finirai per fare cattiva informazione presso il pubblico, diffondendo false informazioni, e rendendo più dure le vite dei veri studiosi. Perché ora dobbiamo smascherare tutte le falsità che va diffondendo, prima di poter arrivare ad insegnare alle persone i fatti reali di una cosa. Questo è seccante. Preferirei, invece, che i dilettanti facessero i compiti a casa. Questo renderebbe le nostre vite molto più semplici. E renderebbe il mondo un posto migliore, informando correttamente il pubblico sulla conoscenza che l’umanità ha accumulato. Ahimè.

Mi ricorda una risposta stizzosa che ho ricevuto recentemente da un fan di Plantinga, al quale non piaceva il fatto che io dicessi che Alvin Plantinga sta diffondendo pseudoscienza perché fonda le sue argomentazioni su falsità fattuali che ha inventato di sana pianta sulla scienza cognitiva. Plantinga ha una nuova strana teoria sui sistemi cognitivi e sull'evoluzione cognitiva. Ha l’obbligo di ottenere che questa nuova teoria passi per la peer-review, prima che diventi qualcosa di diverso dalla pseudoscienza. Plantinga non deve fare altro che parlare informatamente e responsabilmente sul soggetto — tutto quello che deve fare è citare o descrivere correttamente, e basare le sue argomentazioni sull’effettiva scienza stabilita sul soggetto. Ma non lo fa. E ciò rende il suo lavoro sull’evoluzione cognitiva nient’altro che pseudoscienza. La risposta da stizzosa: come osavo dire ciò, io tra tutti, il promulgatore della visione del “Miticismo di Gesù”, una sfida per il consensus. Implicando che anche questa è pseudoscienza (o pseudostoria, per fare la giusta analogia).

Se non fosse che io davvero sono un esperto qualificato su quel soggetto. Ed io, davvero, ho ottenuto che la mia teoria venisse pubblicata attraverso la peer-review, presso una casa editrice accademica, mainstream nel settore in questione. Plantinga non è qualificato (non ha credenziali come scienziato cognitivo), e non ha ottenuto la peer-review (la sua teoria dell’evoluzione cognitiva non è stata pubblicata in nessuna rivista sottoposta a peer-review in nessun campo della scienza cognitiva), Questo non significa che la mia teoria sia vera. Ma significa solo che non puoi affermare che mia teoria è pseudostoria. Io ho effettivamente soddisfatto gli standard e le esigenze del settore. Non è più pseudo. È reale. Potrebbe essere sbagliata. Ma questo ora è un dibattito che i veri esperti devono elaborare. Esperti che effettivamente leggono e rispondono alla letteratura, passata per la peer-review, del proprio campo.

Quaranta anni fa, questo è dove eravamo con la storicità di Abramo e Mosè. Una frangia anticonformista che sfidava il consensus del mainstream con un singolo studio sottoposto a peer-review. Quaranta anni dopo, la teoria di quella frangia anticonformista che [Abramo e Mosè] non sono esistiti è il consensus dell’opinione corrente. Tra quaranta anni, dove approderà il campo degli studi su Gesù? Solo il tempo lo dirà.

Entra la Winters

Penso che la faccenda sia iniziata con il suo video Historical Jesus? Yes (10 Marzo 2015), che fondeva insieme due video precedenti; poi Doing Jesus Wrong? Jesus as Theory, Not as a Conclusion (16 Agosto 2015); e poi Historical Jesus or Mythical Jesus? (28 Agosto 2016), sottititolato “Usando ‘Did Jesus Exist’ del Prof. Bart Ehrman.” Poi è andata più in dettaglio con An Atheist Defends the Historical Jesus (5 Agosto 2016) e Historical Jesus as Theory Episode 1 (14 Settembre 2016). Non riesco ad immaginare se abbia mai realizzato un Episodio 2, ma ha continuato a produrre un sacco di altri video sull’argomento: An Atheist Defends the Historical Jesus: Mythical Jesuses (8 Agosto 2017); Dear Mythical Jesus Proponents (An Open Letter) (11 Agosto 2017); An Atheist Defends The Historical Jesus: Body of Christologies (13 Agosto 2017); e An Atheist Defends The Historical Jesus: Body of Christologies 2 (16 Settembre 2017).

“Sì, forse è … un tantino ossessiva,” come direbbe il Dr. Oatman.

In particolare, sebbene questi video siano iniziati ben entro il 2015, e il mio libro sul soggetto, sottoposto a peer-review – ancora l’unico in cento anni – sia stato pubblicato all’inizio del 2014, Winters non mostra mai segno di averlo letto (neanche Proving History, il mio libro passato per la peer-review sui metodi pertinenti al soggetto). Non leggere niente della letteratura, passata per la peer-review, che si occupa direttamente del tuo soggetto di discussione, è in generale un cattivo modo di iniziare. Lei, invece, si basa solo sul libro da mercato popolare di Ehrman Did Jesus Exist? (che era zeppo di errori fattuali, e inoltre non ha affrontato nulla su OHJ o PH), sulla letteratura di non esperti non sottoposta a peer-review (come G.A. Wells) e su ricerche non direttamente sulla questione della storicità, ma che per la maggior parte solo presumono la storicità come premessa. Questo non è un modo valido per affrontare l'argomento.

Inoltre, Winters non è affidabile come studiosa dell’argomento. Dice molte cose corrette. Ma poi fa affermazioni di fatto come se le conoscesse per essere vere, quando in realtà sono false. Per esempio, nel suo primo video, dice che la storia che “gli angeli avevano rapporti sessuali con esseri umani” in Genesi, è solo un verso (Genesi 6:4) e non viene più ripresa per migliaia di anni. È falso. Genesi, come testo, non aveva “migliaia” di anni al tempo che sorse il Cristianesimo (il suo strato più antico fu scritto non prima del 1000 AC e quello più recente data agli anni 500 AC). E lo specifico verso che menziona non fu ignorato. Venne estremamente elaborato in una dottrina ebraica standard nel Libro di Enoch, scritto solo pochi secoli prima del Cristianesimo. Ed è importante saperlo. Perché divenne un testo ebraico importante e influente che i primi Cristiani già consideravano come scrittura.

Questo non ha rilevanza per il dibattito sulla storicità. Ma illustra la tendenza di Winters a fare delle affermazioni sui fatti come se sapesse che sono vere, non fa nessuna ricerca per verificarle. Così finisce per fare affermazioni totalmente false, che pretende di sapere che sono vere. Questo rende i suoi video inservibili, secondo me. Non puoi mai sapere se sta affermando qualcosa che ha controllato, o qualcosa che non ha controllato affatto. Per esempio, nei suoi video è chiaro che non conosce nemmeno cose basilari, come il fatto che Efesini è un falso (non fu scritta da Paolo). Inoltre dichiara che i miticisti mettono solo in questione l’evidenza, e non testano contro l’evidenza le teorie alternative delle origini del Cristianesimo, che nemmeno è vero, per i terribili miticisti. Certamente non è vero per il miticismo passato per la peer-review, che era stato pubblicato già da un anno intero quando lei ha iniziato a fare i video. Non ha fatto nessuno sforzo per studiarne qualcosa (nemmeno la roba terribile).

Tuttavia, cerchiamo di scoprire quali sono i suoi argomenti in difesa della storicità di Gesù, come si evolvono nel tempo ...

Winters su Gesù nel 2015

Nel suo video mixato del 2015, Winters intende sostenere, contro un non identificato oppositore di tale conclusione, che un Gesù storico è la migliore spiegazione dei dati. Il primo problema è che senza un vero oppositore, sostanzialmente lei crea tutta l’opposizione nella sua testa. Cosa che, in un certo senso, garantisce una vittoria. Ma non puoi criticare la posizione di qualcuno, senza sapere qual è quella posizione, inventando solo nella tua mente quello che tu pensi che sia. Questo è un fallimento secondo skepticism101[Michael Shermer, Skepticism 101: How to Think like a Scientist].
Eppure, ancora non basta incontrare un vero oppositore. Devi incontrare il più forte avversario di quella posizione. Se tiri fuori solo il peggior avversario, e vinci, in realtà non hai dimostrato niente (tranne che i tuoi avversari non hanno una solida conclusione, non che la conclusione non sia solida. Questa naturalmente si chiama fallacia dell’uomo di paglia. I buoni scettici, invece, devono sempre applicare l’uomo d’acciaio [ossia l’arte di affrontare la miglior forma dell’argomentazione del tuo oppositore] all’argomento contro il quale si oppongono. Sicuramente, il più forte avversario della sua posizione sarebbe quello che è effettivamente presente nella letteratura del settore passata per la peer-review. Ma no, lei non ha tempo da perdere. Questo è un altro fallimento, secondo skepticism 101.

Il suo argomento consiste essenzialmente di due punti principali, uno dei quali non riesce a prendere in considerazione correttamente nemmeno che cosa affermano le teorie contrastanti, mentre l’altro fallisce perché dipende da vecchi presupposti accademici che in realtà sono confutati dall’evidenza primaria. Lei propone anche un terzo argomento, un argomento della probabilità a priori, che risulta sbagliato perché si basa sulla classe di riferimento sbagliata, che è un errore comprensibile e che avrebbe potuto correggere se avesse letto OHJ. E aggiunge anche altri argomenti minori. Vediamo come reggono …

• Il primo argomento di Winters è che Gesù deve essere esistito, perché Paolo parla di Gesù come se fosse esistito.


Questo è un non sequitur. Anche il Miticismo implica che Paolo credeva che Gesù fosse esistito. Nello stesso senso in cui esistevano Satana e Gabriele. Ma Satana e Gabriele non esistono per davvero. Qui Winters non è andata per il verso giusto, non affrontando in realtà nessuna teoria reale del miticismo, usando la fallacia dell’uomo di paglia, così come [la usa] per l’opinione che persino Paolo non credeva che Gesù fosse esistito. Ma nessuna forma di Miticismo fattibile dice questo. Al contrario: l’unica forma di Miticismo che ha passato la peer-review sostiene che Paolo e i primi Cristiani anzi credevano che Gesù era esistito … nello spazio. Solo che non credevano che fosse un predicatore della Galilea. Questo fu inventato dopo. (E di conseguenza, non lo menzionano mai). Perciò, trovare la prova che Paolo credeva che Gesù fosse esistito, è irrilevante, così come trovare la prova che egli credeva che Satana esistesse (2 Corinzi 12:7, 2 Corinzi 4:4 ecc.). Non c’è più evidenza per l’esistenza di Satana di quanta non ce ne sia per Gesù. Quello che ci serve è la prova che Paolo credeva con certezza che Gesù fu un uomo storico sulla terra. E non ce n’è nessuna (OHJ, cap. 11). Che è veramente strano.

Allo stesso modo, l’unica forma di Miticismo possibile, l’unica che ha passato la peer-review, sostiene che Paolo credeva anche che Gesù si incarnò nella carne Ebraica (Davidica), e così divenne uomo (OHJ, cap. 3 e 11). Ma ancora non c’è prova che Paolo credesse che questo fosse avvenuto sulla terra, che fosse visto da qualcuno, o che fosse noto a qualcuno in un modo diverso dalla rivelazione. Perciò trovare la prova che Gesù si incarnò come uomo Ebreo e che morì, non è nemmeno una prova contro il Miticismo. Il Miticismo non sostiene che Paolo pensava che Gesù fosse mitico. Paolo che pensava che Gesù fosse mitico, non è nemmeno la teoria giusta da testare qui. Non più di quanto si potrebbe cercare di sostenere che Paolo non pensava che Satana fosse mitico, quindi Satana deve essere stato un uomo reale che ha vissuto sulla terra. Winters dimostra ripetutamente nei suoi video del 2015 che non sa queste cose; che pensa che il miticismo sostiene che Paolo andava in giro a predicare che Gesù non esisteva o non fu mai un uomo. E questo è un fallimento completo di comprendere la teoria che si suppone lei stia sfidando. Come vedremo nella parte 2, anche dopo tre anni, lei ancora sbaglia, in questo.

• Il secondo, e quasi valido, argomento di Winters, è che vede una evoluzione della Cristologia nei Vangeli, dal semplice adozionismo di Marco alla teologia dell’essere preesistente incarnato di Giovanni.



È proprio così. Marco propone l’adozionismo. Matteo e Luca introducono un più manifesto incarnazionismo. E Giovanni accomoda tutto questo sulla via che porta al proto-trinitarianismo (o almeno, lo fa la nostra redazione di Giovanni; le prime edizioni potrebbero non averlo fatto, ma resta il fatto che una versione lo fece). E molti esperti hanno fatto questa argomentazione. C’è però un problema fatale. Paolo precede Marco di 20 anni, ed ha già la teologia del preesistente incarnato di Giovanni combinata con l’adozionismo di Marco. In realtà, nessun’altra versione è nota a Paolo. O a qualunque Cristiano pre-Marciano che conosciamo.

Infatti, questa avanzata teologia ibrida non solo è già la forma standard ed unica di Cristianesimo in Paolo, ma egli cita un credo pre-Paolino che la istituisce, e che probabilmente risale proprio all’origine dell’intera religione, in Filippesi 2. Ed infatti Bart Ehrman, l’esperto preferito di Winters, ora concorda sul fatto che questa teologia iniziò proprio all’origine della fede. Quindi non è più il caso di pensare che fu un’ invenzione post-Marciana. Perciò non c’è nessun modello di Cristologia crescente nei Vangeli. L’intero argomento di Winters è ora falso. Falso anche secondo la parola dei suoi esperti del mainstream. Quello che in realtà è accaduto, è che, nel tempo, i Vangeli divennero progressivamente meno allegorici, diventando cioè molto più aperti sulla loro vera teologia e nascondendo di meno le segrete comunicazione orali agli iniziati (per Marco 4:9-12).


È ampiamente accettato dagli esperti del mainstream che Marco è un Vangelo Paolino, cioè Marco è specificamente organizzato per proporre la versione della fede che Paolo aveva sviluppato. Molti esperti hanno costruito un’argomentazione abbastanza buona che Marco era perfino consapevole delle Epistole di Paolo (vedi Matthew, Mark, Luke, and Paul: The Influence of the Epistles on the Synoptic Gospels e Mark: Canonizer of Paul). Ma il credo di Paolo era incarnazionista e adozionista. Non esiste alcuna possibilità ragionevole che Marco non lo sapesse. Questo significa che quando Marco non include la teologia incarnazionista nel suo Vangelo, è perché la sta nascondendo. Non perché non esisteva o perché Marco non ci credeva. In realtà non esiste alcuna prova di alcun gruppo Cristiano in tutti i primi cento anni di Cristianesimo che abbia mai creduto in qualcosa di diverso.


Il dibattito tra incarnazionisti e adozionisti del secondo secolo si osserva solo tra le sette storiciste. Che non mostrano segni di una reale conoscenza delle primitive versioni del primo secolo della loro religione. Questo dibattito riflette un problema creato dalla storicizzazione di Gesù. Una volta che Gesù non fu più segretamente insegnato come sottoposto a una passione celeste, ma venne evemerizzato in un uomo terreno, la teologia di Paolo, una combinazione di incarnazionismo ed adozionismo, non ebbe più un senso logico (mentre aveva perfettamente senso quando fu inventata). Ciò portò a delle fazioni che risolsero la contraddizione scegliendo una parte o l'altra (diventando adozionisti storicisti, o incarnazionisti storicisti). Ma prima che Gesù fosse storicizzato, nessun dibattito del genere avrebbe avuto senso, e certamente non sarebbe capitato a nessuno. E, guarda un po’, quel dibattito si presenta, più o meno, cinquanta anni dopo che Gesù fu storicizzato, cento anni dopo che la religione ebbe inizio. Esattamente come predice il miticismo. Non come predice lo storicismo, dove quel dibattito avrebbe dovuto esistere già proprio dagli inizi della religione. E ancora, nessun dibattito del genere esiste in Paolo da nessuna parte. Per lui è sconosciuto.


Questo è uno dei molti modi in cui il vecchio modo di guardare alle evidenze, basato sulle tradizioni della fede cristiana, non è più valido. Quando si torna indietro e si riesaminano le evidenze senza quelle presupposizioni moderne infondate, le evidenze sembrano completamente diverse. il Cristianesimo iniziò come incarnazionista (OHJ, Elemento 10 nel Cap. 4, con Cap. 11). Non è stata un’evoluzione avvenuta decenni dopo il Vangelo di Marco. E l'evidenza di ciò è altrettanto solida come qualsiasi evidenza che abbiamo per il cristianesimo primitivo. Paolo dice esplicitamente che era incarnazionista. Paolo cita anche un credo pre-Paolino che afferma di esserlo; e Paolo non parla mai di nessuno che lo contesti, anche quando menziona le sètte in competizione con la fede, che egli insisteva perché fossero dichiarate anatema (per esempio Galati 1). Allo stesso modo, non c’è nessun’altra evidenza dal Cristianesimo pre-Marciano che menzioni qualcosa di diverso.


Winters afferma che in Atti ci sono dei testi pre-Paolini che presumibilemente attestano una visione non incarnazionista. Anche Ehrman lo sostiene. Ma non c’è nessuna prova di una cosa del genere. Atti fu inventato da Luca, un autore post-Marciano, ed è così romanzato e deliberatamente non basato su fatti, da essere totalmente inaffidabile (OHJ, Cap. 9). Ed anche a parte questo, come ho sottolineato nella mia recensione del libro di Ehrman sulla divinità di Gesù:

“Tutte le altre evidenze di Ehrman [che Gesù un tempo non era considerato preesistente] consistono semplicemente nel mostrare (da Paolo e da Atti) che ci fu un credo primitivo secondo il quale Gesù fu dichiarato Figlio di Dio alla resurrezione. Quello che manca di considerare, è che Gesù fu ri-dichiarato così, in altre parole fu riaffermato al suo status precedente, che aveva abbandonato (come dice Filippesi 2), avendo cambiato quello status per diventare umano e morire. Ehrman da nessuna parte considera questa alternativa, anche se è chiaro quello che l’inno in Filippesi sta dicendo – un inno su cui Ehrman concorda che sia pre-Paolino, e perciò tra le più antiche tradizioni Cristiane recuperabili.”



Perciò quell’evidenza non regge all’analisi. Non significa ciò che Winters afferma. In realtà, è la stessa cosa che stava affermando Paolo: che il preesistente arcangelo Gesù umiliò se stesso e dopo fu ri-esaltato alla sua resurrezione (allo stesso status, o forse ad uno status superiore). Ma lei non può essere accusata semplicemente perché ripete quello che esperti come Ehrman hanno asserito. Non ci si può aspettare che una persona non esperta veda gli errori nell’argomentazione di un esperto. Quantunque, questo è il motivo per cui bisogna leggere più di un solo esperto (come, ad esempio, gli autori che Ehrman stesso cita argomentando per un’alta cristologia primitiva, o quello che faccio io: OHJ, pp. 92-93 n. 64).

C’è molto disaccordo tra gli storicisti. Molti non convengono con il tentativo di Ehrman di riabilitare il non incarnazionismo primitivo. Non riuscire a controllare il bias da selezione [cioè l’imparzialità della scelta], è un alto insuccesso per skepticism 101.


Tuttavia, l'argomento di Winters (da una progressione percepita nella teologia del Vangelo, fino alla storicità) è almeno un argomento mainstream e rispettabile. Solo che quando è analizzato, crolla. E gli ostinati esperti in materia stanno semplicemente rifiutando di ammetterlo. Così lei non può essere accusata perché ragiona in questo modo. Fin quando non si svegliano, e non ammettono che questo argomento è completamente contraddetto dalle prove, non possiamo affermare che il consenso principale concordi che questo non è più un argomento valido per la storicità di Gesù. E c’è un numero crescente di studiosi che cambia opinione su questo.

• Il terzo argomento di Winters è un argomento della probabilità a priori: che il primo secolo fosse pieno di Messia (anzi, direttamente di Gesù Cristi, di "Giosuè Messianici", per OHJ, Elemento 4, Cap. 4), quindi è probabile che Gesù fosse solo un altro di loro.


Questo è, prima facie, un approccio ragionevole, anche perché, secondo me, la successiva teoria più probabile per le origini del Cristianesimo è più o meno la teoria della storicità che lei difende in questi video (dimostro anche perché, nella mia lezione You’re All Gonna Die ). Ma, secunda facie, crolla. Perché è la classe di riferimento sbagliata. Il Gesù di Paolo non corrisponde a queste figure messianiche. Solo del Gesù dei Vangeli si potrebbe dire questo. Ma il Gesù dei Vangeli corrisponde molto di più ai tipi dell’eroe mitico. Infatti, su molti più punti di confronto, il Gesù del Vangelo indiscutibilmente cade in diverse classi di eroi non storici, a tutti i quali, come a Gesù, furono comunque date delle biografie storiche (vedi OHJ, Cap. 5 e la mia discussione qui). Perciò, secondo il suo ragionamento, è in realtà maggiore la probabilità a priori che Gesù, come loro, non è esistito. La connessione di Gesù a queste classi di riferimento supera il suo legame con la classe degli Altri Cristi, perché gli Altri Cristi non appartengono a nessuna di queste classi, ma Gesù sì; e la sua connessione a queste altre classi è molto più forte e stabilita su punti di confronto più numerosi (OHJ, cap. 6.5).

Va anche notato che i Vangeli costruiscono il loro Gesù da altri uomini (come Gesù Ben Anania, che non aveva alcuna connessione con il Cristianesimo e che morì decenni dopo il suo inizio: OHJ, pp. 428-30). Così, anche per il materiale evangelico che raffigura il suo Gesù come "simile" ad altri Messia del primo secolo, non possiamo stabilire non sia stato aggiunto dopo il fatto. Proprio come con Ben Anania. Questo significa che non possiamo usarlo per argomentare che Gesù era proprio come loro perché era storico. Può essere proprio come loro solo perché era fittizio (vedi, ad esempio, la mia recensione di Lena Einhorn). Poiché entrambe le motivazioni fanno sì che la stessa evidenza sia ugualmente probabile, questa evidenza, di per sé, è incapace di argomentare per entrambe le tesi. Ciò che ci resta, è tutta l'evidenza che fa corrispondere Gesù con eroi non storici. La scoperta di fatti come questo, è uno dei motivi per cui ho scritto OHJ.

Questo ci lascia con pochi altri argomenti sparsi, che Winters include qua e là …
• Argomento del Seme

Winters tenta nei suoi primi video un'argomentazione da Romani 1: 3, in cui si dice che Gesù fu prodotto dal seme di Davide. Winters presenta l’argomento in maniera confusa. Ma la migliore formulazione è che non ha senso dire che Gesù fu prodotto dal seme di Davide, a meno che Paolo non intenda una discesa biologica sulla terra. Ma in realtà è proprio il contrario. Se Paolo intendeva questo, ci sono modi molto meno bizzarri per dirlo. Quello che Paolo dice, nel Greco originale, è così positivamente strano, che i successivi Cristiani cercarono di modificarlo in qualcosa di più simile a quello che immagina Winters. Che essi dovettero farlo, è la prova che quello non era ciò che Paolo intendeva (vedi l'indice delle Scritture in OHJ per ulteriori informazioni su questo passaggio e su cosa in esso è strano). Quindi, quando guardi più da vicino a questa evidenza, senza moderne ipotesi fideistiche Cristiane, diventa molto più ambigua e molto più compatibile con la tesi miticista di quanto non lo sia sua traduzione in inglese (vedi OHJ, Cap. 11.9).

Questo argomento (ed altri ai quali accenna) chiarisce un errore grave che Winters commette nel giudicare le ipotesi: è chiaramente inconsapevole che il Gesù di Paolo era un essere divino preesistente, non identico a Dio. È un errore comune che i critici dilettanti fanno in questo dibattito: pensano che le opzioni sono “essere umano” o “identico a Dio”. In realtà, Gesù non fu mai immaginato in nessun senso identico a Dio, fino all’ultima redazione nota del Vangelo di Giovanni (che risale grosso modo agli inizi del secondo secolo, praticamente cento anni dopo che la religione ebbe inizio). Ma fu immaginato come un preesistente e perciò incarnato essere divino fin dalle origini della religione (come dimostrato, ancora una volta, dalla recitazione di Paolo dell’inno in Filippesi).

Il credo originale sosteneva che Gesù, un arcangelo, il primo essere creato nell’universo, rinunciò alla sua natura divina, per diventare schiavo degli elementi, così che potesse essere ucciso, per compiere una grandissima magia di sangue per salvare l’universo (e che tutto questo sia il caso, è ora accettato perfino da Bart Ehrman; è chiaramente affermato in Filippesi 2 ed Ebrei 9, e altrove, vedi OHJ, Elementi 4, cap. 4). Dopo, Dio lo resuscitò e lo ri-esaltò al suo precedente potere divino. E forse lo innalzò ancora di più, anche se, come sappiamo dal teologo Ebreo pre-Cristiano Filone, l’arcangelo da cui questo Gesù fu costruito già apparteneva a quel rango nell’angelologia ebraica, prima che il Cristianesimo inventasse la sua incarnazione e morte (OHJ, Elemento 40, Cap. 5). Un fatto non noto alla maggior parte degli esperti del settore. Ma è vero lo stesso.

• Argomento dei Fratelli


Infine Winters solleva l’unico argomento credibile per la storicità, che davvero abbia qualche chance di esistere, che è il fatto che Paolo dice di aver incontrato “il fratello del Signore” (e che c’erano “fratelli del Signore”). Ma è completamente inconsapevole di qualsiasi spiegazione miticista di questi passaggi. Così su questo non ha argomentazioni utili da fare. Per argomentare a favore della storicità da ogni elemento di prova, hai bisogno di confrontare un modello storicista con un reale (e, per evitare la fallacia, il migliore) modello miticista. Ma Winters non lo fa mai. Perciò in realtà non ha argomenti da fare. E, ad un esame minuzioso (quando davvero inizi a comparare un modello di storicità con la sua migliore alternativa), non regge. Anzi, tutte le altre più antiche evidenze stabiliscono che Giacomo, un leader della chiesa, che era fratello del Signore, è una leggenda successiva (OHJ, Cap. 9.3, 8.8, e 11.10).

Winters promette di sviluppare un futuro video sull’”Argomento di Giacomo”. Mi chiedo se, quando lo farà, inizierà finalmente a leggere la letteratura passata per la peer-review? La passata esperienza con lei, suggerisce di no.
• Argomento dei Detti

Winters dice anche che Q, essendo un Vangelo di Detti (non lo è; né c’è qualche prova che sia esistito: OHJ, indice, “Q”), è evidenza di storicità, perché lei non ha mai sentito di raccolte di detti che provengano da una persona che non esiste. Proprio dopo averlo detto, concorda però che Mosè è una persona inesistente. Della quale abbiamo una vasta raccolta di detti (non solo nell’Antico Testamento, ma quasi l’intera Mishnah, che è considerata parola di Mosè). Ma ci sono molti altri esempi. Esopo e molti altri saggi dei Greci hanno raccolte di detti di dubbia storicità. C’erano raccolte di detti di Iside ed Osiride. Il Corano non è nient’altro che i detti dell’angelo Gabriele, Ma, precedenti a parte, è ben noto agli esperti del mainstream che la maggior parte dei detti di Gesù, anche in Q, se è esistito, sono inventati. Non ultimo, il Sermone della Montagna, noto come invenzione post-guerra, fatto da qualcuno che si basava sulla traduzione greca dell’Antico Testamento come sua base scritturale (OHJ, pag. 465-68). Quindi, chiaramente Q conteneva detti inventati. E se conteneva molti detti inventati, per quello che ne sappiamo, potrebbe non contenere altro. Davvero, non c’è prova altrimenti. Ecco perché oggi nessuno storico utilizza questo argomento.

Oltretutto, Paolo ci dice che i detti di Gesù provenivano dalla rivelazione e dalla Scrittura (per esempio Romani 16:25-26; 1 Corinzi 11:23; 2 Corinzi 12:8-9; ecc.). Così anche 1 Clemente (OHJ, Cap. 8.5). Egli non menziona nessun’altra fonte, ed infatti nega che ce ne sia qualcuna (es. Galati 1). Così, anche Paolo stesso attesta che le raccolte di detti potevano provenire da persone inesistenti – dal momento che sappiamo bene che, perfino se un tempo esistette, Gesù non esisteva più quando Paolo “stava apprendendo i detti” da lui.

• Argomenti proprio stupidi



Va bene. Questi almeno sono argomenti ragionevoli. Sono semplicemente sbagliati; e un dilettante non lo saprebbe facilmente. Ed ora, alla deprimente terra dei facepalm [la terra di chi si mette la mani in faccia per vergogna o sconforto].

Winters afferma che Gesù deve essere storico perché Marco inizia il suo vangelo senza alcuna magia. Immagino che si sia persa lo squarciarsi dei cieli, e la voce tonante dal cielo, gli animali alla Disney e gli angeli (Marco 1:10-13). Dice anche che in Marco non ci sono affatto storie magiche riguardo Gesù. Come camminare sull’acqua, uccidere migliaia di porci comandando gli spiriti, lacerare telecineticamente la cortina del tempio lunga oltre ventiquattro metri, oscurare il sole per tre ore. Sai, nessuna magia. Allo stesso modo, pensa che il fatto che Marco inventò una falsa storia di Gesù che incontra Mosè ed Elia implica che Gesù era storico, perché un autore non avrebbe creato una storia come quella, a meno che Gesù non fosse davvero esistito. Non voglio nemmeno prendermi la briga di analizzarne la logica. Similmente, non riesce ad immaginare perché un Ebreo dovrebbe inventare storie su una persona inesistente. Come Mosè. Aspetta. Um. Va bene. Non mi voglio prendere la briga di analizzare nemmeno questa.

Infine, nel suo secondo video del 2015, Winters rivela una fondamentale mancanza di comprensione della storia come scienza. Sostiene che mettere in evidenza l'inaffidabilità, la falsità o la disonestà delle fonti non aumenta la nostra conoscenza del mondo, ed è un modo invalido per fare storia. Infatti, la sfida più singolare della storia come scienza, è che la maggior parte delle nostre fonti sono inaffidabili, falsificate o disoneste. Agli storici, in realtà, si chiede proprio di affrontare questo fatto (PH, Cap. 2). E questo molto certamente aumenta la nostra conoscenza del mondo. Identificare quali lettere e documenti furono falsificati, ci dice molto. Identificare le modifiche apportate al testo della Bibbia nel tempo, ci dice molto. Identificare come e quando gli autori ci mentono, ci dice molto. Notare come e quando gli autori sbagliano, ci dice molto. Questa è tutta conoscenza. Ed essere in grado di accertare dove si trovano tutti gli inganni, le falsificazioni e gli errori in una fonte, è il passo più fondamentale in ogni indagine storica.

Intermezzo

La strana ironia è che in quello stesso video, Winters articola una metodologia che è esattamente la metodologia che spiego in On the Historicity of Jesus: dobbiamo confrontare le teorie alternative contro l’evidenza, per vedere quale di esse rende quell’evidenza più probabile. L'unica monografia passata per la peer-review sul tema pubblicata in cento anni. Ed era stata pubblicata un anno prima del suo video. Quindi, la stessa cosa che lei insiste che i mitici dovrebbero fare, io l’avevo già fatta. E non ha per niente idea che sia stata fatta. Che è fatale per lo scopo del suo video, perché non riesce a considerare nessuna reale teoria, passata alla peer-review, alternativa alla storicità. Perciò, come può affermare che la storicità è più probabile di una teoria di cui non sa nulla e che non ha mai esaminato?

Ahimè, va peggio solo quando Winters finalmente scopre il mio lavoro. Lungi dal comportarsi come dovrebbe, felice di vedere un trattato miticista che segue il metodo che lei stessa ha raccomandato e che soddisfa persino gli standard della peer-review del proprio campo — e che risponde ad essa onestamente e in modo accademico — proprio non riesce a leggerne niente, e ricorre invece a calunniare. Ma per questa storia, dovrete aspettare a domani.

La Parte 2 sarà pubblicata qui.

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